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Enrico Mattei: su Raiuno ‘L’uomo che guardava al fututo’

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ROMA – La vita di un grande uomo coraggioso e anticonformista che ha fatto la storia del nostro paese. Interpretato da Massimo Ghini e Vittoria Belvedere, con la regia di Giorgio Capitani, un film in due puntate in onda domenica 3 e lunedì 4 maggio in prima serata su Raiuno.

Si potrebbe dire che la vita di Mattei è un pezzo di storia di questo Paese e come tale merita di essere raccontata sempre, non è ricattabile da mode, tempi od opportunismi narrativi. Ha in sé un’attualità che non conosce pause.
Ma è anche vero che in questi giorni di scenari economici incerti, di nuove povertà e futuri negati, l’avventura dell’Agip e la nascita dell’Eni, per il modo in cui avvengono, ci offrono un racconto prezioso: la storia di un uomo, ma anche di un pezzo di questo paese, che non ha avuto paura di uscire dalla rassegnazione, sfatare immobilismi secolari e credere che in Italia la sfida della modernità potesse essere accettata e vinta, esattamente come avveniva nel resto d’Europa.
Quella di Enrico Mattei e’ una grande storia italiana che merita di essere raccontata. Ecco il perché di una fiction su Mattei oggi e perche’ Raiuno dedica alla figura di un grande uomo coraggioso e anticonformista che sognava un paese piu’ moderno e intraprendente, un film in due puntate, in onda domenica 3 e lunedi’ 4 maggio in prima serata, dal titolo Enrico Mattei “L’ uomo che guardava al futuro”. Massimo Ghini e’ il protagonista nel ruolo di Mattei, Vittoria Belvedere in quello della moglie Greta. La regia e’ di Giorgio Capitani. Tra gli altri interpreti Franco Castellano, Simone Montedoro, Mirco Petrini, Jose’ Maria Bianco, Giacomo Piperno, Riccardo Polizzy Carbonelli e Sydne Rome. Scritto e sceneggiato da Monica Zapelli, Claudio Fava e Giorgio Mariuzzo, il film e’ una coproduzione Rai Fiction – Lux Vide prodotta da Matilde e Luca Bernabei.
Enrico Mattei è un uomo orgoglioso che vede attorno a sé un paese povero, senza peso sullo scenario internazionale ed economicamente arretrato. E con tenacia trasforma queste debolezze in punti di forza. L’assenza di una tradizione coloniale diventa la possibilità di essere guardati senza pregiudizi. La nostra povertà, la premessa per rivolgerci ai paesi in via di sviluppo alla pari, senza l’arroganza delle grandi potenze perché “tra poveri si parla la stessa lingua”.
Enrico Mattei è un uomo che crede nei giovani, nella formazione e nel futuro. È un uomo che non ha paura di rompere gli equilibri su cui si regge il mondo. Aggira i veti delle sette sorelle, salvo servirsi di loro quando può tornargli utile. In anni di bipolarismo esasperato, fa affari con i paesi comunisti.
E, naturalmente, Enrico Mattei non è un santo. È un uomo abile negli affari, che usa i soldi, anche con spregiudicatezza. Ma è un uomo che non li trattiene per sé. È un imprenditore pubblico che nel riscatto personale identifica il riscatto di un paese, perché non gli interessa “essere un uomo ricco in un paese povero”.
Forse è per questo che amava definirsi un corsaro, un corsaro al servizio del suo paese.
E se nella sua vita si dispiegano la fantasia, l’anticonformismo e l’irrequietezza di uno dei tanti italiani eretici che hanno fatto la storia di questo paese, nella sua morte affiora il volto ambiguo di un’Italia che non riesce mai a fare i suoi conti a viso aperto, ma che nasconde nel mistero e purtroppo in questo caso anche nel sangue, il lato oscuro del suo potere.

La stretta collaborazione con l’archivio storico Eni ha permesso agli sceneggiatori di documentarsi su fonti originali, di conoscere la storia di Eni direttamente dalle sue carte, di cogliere gli aspetti più significativi delle vicende dell’azienda. La collaborazione dell’archivio storico Eni ha anche permesso una verifica puntuale del racconto storico, arricchito di particolari che consentiranno di conoscere la vicenda di Enrico Mattei da un punto di vista nuovo ed originale. Anche per la ricostruzione degli spazi, l’allestimento degli uffici, le scenografie l’archivio storico ha fornito fotografie e filmati d’epoca.

