Home Cronaca Giallo Brenda, scrittori a confronto

Giallo Brenda, scrittori a confronto

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NAPOLI – Scrittori a confrondo sul giallo di via due Ponti. Per il giallista napoletano Maurizio De Giovanni che ha firmato quest'anno 'Il posto di ognuno. L'estate del commissario Ricciardi' pubblicato da Fandango Libri, ''chi ha ucciso Brenda ha voluto comprarsi una volta per tutte il suo silenzio con la forza. Da quando la sua attività è diventata di dominio pubblico, le sue verita' potevano essere scomode ed e' stato messa a tacere''.

''Finche Brenda viveva nell'ombra ed esercitava la sua professione senza farsi scoprire, non costituiva un problema ma appagava soltanto le necessità dei suoi frequentatori". ''Nella nostra società perbenista – ha aggiunto De Giovanni – Brenda ha fatto comodo a molti. Una volta però che la sua attività illecita è diventata di dominio pubblico è diventata pericolosa. In realta', si potrebbe dire che Brenda è morta per la troppa luce che ha ottenuto in queste ultime settimane. Un dato è certo. Questo è un tipico delitto generato dalla passione. Un delitto che, in altri termini, chiama in causa la sfera delle inclinazioni personali. Nella nostra società perbenista un uomo importante che riveste qualunque tipo di carica, rischia di farsi rovinare una carriera specchiabile per un gesto o per una passione che tradisce le convenzioni condivise. Quindi può sempre scattare, da parte di chi vede violata la sua intimità, l'istinto di difesa. Un istinto che può condurre verso reazioni tragiche".

Per il giallista Marco Vichi, 'papà' del Commissario Bordelli e autore di libri come 'Morte a Firenze', pubblicato quest'anno da Guanda, ''si tratta di un caso molto ingarbugliato. Le possibili implicazioni possono essere molte. Se fosse un caso politico la verità non verrebbe a galla prima di venti o trent'anni. Pensiamo, ad esempio, alle tante stragi che hanno insanguinato il nostro Paese. Stragi che non sono state svelate e la cui verità reata ancora nell'ombra. "In molte situazioni – spiega Vichi – si viene puniti o perché non si è rispettato un patto oppure perché era necessario tacere ed eseguire degli ordini. Potrebbe trattarsi, dunque, di un altro mistero italiano. Se al contrario siamo di fronte ad un fatto di cronaca nera legata alla spaccio di droga, e' possibile che la verita' verra' scoperta presto. La storia ci insegna,comunque, che se vengono chiamati in causa poteri troppo forti ed intoccabili si innesca un mistero incerto e di difficile soluzione''.

A invocare la verità è invece Alberto Bevilacqua. ''In questa fase – afferma – mi sembra che ci sia bisogno di una seria e rigorosa inchiesta della polizia e della magistratura. Ci sono molte cose da chiarire, molte ombre inquietanti. Oggi vanno tanto di moda i thriller e i noir, ma in questo caso più che materia da romanzo c'è bisogno di verità''.

''La letteratura ha sempre un legale di conciliazione con l'umano, ma in questo caso vedo poco, anzi pochissimo di umano. Siamo di fronte -ha dichiarato Bevilacqua riflettendo da scrittore sulla tragedia- ad un mondo di tenebre dove le persone si eliminano o si inducono a eliminarsi. Il romanzo non e' mai tenebra fine a se stessa e il romanzo non puo' raggiungere tutto, ad un certo punto si deve fermare. Ma qui i toni del romanzesco non servono. Siamo di fronte ad un soggetto da inquiesta poliziesca e giudiziaria: si tratta di appurare se c'è stato un omicidio oppure no''.

''La realtà supera sempre la fantasia'', secondo Biagio Proietti sceneggiatore e scrittore di gialli. ''Sospetto che ci sia qualcosa di più grosso e impegnativo di quello che è emerso fino ad ora'', afferma Proietti all'ADNKRONOS. ''Gli elementi che emergono da questa vicenda -ha detto Proietti- potrebbero costituire i punti di riferimento di qualunque giallo. Sono coinvolti, infatti, il sesso, la corruzione, la droga e la politica. Nelle indagini, tra l'altro, sono stati inseriti singoli membri delle forze dell'ordine. Elementi, questi, che rappresentano una ricca materia narrativa e che danno luogo a dei meccanismi e degli intrecci drammatici''.

''Sono coinvinto, peraltro -ha proseguito Proietti- che chi ha dato vita a questa vicenda probabilmente non aveva ben chiaro le implicazioni che potevano essere innescate. Credo che, alle spalle di questo omicidio, ci sia molto di piu' di quello che si sa e di cio' che si scoprira' nei prossimi giorni''. ''Il caso di Brenda -conclude Proietti- continuera' a far parlare ancora molto. La gente e' attratta da eventi misteriosi e torbidi come questi:il delitto, magari passionale, incuriosisce ed interessa in modo morboso e funziona anche dal punto di vista narrativo. La curiosita' aumenta ancora di piu' quando le persone coinvolte sono importanti. E' difficile, in ogni caso, che la verita' emergera' pienamente. Quando muore una persona qualunque viene scoperto e la sua vita viene esaminata in ogni dettaglio. Quando invece in qualche modo entra in gioco la politica la verita' non viene mai fuori e tende a perdersi del tutto''.

Articlolo scritto da: Adnkronos