Home Cronaca Duplice omicidio Ambrosio, polizia ferma tre romeni

Duplice omicidio Ambrosio, polizia ferma tre romeni

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NAPOLI – E' stato risolto in 24 ore il giallo del barbaro omicidio di Franco Ambrosio e Giovanna Sacco. Tre romeni sono stati arrestati in mattinata dagli uomini della Squadra Mobile che, dalla notizia del duplice omicidio dell'ex 're' del grano e di sua moglie, massacrati a colpi di bastone nella notte tra martedì e mercoledì nella loro lussuosa villa di Posillipo, ha fatto scattare una vera e propria caccia all'uomo in tutta Napoli.

A quanto apprende l'ADNKRONOS da fonti della Questura di Napoli, uno dei tre presunti killer era stato fino a due anni fa il giardiniere della villa alla Gaiola, dove la coppia è stata brutalmente assassinata. A riconoscerlo è stato il maggiordomo, in servizio a casa dell'imprenditore da oltre 30 anni. Secondo la polizia sarebbe stato proprio M. V. A., 22 anni, a vibrare i colpi mortali su Ambrosio e la moglie. Il giovane, intorno alle 21 di mercoledì, aveva telefonato alla madre in Romania, utilizzando il cellulare di Franco Ambrosio ma cambiando la scheda. ''Mamma ho fatto un guaio, ho ucciso due persone'', aveva detto. All'altro capo del filo la donna gli aveva risposto: ''Figlio mio tornatene subito a casa''.

A incastrare i tre balordi sono state le innumerevoli tracce lasciate nella 'casa degli orrori', e soprattutto un'ingenuità di troppo: l'aver acceso il cellulare rubato all'industriale napoletano.

Alla polizia è bastato un attimo: ha seguito il tracciato dell'apparecchio, poi con una Bmw dotata di satellitare ha localizzato i presunti killer e li ha arrestati. Tra i 20 e i 25 anni, addosso avevano ancora parte della refurtiva: qualche gioiello, carte di credito e portafogli delle vittime. Si erano rifugiati a Licola, località di mare appena fuori città, nel giuglianese. I tre non erano armati, e quando sono arrivati gli agenti non hanno opposto resistenza.

Sarebbe stato proprio l'ex giardiniere, una volta arrestato, a indicare dove si trovassero i suoi due complici, V. D. di 22 anni, stalliere, e C. P., 24 anni, operaio presso un autolavaggio. I tre erano in Italia da circa otto anni e sono incensurati. ''Quando abbiamo ascoltato la telefonata intercettata, con la madre che diceva al figlio tornare in Romania – spiega il capo della Mobile Vittorio Pisani – abbiamo temuto di non riuscire a prenderlo''. Le indagini pressanti invece hanno fatto fallire questo tentativo e Acsiniei è stato arrestato. A quanto si è appreso, quest'ultimo avrebbe avuto dei problemi a comprare una nuova scheda telefonica per mancanza di denaro. Poi in qualche modo è riuscito a racimolare i 5 euro necessari e, compratane una, ha fatto la telefonata che gli è risultata fatale.

I corpi senza vita di Ambrosio e la moglie, 77 e 72 anni, erano stati trovati intorno alle 7.30 di ieri mattina da uno dei due figli, Massimo. Riversi in un lago di sangue, intorno a loro lo scenario tipico di una rapina finita male: cassetti rovesciati, la villa completamente a soqquadro. Addirittura, nel giardino che affaccia sul mare della Gaiola, i resti di una sorta di bivacco.

Secondo la ricostruzione della polizia, i romeni sarebbero entrati nella villa rompendo il vetro di una portafinestra tra le due e le quattro di notte, probabilmente nella convinzione che la casa fosse disabitata, anche perché dalle finestre si potevano intravedere i mobili ricoperti da teli bianchi. Quando Ambrosio ha sentito quei rumori sospetti provenire dal piano terra, dove stava dormendo la moglie, è sceso. Era ancora in pigiama. I banditi lo hanno colpito a morte mentre era in cucina. Poi è toccato a Giovanna, che dormiva vestita, perché da quando c'era stato il terremoto in Abruzzo, aveva paura. Lei è stata colpita nel disimpegno. Per ucciderli i banditi hanno utilizzato una mazza di legno, o di ferro, o forse una pietra: l'arma del delitto al momento non è stata ancora trovata. Secondo gli investigatori, i banditi hanno agito in preda all'alcol.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign