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Consiglio Comunale: le interrogazioni di oggi

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Consiglio Comunale: le interrogazioni di oggi

AREZZO – La prima interrogazione di Gianni Cantaloni (Fi verso il Pdl) ha sollevato la questione della pericolosità della Statale 71 Umbro-Casentinese dove “l’altro giorno l’incidente di un’ambulanza schiantatasi contro il muro di recinzione di una casa non ha fatto vittime per puro caso anche perché il mezzo di soccorso si è completamente ribaltato. È la punta di iceberg di uno stillicidio che da Marcena ad Arezzo si ripete quotidianamente. Oramai i cittadini vivono con disagio e paura il momento della giornata in cui sono costretti a percorrere questo tratto. Le criticità sono note: Ponte alla Chiassa, semaforo di Case Nuove di Ceciliano, incroci con Sitorni e Stroppiello. Prima che succeda qualcosa di veramente pesante, quali interventi l’amministrazione intende realizzare?”.

Marco Paolucci (Sinistra) ha ricordato l’approvazione venerdì 13 novembre da parte del Senato dell’emendamento alla finanziaria 2010 che modifica la legge Rognoni-La Torre prevedendo la vendita all’asta da parte dello Stato dei beni confiscati ai mafiosi. “È lo stravolgimento totale di una legge che all’epoca fu approvata all’unanimità dal Parlamento sulla spinta di oltre un milione di firme. La scelta dell’attuale maggioranza cancella quel milione di firme e rischia di mettere la parola fine a un’esperienza rivoluzionaria e vincente nella lotta alle mafie. Ricordo che l’uso sociale dei beni confiscati è volano di sviluppo, occupazione, promozione sociale e culturale e, soprattutto, un simbolo determinante di riscatto delle comunità locali dall’oppressione dei poteri criminali. Chiedo al Sindaco quali strumenti di pressione può mettere in campo il Comune di Arezzo insieme agli altri enti locali per impedire che il provvedimento venga approvato dall’altro ramo del Parlamento con le conseguenze catastrofiche che ciò comporterebbe”.

Sull’archivio Vasari sono tornati sia il consigliere Pasquale Macrì (Pd) sia il consigliere Pier Luigi Rossi (Fi verso il Pdl). Per il primo, “se esistono profili di incertezza sulla proprietà delle carte è il momento di chiarirli dal punto di vista civilistico: per l’archivio come noto si parla di privati ma anche di Fraternita o di vincoli pertinenziali in capo all’ente pubblico. Propongo dunque di attivarsi in sede giudiziaria per chiederne il sequestro conservativo. Va inoltre valutata l’opportunità di un esposto alla Procura della Repubblica in relazione alla mancanza di chiarezza sulla stima del bene dato che sono state riportate cifre diverse nell’entità. Insomma, le norme consentono di intervenire per bloccare intanto qualsiasi trattativa, perché questo è l’effetto del sequestro conservativo, poi ogni eventuale passaggio di proprietà o addirittura l’allontanamento delle carte da Arezzo e da Casa Vasari”.

Per Pier Luigi Rossi, la vicenda va intanto ricondotta a razionalità, senza “piazzate di artisti che se ne vanno per due minuti a Casa Vasari, fanno il loro bel discorso, paventano di coinvolgere perfino il papa e una volta usciti da via XX settembre se ne disinteressano. Chiedo al Sindaco cosa vi siete detti e come vi siete lasciati con il ministro Bondi e il punto sull’organizzazione delle celebrazioni vasariane del 2011”.
Il Sindaco Giuseppe Fanfani ha esordito ricordando come “la vicenda non sia semplice. Al ministero mi hanno confermato che la trattativa andava avanti da luglio ma è dal 24 settembre, giorno della notifica al Comune, che scattano i 180 giorni entro i quali lo Stato può esercitare il suo diritto di prelazione. Bondi mi ha detto chiaramente che mai lo Stato spenderà 150.000.000 di euro se non altre perché a bilancio per tutte le opere di restauro da compiere dispone di 110.000.000. Fin dal luglio è stata interessata la Procura della Repubblica di Roma per verificare l’enormità proprio di questa cifra. Ma anche per sindacare sul prezzo il ministero non ha grandi strumenti legali. Per quanto riguarda invece il vincolo, Bondi ha confermato che il vincolo pertinenziale mai sarà tolto, certamente non da lui e difficilmente dai suoi successori: dunque il bene non si muove da Casa Vasari e se lo vogliono portare per il mondo dovranno accontentarsi delle fotocopie. Rimane il fatto però, a mio avviso, che non volendo esercitare la prelazione, lo Stato determinerà dalla fine di marzo 2010 il consolidamento della proprietà del bene nelle mani della società russa. Temo altresì che i nuovi proprietari faranno di tutto per fare cadere il vincolo e conservo intatte le preoccupazioni che mi hanno spinto in questi mesi a sollevare la questione, a interessarsene personalmente e a seguirla con costanza.
L’altra questione riguarda chi sia oggi proprietario, dopo che il depositario dell’archivio nel Seicento non lo consegnò alla Fraternita come aveva disposto l’ultimo Vasari. È stato un problema dimenticato e riapparso improvvisamente nel 1921 dopo tre secoli in cui i Festari hanno continuato a custodire l’archivio. La diatriba venne risolta con un compromesso non chiaro perché i Festari decisero di depositare le carte in Comune mentre la Fraternita rinunciava a qualsiasi diritto su di esse e a fare causa perché intentare una lite lo ritenne non conveniente: così si legge in un atto che ho potuto ritrovare proprio al ministero. Il 30 luglio 1921 si stipulò poi il contratto a Firenze tra i Rasponi Spinelli e il Sindaco di Arezzo senza la partecipazione della Fraternita. Nell’atto si dice che il Comune accetta la costituzione dei beni in deposito perpetuo anche agendo come procuratore della Fraternita dei Laici. Sembra potersi presumere che all’epoca la Fraternita accetti la proprietà del bene in capo ai Festari. Questo, accanto alla sua oggettiva rinuncia pone un problema finale di carattere pratico: aprire una vertenza giuridica potrebbe avere effetti imprevedibili”.

