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Garantire servizi ai cittadini e livelli retributivi al personale

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L’Amministrazione comunale esprime il proprio rammarico per lo stato di agitazione del personale promosso dai sindacati. I Comuni, e quello di Arezzo non può certo fare eccezione, vivono le gravi difficoltà della finanza locale che hanno le loro motivazioni nella crisi economica generale ma anche nel taglio dei trasferimenti statali, nella incompleta ed assolutamente insufficiente restituzione delle risorse ex Ici, nel decreto del Ministro Brunetta.
Nonostante questi gravi problemi, il Comune di Arezzo ha fatto una scelta: mantenere qualità e quantità dei servizi ai cittadini e garantire i livelli retributivi del personale. E’ utile quindi ricordare la proposta dell’Amministrazione nel confronto sindacale: un aumento di 300 euro nel 2008 rispetto al 2007 per la produttività. Una cifra che contribuisce a collocare Arezzo tra i primi comuni in Toscana quanto a salario accessorio. Proposto anche un aumento del valore del buono pasto che da 7 passerebbe a 10 euro con un conseguente aumento medio di altri 250 euro.
Uno sforzo notevole per il Comune di Arezzo che si prepara ad un ulteriore incremento della spesa per il personale: alle firma del rinnovo del contratto nazionale, il Comune di Arezzo sarà chiamato ad una spesa aggiuntiva di oltre 700.000 euro.
Non siamo, quindi, di fronte a tagli agli stipendi. Le riduzioni di cui scrivono i sindacati sono dovute in modo particolare ad un contesto che non è certo quello locale.
L’Amministrazione comunale è pienamente disponibile a continuare il confronto con i sindacati avendo come obiettivo condiviso la qualità dei servizi, l’interesse dei cittadini e la valorizzazione della professionalità dei dipendenti. Ripropone quindi, tema questo non gradito ai sindacati, la valutazione del merito individuale e non la semplice ripartizione a pioggia. Ribadisce che il Fondo che alimenta una quota dello stipendio dei dipendenti viene determinato dall’Amministrazione stessa in relazione alle esigenze di bilancio ed ai dettati di legge e la cui definizione, secondo la norma, non è oggetto di contrattazione sindacale.
La qualità dei servizi, infine, non è a rischio perché sono state attuate azioni di razionalizzazione e di ottimizzazione che hanno diminuito le necessità di straordinari che, si augura l’Amministrazione, non vengano interpretati dai sindacati come elemento retributivo stabile.