Per la consulenza storica si ringrazia Giuseppe Accorinti, autore del libro Quando Mattei era l’impresa energetica…io c’ero (Edizioni Halley, anno 2006)

LA STORIA
Prima puntata
Milano, anni ’30. Enrico (Massimo Ghini) viene dalla provincia. Dalla sua ha l’irrequietezza, la voglia di crescere, la capacità di sorprendere e di realizzare quello che vuole.
Enrico Mattei ha appena messo in piedi la sua prima fabbrica con il frutto del suo lavoro, quando conosce Greta (Vittoria Belvedere), ballerina austriaca di cui si innamora perdutamente e che diventerà sua moglie.
Ma lo scoppio della guerra muta il corso della loro esistenza.
Mattei, durante una retata in fabbrica, vede morire il contabile, suo stretto collaboratore, riuscendo invece a salvare la vita del giovane operaio Ottavio (Simone Montedoro), l’amico che sarà rappresentante di quel popolo di cui Mattei si è sempre sentito parte.
Questi fatti inducono Enrico a comprendere che non è sufficiente ciò che sta facendo per il paese.
E sarà l’intellettuale Marcello Boldrini (Franco Castellano), figura fondamentale nella vita di Mattei, a raccogliere questa volontà. È proprio quello che comprenderà meglio la stoffa di Enrico facendone uno dei protagonisti della storia italiana. Boldrini lo introduce a La Pira e a un gruppo di antifascisti cattolici: da questo momento Mattei decide di aderire alla Resistenza.
Con una intraprendenza straordinaria, riorganizza le fila dei partigiani bianchi di cui diventa ben presto un capo, fino al punto di rischiare la vita rinchiuso in un carcere.
Durante la prigionia Enrico incontra Attilio Fabbri (Mirco Petrini), giovane che sogna di conquistare la libertà e scappare in America, col quale condivide una certa spregiudicatezza e la volontà di cambiare il corso delle cose.
Finita la guerra, Mattei vorrebbe continuare a lavorare per la ricostruzione del Paese ma il Presidente del Consiglio De Gasperi (Giacomo Piperno) gli affida un incarico all’apparenza di poco conto: liquidare l’Agip, un carrozzone pieno di debiti. Insospettito dalle offerte di acquisto di diverse multinazionali, Mattei si rende conto del valore dell’azienda e si oppone alla sua vendita, violando così la tacita intesa tra il governo e gli alleati. Le risorse italiane non vanno svendute, in gioco c’è il benessere del paese.
Greta rimane sempre al suo fianco anche nei momenti più difficili, disposta a restare spesso da sola mentre Enrico insegue il sogno di trovare il petrolio…I due condividono un altro sogno, quello di avere un figlio. Ma Greta è preoccupata, sembra ci siano delle difficoltà.
Nel frattempo Mattei riesce a strappare a De Gasperi un tempo di sei mesi, nel quale impegna i propri beni personali. Inoltre richiama Zanmatti (José María Blanco), che fino a poco tempo prima sedeva dietro la scrivania degli uffici dell’Agip e fa ripartire l’azienda e le ricerche arrivando così a scoprire alcuni giacimenti di metano.
Anche il desiderio di Enrico di diventare padre si sta per realizzare: Greta aspetta un bambino.
Le ricerche di Mattei non si possono fermare: il metano non basta, ci vuole il petrolio. Enrico riesce a vincere anche questa scommessa. Proprio ora incontra il ragazzo col quale ha condiviso la galera, Fabbri. Il giovane, che grazie alla conoscenza dell’inglese fa da interprete per gli americani, viene convinto da Enrico a diventare suo collaboratore.
La scommessa sembra vinta ma l’incendio ad un pozzo rimette in discussione la capacità dell’Agip di gestire le fonti energetiche.
Un altro dramma sconvolge la vita di Mattei: Greta ha perso il bambino.

