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Il 2009 della Confcommercio di Arezzo

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AREZZO – 8.300 imprese associate in provincia di Arezzo, con più di 700 nuovi soci nell’ultimo anno. Un volume di affidamenti garantiti pari a 260 milioni di euro per circa cinquemila imprese beneficiarie con un bassissimo livello di sofferenze (1,5%). Un’attività formativa che registra 133 corsi realizzati per 13.336 ore di lezione e ben 4.739 allievi formati. L’attività sindacale e il presidio del territorio, con dodici sedi tra capoluogo e vallate.
Un anno difficile e intenso, per il commercio ed il terziario aretino, ma anche ricco di soddisfazioni, quello che si è appena chiuso. Certamente almeno per l’organizzazione di categoria che con il 31 dicembre scorso, insieme all’arrivo dell’anno nuovo, ha festeggiato 740 nuovi associati. Un dato finale per la Confcommercio della provincia di Arezzo. che compensa abbondantemente quello relativo alla mortalità, cioè alle cessazioni delle aziende, purtroppo verificatesi nel corso del 2009, stimato in circa 450 unità, con un saldo attivo per l’associazione di circa 300 soci. Che consente all’Ascom di Arezzo di confermarsi prima in Italia per il tasso di incremento degli associati, che sono passati dai circa 4.500 del 1998 agli oltre 8.000 di quest’anno, con un incremento di quasi il 100% in dieci anni.

Le ragioni del successo
Alla base della performance della Confcommercio aretina ci sono molti ingredienti. “Primo su tutti” secondo quanto afferma il presidente Benito Butali, “la qualità e la determinazione dei professionisti che compongono la struttura dell’Ascom, a tutti i livelli, che consente una presenza pronta e professionale sui temi di maggiore attualità al servizio della categoria: dal credito alla formazione, dagli eventi alla tutela sindacale. Perché il successo o l’insuccesso delle imprese lo fanno gli uomini che le guidano.”

“A questo proposito” aggiunge il direttore Franco Marinoni “è fondamentale anche la credibilità degli imprenditori che sono chiamati a rappresentare le istanze dei colleghi in nome e per conto dell’intera categoria. Gli operatori si identificano e, quindi, si avvicinano ad una associazione di categoria in base alla credibilità dei colleghi che trovano impegnati all’interno di questa come dirigenti. Io credo che proprio la credibilità, personale e manageriale, di imprenditori come Benito Butali o Giovanni Tricca, per esempio, ma anche di tutti gli altri impegnati a vario livello nell’associazione, sia il primo requisito del successo dell’Ascom”. Che non a caso è oggi la maggiore associazione di categoria aretina come numero di iscritti, di conseguenza quella alla quale è assegnato il maggior numero di rappresentanti del sistema economico provinciale nel consiglio della Camera di Commercio, che esprime il presidente dell’ente camerale e che svolge un ruolo da tutti riconosciuto come primario nell’economia in generale, non solo nel terziario.

La voglia di associazionismo
Su tutto, si respira la voglia di associazionismo degli imprenditori aretini, che nell’ultimo decennio hanno capito con chiarezza sempre maggiore quanto serva avere una rappresentanza sindacale che tuteli le loro istanze in ogni sede, dal Governo alle istituzioni locali. Soprattutto in un momento di difficoltà. Gli stessi imprenditori che, smessi i panni ormai logori dei “botoli ringhiosi”, individualisti ed isolati, stanno assumendo un atteggiamento sempre più propositivo. Lo dimostrano le tante iniziative di cui si sono fatti promotori presso le Amministrazioni Comunali, dalle valutazioni su traffico e parcheggi ai grandi eventi o ai servizi per turisti e residenti. Con lo sguardo che si allarga a comprendere, oltre al bilancio aziendale, lo sviluppo del territorio, in un’ottica secondo la quale nessuna impresa può prosperare in un luogo poco vivibile e poco attento alle esigenze delle persone.

La formazione al centro
È dunque un’impresa che si apre al mondo, quella che spinge avanti il terziario aretino. Un’impresa che vuole capire e assecondare i cambiamenti in atto. Anche puntando sulla formazione, che non per nulla è diventata una tra le punte di diamante dell’attività di Confcommercio. Con 133 corsi promossi, 13.336 ore di formazione erogate e ben 4.739 allievi “diplomati”, l’Agenzia formativa della Confcommercio di Arezzo si è infatti riconfermata leader in provincia. Mantenendo ben stretta la certificazione di qualità UNI EN ISO 9001:2000 e l’accreditamento della Regione Toscana. In un solo anno, dal 2008 al 2009, gli iscritti ai vari percorsi formativi sono cresciuti di oltre 800 unità, testimoniando una crescente “voglia di sapere” degli operatori. Che, al di là dei corsi obbligatori per legge (come quelli per la sicurezza sui luoghi di lavoro o l’igiene e sicurezza degli alimenti), per sé e per i propri collaboratori privilegiano i corsi professionalizzanti, che danno nuovi input per svolgere meglio il mestiere (vetrinistica, packaging, tecniche di vendita, addobbo floreale, ristorazione, …) e quelli manageriali, che aiutano invece a gestire la propria impresa e a motivare la squadra di lavoro.

