Home Attualità Economia CNA Wolrd: ‘No alla tassa sull’immigrazione’

CNA Wolrd: ‘No alla tassa sull’immigrazione’

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“I recenti provvedimenti del Governo e del Parlamento rischiano di penalizzare gli immigrati che vivono e lavorano regolarmente nel nostro paese. E non servono assolutamente per la sicurezza” Questa la valutazione di CNA WORLD che lavora a diretto contatto con la nuova imprenditoria straniera. Netta contrarietà, quindi, alla tassa per il rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno. Si parla di cifre che vanno dai 10 ai 400 euro. Importo che si somma ai 70 euro attualmente richiesti dal servizio postale per l’inoltro della richiesta, e che si moltiplica per ogni membro del nucleo familiare, a prescindere dalla durata del permesso di soggiorno.
“Non solo – ricorda Cna World. La legge Bossi-Fini prevede che il permesso di soggiorno abbia una durata corrispondente a quella del contratto di lavoro. Ma la maggior parte dei lavoratori extracomunitari sono assunti attraverso agenzie di lavoro interinale o con contratti a tempo determinato. Questo significa che, ogni volta che viene fatto un contratto di lavoro a tempo determinato, per esempio di sei mesi, viene rilasciato un permesso di soggiorno della stessa durata e anche se il rapporto di lavoro prosegue, il lavoratore extracomunitario dovrà rinnovare due volte l’anno il permesso per sé e i familiari a carico che si trovano in Italia”.
Quanto alla cosiddetta "patente a punti" questa finirà soltanto per applicare sanzioni. “Non è chiaro come si possa garantire maggiore sicurezza con la sola previsione di ostacoli nelle procedure per i ricongiungimenti familiari, nel divieto di contrarre matrimonio se privi di permesso, nel prolungamento dei tempi per l’acquisizione della cittadinanza, o nei nuovi vincoli per l’iscrizione all’anagrafe”.
Nell’attuale situazione economica ci sarà probabilmente bisogno di maggiore flessibilità anche per quanto riguarda la domanda di immigrati, ma non ci si può dimenticare che gli immigrati occupano settori di fatto lasciati scoperti dagli italiani. “Infine come CNA possiamo dare diretta testimonianza della dinamicità di numerosi imprenditori stranieri. In provincia di Arezzo sono infatti ben 2.251 le imprese a titolarità straniera iscritte alla C.C.I.A.A. Tante imprese, molto reddito ma anche un discreto gettito fiscale. Gli etnoimprenditori nel 2007 hanno pagato 5, 5 miliardi di euro al fisco italiano. A livello previdenziale infine, i dati Inps parlano di un contributo complessivo di altri 5 miliardi di euro l’anno. Per quel che riguarda i «costi» dell’integrazione, si calcola che i Comuni italiani spendono circa 700mila euro per i servizi d’integrazione: meno di un quinto delle tasse pagate dagli stessi stranieri per lavorare in Italia. Non solo, non dimentichiamo che dietro a tante braccia di migranti, ci sono progetti di vita, con tanto di famiglie al seguito, di relazioni sociali strette ed affermate, di figli inseriti a scuola, di voglia di sentirsi partecipi nella costruzione, ma anche delle decisioni, del paese in cui i migranti vivono. Dei veri e propri nuovi cittadini che necessitano di efficaci politiche d’integrazione”.