Seconda puntata
La perdita del figlio apre tra Mattei e la moglie una ferita difficile da rimarginare…
Nel frattempo Enrico é sempre più assente da casa, impegnato con tutte le forze a cercare una soluzione che porti allo spegnimento del pozzo.
Attorno a lui e alla sua azienda si solleva un vespaio: gli alleati, le multinazionali, gli industriali, tutti ne criticano l’operato ed i mezzi non sempre ortodossi. Fino a quando Mattei, sempre con l’aiuto di Zanmatti, riesce a spegnere l’incendio. Ma questo non basta, non possono accontentarsi dell’Agip…
Mattei non si arrende e anzi rilancia a livello internazionale fondando l’Eni, azienda in grado di stringere accordi all’estero e gestire tutte le fasi di produzione delle fonti energetiche. Fabbri con la sua spregiudicatezza lo sostiene in questa ennesima sfida…
Il rapporto di Mattei con Greta attraversa una profonda crisi derivata dalla condivisione del dolore per la perdita del figlio.
Ad impedire l’ingresso dell’Eni nel commercio mondiale ci sono le Sette Sorelle, gelose del loro monopolio: nel mercato non c’è posto per un petroliere senza petrolio, gli ricordano gli interlocutori americani.
Mattei è costretto così a trovare una propria strada, trattando in prima persona con i paesi produttori. Il rivoluzionario accordo con l’Iran stravolge le regole del mercato mondiale e fa di Mattei un nemico da eliminare. Da quel momento la sua vita è in pericolo.
Il presidente dell’Eni non si lascia spaventare, animato com’è da un unico obiettivo: garantire agli italiani benessere, occupazione, sviluppo. I suoi viaggi all’estero si alternano con la costruzione di grandi centrali in Italia. Si espone sempre più, sostenendo la guerra di liberazione dell’Algeria e contrastando il potere mafioso in Sicilia, regione nella quale ha in progetto di costruire una grande raffineria.
Ed è proprio a Catania che Mattei prende il suo ultimo aereo diretto a Milano: morirà in un attentato di cui non si scoprirà mai l’autore.

ENRICO MATTEI – (1906 –1962)
Di famiglia modesta, Enrico Mattei comincia a lavorare nel 1923 in una conceria a Matelica, provincia di Macerata. Si trasferisce sei anni dopo a Milano dove apre la sua prima fabbrica, un piccolo laboratorio di oli emulsionanti per l’industria conciaria e tessile. Nel ‘34 fonda l’industria Chimica Lombarda. Si unisce in matrimonio con Greta Paulas, nel 1936, a Vienna.
Diplomato in ragioneria, si iscrive all’Università Cattolica. Nel maggio del ‘43 incontra Giuseppe Spataro attraverso il quale entra in contatto con i circoli antifascisti milanesi. Dopo il 25 luglio si lega, assieme a Boldrini, ai gruppi partigiani operanti sulle montagne marchigiane. Tornato a Milano riprende i contatti con la DC locale che lo nomina, per le sue doti organizzative più che militari, comandante del Corpo volontari per la libertà. Viene creato nel ‘44 un Comando militare Alta Italia del CLNAI nel quale Enrico Mattei partecipa in rappresentanza della DC.
Nei giorni successivi alla tormentata fine della guerra civile in Italia, viene incaricato di liquidare le attività dell’Agip e di provvedere alla privatizzazione degli asset energetici. Mattei sceglie di disattendere questa indicazione per conseguire un obiettivo a suo parere fondamentale: garantire al Paese un’impresa energetica nazionale. Raddoppia la perforazione dei pozzi, sfrutta al meglio la ricerca mineraria nella Valle Padana, sceglie le alleanze necessarie dentro il governo e ai partiti che lo sostengono per realizzare i suoi progetti. Ci riesce con l’istituzione nel 1953 dell’Eni, dopo una lunga e travagliata discussione tra chi sosteneva ad oltranza l’iniziativa privata ed i fautori di una forte presenza dello Stato nell’economia.
Mattei riesce ad affermare il ruolo strategico dell’energia nello sviluppo economico italiano e a ispirare fiducia nel possibile miracolo dell’indipendenza energetica. L’abilità nel costituire una rete di collaboratori capaci di muoversi sulla scena internazionale diviene uno dei punti di forza per l’azione diplomatica dell’Italia.
Il 27 ottobre 1962 l’aereo Morane Saulnier 760 di Mattei proveniente da Catania e diretto a Linate precipita a Bascapè (Pavia). Muoiono il presidente dell’Eni, il pilota Irnerio Bertuzzi e il giornalista americano William Mc Hale.
La morte di Mattei è stata inizialmente archiviata come incidente. Nel 1994 la Procura di Pavia riapre l’inchiesta e ordina nuove perizie. Nel 2005 la Procura archivia l’inchiesta accertando la presenza di esplosivo sui resti dell’aereo.