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Deturpato il monumento alle vittime del manicomio

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Deturpato il monumento alle vittime del manicomio

AREZZO – Gravi atti di vandalismo sono stati compiuti sul monumento alle vittime del manicomio inaugurato nel mese di marzo al Pionta, nell'area dell'ex ospedale psichiatrico che oggi ospita l'Università. La statua, un'opera in marmo degli artisti Matteo Maggio e Paolo Bacci, vincitori del concorso di idee lanciato dalla Provincia e dal centro Basaglia, raffigura una fanciulla seduta accanto ad un libro aperto che lancia uno sguardo verso una porta spezzata. Alla figura della ragazza sono stati inferti colpi, probabilmente con un martello, staccandole di netto le trecce ed il naso e danneggiando le mani. Il monumento è stato inoltre imbrattato con scritte di varia natura, comprese alcune volgarità. Sulla base della statua sono stati poi fatti esplodere dei petardi che hanno ulteriormente danneggiato il marmo. I fatti risalgono ai giorni scorsi, probabilmente alla notte tra sabato e domenica in occasione di Halloween. "Si tratta di un gesto gravissimo che offende la memoria della città e del territorio e che non può essere assolutamente minimizzato o considerato una ragazzata e del quale abbiamo informato il Prefetto ed il Comandante dei Carabinieri – afferma il Presidente della Provincia Roberto Vasai. Deturpare e imbrattare il monumento che abbiamo voluto dedicare alle vittime del manicomio, inaugurato da Agostino Pirella il 28 marzo di quest'anno, può voler dire o l'ignoranza su quanto Arezzo abbia significato per il miglioramento delle condizioni di vita e di salute di tanti degenti delle strutture psichiatriche, o l'idiozia di un comportamento che non ha rispetto per la propria storia. E' questo quello che vorrei che capissero gli autori di questo gesto, che spero vengano identificati: che con il loro comportamento hanno offeso non solo e non tanto chi quel monumento lo ha voluto e realizzato, ma l'intera comunità aretina e quindi, se ne fanno parte, anche se stessi", conclude il Presidente della Provincia Roberto Vasai.