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Frattini: ‘L’uso della forza è sempre una tragedia’

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ROMA – "L'uso della forza e' sempre una tragedia, anche se muore una sola persona": lo dichiara il ministro degli Esteri Franco Frattini, commentando in un'intervista ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL l'offensiva israeliana a Gaza, giunta al ventesimo giorno. Per il ministro Frattini, quello che bisogna evitare e' "fare la conta dei morti da una parte e dall'altra. Io non voglio farlo – afferma – voglio invece che cessi il fuoco dall'una e dall'altra parte". In questo senso, secondo Frattini, l'uso della forza da parte dell'esercito israeliano "non e' proporzionato ne' sproporzionato, ma il conflitto in se' e' una tragedia".

Nella sua missione nella regione, che prendera' il via lunedi', il ministro punta a ottenere "una tregua umanitaria", "l'impegno di Hamas a sospendere il lancio di razzi" e, "in qualche modo, impedire il contrabbando di armi" attraverso i valichi della Striscia. Una tregua, spiega il ministro, consentirebbe "l'intervento italiano, che sara' concentratato su bambini e ospedali di Gaza".

Per questo, "chiediamo a Israele una garanzia per questo corridoio umanitario e sanitario. Io stesso – aggiunge – intendo entrare nella Striscia di Gaza se mi sara' consentito dalle autorita' israeliane".

Il ministro ribadisce l'importanza del piano egiziano per il cessate il fuoco, che contempla la "sospensione del lancio di razzi" da parte di Hamas e la fine del "contrabbando di armi" verso la Striscia. Ma ammette che si tratta di obiettivi difficili, dal momento che, afferma Frattini, "risulta l'emergere di differenziazioni tra i capi di Hamas a Gaza e quelli residenti in Siria".

"Questi ultimi avrebbero un atteggiamento piu' rigido e piu' duro – prosegue – Spero che alla fine si decida di accettare il piano egiziano". Il ministro ricorda anche le divisioni all'interno della Lega Araba, che "non aiutano a risolvere il problema", ma ritiene che "la posizione egiziana aiuti a compattare la Lega, non riconoscendo, e fa bene, ad Hamas il ruolo di uno stato nello stato palestinese".

Riguardo al coinvolgimento di Damasco nel confronto diplomatico sulla crisi, Frattini ribadisce di "voler visitare tutta la regione" e di essere "in contatto con le autorita' siriane". Per Frattini "e' evidente che il ruolo di Damasco e' importante per dissuadere la parte piu' dura di Hamas, quella che sembra non accettare la proposta dell'Egitto". E per questo ritiene che "gli egiziani comprenderanno il dialogo dell'Italia con la Siria", tema gia' affrontato in una conversazione telefonica che il ministro ha avuto con il suo omologo del Cairo Ahmad Abul Gheit.

Sulle aperture emerse ieri da parte della delegazione di Hamas al Cairo, che ha parlato di un possibile si' al piano egiziano se saranno accolte le osservazioni del movimento islamico, il ministro precisa di "non interpretare la dichiarazione del portavoce di Hamas come un via libera definitivo".

Frattini conferma comunque il 'no' dell'Italia al dialogo con Hamas, minimizzando il fatto che la Russia, che e' una componente del quartetto, abbia deciso diversamente: Mosca "non fa parte dell'Unione europea – ricorda – mentre noi ne siamo un paese fondatore: bisogna accettare con il massimo rispetto la decisione europea che Hamas non e' un interlocutore politico".

Per quanto riguarda i paesi Ue che dimostrano maggiore disponibilita' verso Hamas, Frattini afferma che sono aperture fatte "non in veste formale" dal momento che in caso contrario "violerebbero una delle regole che l'Unione europea si e' data".