Home Cronaca Crisi, l’allarme dei vescovi: ‘Le diseguaglianze aumentano’

Crisi, l’allarme dei vescovi: ‘Le diseguaglianze aumentano’

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CITTA' DEL VATICANO – Il termine ''esubero'' non tiene ''nel debito conto un tessuto sociale che va sfilacciandosi, a motivo delle disuguaglianze che aumentano invece di diminuire''. A farlo notare sono i vescovi italiani, che nel comunicato finale della 59esima Assemblea della Cei si associano al ''richiamo'' fatto dal cardinale presidente, Angelo Bagnasco – che ha avuto ''ampia risonanza'' nell'opinione pubblica – a ''non sottovalutare la crisi'' occupazionale in corso ''come si trattasse di alleggerire la nave di futile zavorra''.

''Nessuno ignora – si legge nel comunicato – il pesante impatto della sfavorevole congiuntura economica internazionale, di cui non si riesce a cogliere ancora esattamente la portata, né si intende minimizzare l'impegno profuso da chi detiene l'autorita'''. Per la Cei, però, ''resta evidente che i costi del difficile momento presente ricadono in misura prevalente sulle fasce più deboli della popolazione''.

I vescovi, inoltre, hanno ''preso positivamente atto delle molteplici iniziative promosse nei mesi passati in tutta Italia dalle diocesi e dalle Conferenze episcopali regionali per fronteggiare le difficoltà del mondo del lavoro''. Il Fondo di garanzia della Cei per le famiglie in difficoltà costituisce ''un ulteriore e corale seme di speranza''. La colletta del 31 maggio scorso, per i vescovi, ''è stata indice di una spiccata sensibilità che non deve spegnersi''.

La Chiesa tuttavia, sottolineano i vescovi non si può ''ridurre'' a una ''agenzia umanitaria'', chiamata ''a farsi carico delle patologie della società, ma irrilevante rispetto alla fisiologia della convivenza sociale''.

''Il vero profilo di una compiuta evangelizzazione – si sottolinea nel comunicato – richiede di saper servire la persona nella sua integralità, ponendo attenzione sia ai bisogni materiali sia alle aspirazioni spirituali''. In sintesi ''non è possibile separare la carità dalla verità''.

La Conferenza episcopale torna poi sul problema dell'immigrazione sottolineando la necessità di ''dotarsi di un osservatorio nazionale specializzato per monitorare ed interpretare questo fenomeno''. I vescovi chiedono inoltre alle parrocchie di ''diventare luogo di integrazione sociale''.

Per la Cei infatti ''una risposta dettata dalle sole esigenze di ordine pubblico – che è comunque necessario garantire in un corretto rapporto tra diritti e doveri – risulta insufficiente, se non ci si interroga sulle cause profonde di un simile fenomeno''. Sono due le ''azioni convergenti'' e ''irrinunciabili'': la prima consiste ''nell'impedire che i figli di Paesi poveri siano costretti ad abbandonare la loro terra, a costo di pericoli gravissimi, pur di trovare una speranza di vita'', attraverso la ripresa e l'incremento di ''politiche di aiuto verso i Paesi maggiormente svantaggiati''. La seconda risposta, per la Cei, sta nel ''favorire l'effettiva integrazione di quanti giungono dall'estero, evitando il formarsi di gruppi chiusi e preparando 'patti di cittadinanza' che trasformino questa drammatica emergenza in un'opportunità per tutti''.

Costruire ''una società multietnica, multiculturale e multi religiosa'' sarebbe un'operazione ''retorica'', ammonisce la Cei, ''se non si accompagnasse con la cura di educare a questa nuova condizione''.

Articlolo scritto da: Adnkronos