Home Attualità Coldiretti contro gli inganni del finto ‘Made in Italy’

Coldiretti contro gli inganni del finto ‘Made in Italy’

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ROMA – Solo un prodotto su tre di quelli venduti nella grande distribuzione italiana proviene dalla nostra agricoltura, ma nessuno lo sa. E' per questo che Coldiretti si e' impegnata nella realizzazione di una filiera agricola tutta tricolore, un grande sistema agroalimentare che premi i produttori e offra ai consumatori prodotti di qualita' e a un prezzo giusto.

Lo ha affermato il presidente di Coldiretti, Sergio Marini, alla Convention 'Stop a inganni e moltiplicazioni. Nasce la filiera agricola tutta italiana', organizzata al Palalottomatica di Roma. Secondo il presidente, ''per ogni prodotto agricolo realizzato nei campi o negli allevamenti situati in Italia, si sviluppa un Made in Italy alimentare cinque volte piu' grande tra contraffazioni e imitazioni. A fronte di 20 miliardi di export made in Italy nel mondo, ci sono altri 60 miliardi generati da prodotti che non hanno mai visto il nostro Paese e, tolti i prodotti a denominazione di origine, solo un prodotto su tre di quelli venduti nella grande distribuzione italiana e' realizzato con prodotti agricoli italiani. E tutto questo nessuno lo sa''.

"Con il 'piano spesa sicura' della Coldiretti vengono smascherati – ha affermato Marini – gli inganni del finto Made in Italy che riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche quattro cartoni di latte a lunga conservazione su cinque che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta e' ottenuta da grano che non e' stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori, e la meta' delle mozzarelle non a denominazione di origine che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere".

Secondo l'indagine Coldiretti-Swg la quasi totalita' dei cittadini (98%) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti, per colmare una lacuna ancora presente nella legislazione comunitaria e nazionale.

ll pressing della Coldiretti ha portato all'obbligo di indicare varieta', qualita' e provenienza nell'ortofrutta fresca, all'arrivo dal primo gennaio 2004 del codice di identificazione per le uova, all'obbligo di indicare in etichetta, a partire dal primo agosto 2004, il Paese di origine in cui il miele e' stato raccolto, all'obbligo scattato il 7 giugno 2005 di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco, all'etichetta del pollo made in Italy per effetto dell'influenza aviaria dal 17 ottobre 2005 e all'etichettatura di origine per la passata di pomodoro a partire dall'1 gennaio 2008.

Dal primo di luglio arriva anche l'obbligo di indicare l'origine delle olive impiegate nell'
extravergine, ma molto resta ancora da fare e per oltre il 50% della spesa – ha concluso la Coldiretti – l'etichetta resta anonima per la carne di maiale, coniglio e agnello, per la pasta, le conserve vegetali, ma anche per il latte a lunga conservazione e per i formaggi non a denominazione di origine.