SANSEPOLCRO – La commedia rientra nel filone classico del teatro popolare, dove continui intrecci e colpi di scena sono animati da personaggi forti, a volte cattivi, a volte semplici, ma dal carattere genuino e ben marcato, tipico della gente comune.
Il dialetto rende viva la vicenda storica ambientata agli inizi degli anni ’50 alla Montagna, una frazioncina del Borgo, in cui la realtà semplice dell’arrangiarsi è alla base della vita sociale e in cui la città è vista come il sogno irraggiungibile destinato a pochi eletti.
La casa di Rachele e Menco Bartolomei è immersa nel lutto più rigoroso per il suicidio della cognata Orsola, moglie di Bista, fratello di Rachele.
Ricordata con affetto e devozione da suo marito, da sua cognata e dalla domestica Libera, che hanno appeso a tutte le pareti i ritratti della defunta, non era invece riuscita ad entrare nelle grazie del cognato Menco che anche da viva provava poca simpatia nei suoi confronti. Tra un andirivieni di personaggi incredibilmente originali, come la casiera Candora, i due vicini Giangiacomo e Betta, il tuttofare Tonino e l’antiquario Lorenzini, Sunta, nipote di Menco, riesce a scoprire la verità sulla povera estinta, consentendo così allo zio di prendersi le sue rivincite.
Continua la carrellata di spettacoli partecipanti al concorso Storie di paese, dodicesima edizione, che come sappiamo quest’anno ha rivolto la sua attenzione alle compagnie amatoriali della nostra provincia. Confermato anche il gradimento di pubblico che sembra apprezzare l’iniziativa di buon grado.