Francesco Francini (Gruppo Misto) ha presentato un’interrogazione che è partita dalla presa d’atto di “Arezzo tagliata fuori dall’Alta Velocità e dalla gestione negativa delle infrastrutture strategiche da parte di questa amministrazione. La costante soppressione di Eurostar ci ha tagliato fuori dal resto d’Italia: in particolare, va tutelato il collegamento con Milano oltre che per Roma. Milano è la capitale economica d’Italia, il treno è sfruttato da molti imprenditori per recarvisi. Adesso i pendolari aretini si vedono privati di ogni coincidenza che da Firenze li avrebbe portati al nord”.

L’assessore Roberto Banchetti: “ci stiamo occupando della vicenda non solo per i pendolari ma per l’economia cittadina. Vogliamo condurre una grande battaglia con impegno anche andando oltre le nostre competenze. Ci siamo conquisati treni negli anni passati, a dimostrazione di un’azione che parte da lontano, purtroppo siamo una città dotata di una stazione che a dire di alcuni penalizza l’alta velocità. Domani c’è comunque un incontro per definire strategie e costituire una massa critica che rafforzi l’idea opposta di centralità della stazione di Arezzo”.

Marco Tulli (Sinistra): “la sede Eurtelia di Roma è stata oggetto di irruzione da parte di amministratori che hanno compiuto un gesto contro i lavoratori in lotta. Dinanzi alle proteste pacifiche e alle giuste rivendicazioni di questi ultimi, si è risposto con violenza e intimidazione: chiedo al Sindaco di esprimere solidarietà pubblica ai lavoratori stigmatizzando i fatti avvenuti”. Giuseppe Fanfani ha accolto la richiesta dichiarando quanto avvenuto “al di fuori di ogni rapporto civile”.
Luca Stella (An): “la nomina di un nuovo amministratore unico di Tenute di Fraternità, nella persona di un componente di una famiglia con importanti proprietà nel settore agricolo non configura una potenziale situazione di conflitto di interesse?”.
Sulla vicenda D’Alessandro sono invece tornati Franco Barbagli e Raffaello Giorgetti (Fi verso il Pdl): per il primo “l’istituzione municipio è stata coinvolta da una vicenda molto pericolosa, un omicida condannato è stato portato in Comune come campione di libertà e democrazia. Le istituzioni ne sono uscite ridicolizzate grazie a una parte della maggioranza. Non ritiene opportuno il Sindaco di prendere le distanze morali e politiche da quelle frange estreme che la sorreggono?”.
Il secondo ha rilevato che “un assassino è stato ricevuto da un rappresentante istituzionale secondo solo al Sindaco. Cosa dobbiamo aspettarci ora, l’istituzione di una brigata ‘D’Alessandro anti-Ceccherelli’ per la sorveglianza del palazzo Comunale?”.

Il Sindaco Fanfani si è detto “in effetti sconcertato e offeso, uno stato d’animo che sono certo è del Presidente del Consiglio Comunale sulla cui moralità non nutro dubbi. Ritengo la vicenda anti-giuridica: Socrate poteva non bere la cicuta, i suoi stessi carcerieri gli avevano preparato la via di fuga ma non si è sottratto alla legge come ha fatto D’Alessandro. Questa è la filosofia di fondo del consesso civile moderno e per chi non l’accetta mai troverà in me parole di giustificazione”.

Anche il Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Caroti ha replicato che “nessuno ha portato nessuno, nessuno ha ridicolizzato le istituzioni, nessuno accampa scuse puerili e offensive del buon senso degli aretini. Sono frasi inaccettabili. Sabato riceverò i lavoratori della Pam come è mia prassi ricevere chiunque ne ha fatto in passato e ne faccia richiesta in futuro, dando diritto di parola a tutti correndo il rischio che fra i lavoratori stessi ci sia chi ha commesso reati. Il giorno dopo la famigerata conferenza stampa è venuta a trovarmi la sorella dell’ucciso, la signora Gorgai: la ringrazio per la tempestività con la quale mi ha permesso di spiegarle la situazione e porgerle le mie scuse”.