Il ruolo del credito
La stretta creditizia in atto, unita alla contrazione dei consumi, nel 2009 ha rivelato con amara crudezza la fragilità di alcune aziende della provincia di Arezzo. Poco patrimonializzate, dunque più fragili alle intemperie finanziarie che hanno caratterizzato questo periodo. A queste imprese, ma anche alle imprese in salute alle quali la mancanza di credito impedisce una crescita continua, Confcommercio ha dedicato la nascita, nel 2005, del Centro Fidi Terziario, la società che riunisce 14 consorzi fidi dell’Italia centrale targati Confcommercio e le nove principali banche del territorio. Un organismo in cui l’Ascom di Arezzo ha sempre svolto un ruolo di primo piano e continua ad averlo grazie all’incarico di amministratore delegato affidato al suo direttore Franco Marinoni. Centro Fidi Terziario è stata la prima struttura creditizia a livello nazionale ad essere iscritta nell’elenco delle vigilate da Banca Italia. Ovvero, le uniche in grado di fornire alle banche garanzie a prima richiesta, anziché sussidiarie. Un requisito che, secondo gli accordi di Basilea 2, dal 1 gennaio 2010 è l’unico che può aiutare le imprese a dischiudere le porte del credito.
260 milioni di affidamento
Con queste premesse, in provincia di Arezzo il Centro Fidi Terziario ha raggiunto nel 2009 un volume totale di affidamenti pari a 260 milioni di euro per oltre cinquemila imprese beneficiarie, con un livello di sofferenze bassissimo (intorno all’1,5%). Ed è questo il vero elemento che caratterizza in positivo l’attività dello strumento creditizio di Confcommercio, a fronte di sofferenze ormai a due cifre di altri strumenti del genere. Se infatti fare numeri elevati nel credito di questi tempi è relativamente semplice, farlo con un livello di sofferenze così basso lo è molto meno e costituisce un elemento di virtuosità preziosissimo per riuscire a restare sul mercato, rispettando i rigidi paramentri imposti da Banca d’Italia e continuando quindi a svolgere il servizio di garantire il credito alle imprese nei confronti delle banche.

Il presidio del territorio
Formazione, credito, assistenza sindacale. Elementi importanti per il successo di un’associazione di categoria, ma che acquistano senso solo se uniti ad un presidio capillare del territorio. Che permette di essere vicini agli imprenditori, al loro fianco ‘nella buona e nella cattiva sorte’. Ecco perché la Confcommercio da tempo si è trasformata in una ‘realtà diffusa’, con un centro ad Arezzo ed altre undici nel resto della provincia. Due in Casentino (la sede storica di Bibbiena e quella nuovissima di Subbiano, inaugurata nel febbraio scorso), uno in Valtiberina, tre in Valdarno, cinque in Valdichiana. Vallate con una storia e caratteri profondamente diversi, che hanno bisogno di interventi ad hoc.

I COMMENTI
Franco Marinoni, direttore Confcommercio
“Se c’è un merito che rivendico è quello di aver creato una squadra di straordinari professionisti, gente che lavora con passione, competenza e dedizione assoluta. Come dice il presidente Butali i risultati li fanno gli uomini e quelli ancora una volta straordinari di quest’anno dell’Ascom si devono proprio alle persone che, nei rispettivi ruoli, dal centralino ai capi servizio e ai più alti dirigenti, si sono impegnati al servizio della categoria in maniera encomiabile”.

Benito Butali, presidente Confcommercio Arezzo
“È nelle difficoltà che si vede la vera stoffa di un imprenditore. Lo stesso si può dire, a maggior ragione, di un’associazione di categoria, che deve funzionare meglio e di più nel momento in cui le imprese hanno più bisogno. Si intenda bene: gli imprenditori aretini sanno far bene da soli il proprio mestiere, ma grazie alla Confcommercio possono contare sull’assistenza qualificata di professionisti in grado di aggiornarli sui temi di maggiore attualità, dal credito alla formazione, dagli eventi alla tutela sindacale”.