Home Attualità Il saluto del Sindaco Fanfani al Vescovo Fontana

Il saluto del Sindaco Fanfani al Vescovo Fontana

0
Il saluto del Sindaco Fanfani al Vescovo Fontana

«Eccellenza reverendissima,
ho il grande onore di dare a Lei il benvenuto nella nostra città.

Ciò faccio, ne sono certo, interpretando anche i sentimenti dei molti colleghi sindaci che oggi sono qui convenuti per portarLe, assieme al saluto delle nostre collettività, i sentimenti di rispetto, di affetto, e di collaborativa vicinanza che hanno sempre caratterizzato il rapporto tra istituzioni civili ed ecclesiatiche del nostro territorio.
Cio faccio in rappresentanza di una città che oggi la accoglie festosa, consapevole della importanza di questo gesto, e del significato profondo di tanto accorrer di popolo, consapevole della essenzialità del rapporto di collaborazione tra istituzioni civili e religiose, nella ricerca costante di coerenti risposte alle molte domande che provengono dalla umanità nostra propria, e che hanno ad oggetto il soddisfacimento di bisogni materiali, e, più ancora, la risposta alla esigenza di spiritualità che è propria di ciascun essere.
Io ho profondo convincimento come il centro di ogni attenzione ed il riferimento di ogni nostro atto debba essere l’uomo nella sua complessità, nel confronto costante con una società sempre più egoista e meno solidale, nella quale emergono quotidiane sofferenze individuali e collettive alle quali nessun cristiano e nessun cittadino può ritenersi estraneo, ed alle quali tutti coloro che hanno responsabilità a vario livello devono ritenersi solidalmente legati.
Voglio cogliere questa occasione, per me l’ultima, per ricordare e ringraziare chi la ha preceduta nel difficile compito di governo della barca di S.Pietro e di S.Donato, che oggi passa nelle sue mani alla presenza di tutta la città.
Ho già avuto occasione di salutare più volte in publico ed in privato il nostro caro Mons. Bassetti.
Oggi voglio farlo qui dinanzi a tutti voi, con l’affetto personale che mi lega a lui e per il rispetto che si è guadagnato da parte di tutta la città nelle molte battaglie combattute contro le ingiustizie a fianco di coloro che avevano più bisogno.

Non c’è stata occasione di gioia o di dolore della città che non abbia visto il Vescovo parteciparvi con l’autorità morale ed il fascino profondo che la spiritualità del messaggio cristiano attribuisce a tutti i nostri comportamenti.
Grazie caro Mons. Bassetti per tutto quello ha fatto per la nostra collettività, e grazie ad entrambi per questa esaltante continuità di impegno nella futura azione pastorale di Mons Fontana che come lui afferma, raccoglie da Lei ‘amico e fratello di molti anni, il ministero di unità e di pace’.

Ancora Benvenuto tra Noi Mons. Fontana.
Il Suo primo Messaggio alla diocesi, nella preoccupazione reiterata per le sorti della umanità errante; nel richiamo al dovere individuale della carità; nella indicazione della fruttificazione della chiesa ‘nell’amore che essa sa diffondere tra gli uomini’; nei richiami costanti al futuro dei giovani; nella attenzione alla cultura come ‘patrimonio e tesoro comune di tutti’; ed infine nella attenzione all’uomo ed alla ‘meditazione sulla sua sorte’, conferiscono al Suo ingresso nella nostra amata cattedrale il senso della paterna protezione, della speranza, e della costante vicinanza ai problemi della nostra gente.
Ella viene qua in Arezzo, da una terra piena di antica spiritualità, in un cammino ideale che accompagna la ascesi francescana dalla verde umbria alla terra compresa intra tevero ed arno.
Ella Viene in una società complessa e generosa, in una città caratterizzata da una grande propensione al lavoro, alla impresa, ed alla laboriosità collettiva, in una città attenta da sempre ai problemi della sviluppo sì come ai problemi sociali, in una città caratterizzata da una diffusione grandissima di volontariato ad ogni livello.
Ella viene in una società consapevole della propria storia, del proprio grande patrimonio culturale ed artistico che Lei stesso ha sintetizzato nei quattro nomi di Petrarca, Piero della Francesca, Michelangelo e Vasari, in una città consapevole delle proprie potenzialità così come preoccupata del proprio futuro, in un momento storico in cui le ragioni del progresso
economico che ne ha caratterizzato lo sviluppo dal dopoguerra, sono state, e sono messe in discussione da una crisi internazionale che pare non aver ancora trovato sbocchi confacenti.

Oggi per la prima volta Arezzo si confronta con nuove emergenze, con la mancanza di lavoro e con una crisi economica che penalizza e disorienta soprattutto i giovani già vittime di una società sempre più disgregata e sempre più disattenta ai valori morali, e sempre più vittima di modelli che confliggono con la esigenza etica di una collettività che voglia guardare al proprio futuro con fondata speranza.
Emergono oggi nuove povertà, nuove soglie di indigenza, nei confronti delle quali si è sviluppato e consolidato nel tempo un impegno convergente e proficuo tra istituzioni civili ed ecclesiatiche che deve essere da esempio costante per tutti, nella speranza che ogni cittadino comprenda come la povertà e la esclusione sono frutti, per quanto indesiderati, di questa società, e che per tal motivo questa società ha il dovere di confrontarsi quotidianamente con questi.
Ella ha chiesto nel suo primo messaggio la collaborazione di tutti.
La avrà con entusiastico e serio impegno, perché anche tutti noi, impegnati nelle istituzioni, abbiamo come unico fine quello che Ella, citando gli atti degli apostoli, indica come il desiderio di ‘passar tra la gente facendo del bene’.

Noi tutti le auguriamo ogni bene, e le garantiamo ogni doverosa collaborazione nel rispetto delle reciproche competenze, al fine di far crescere questa nostra collettività nella prosperità, nella consapevolezza del proprio futuro, nei valori morali che hanno da sempre contraddistinto questa nostra terra.
Sono certo che tutta la Chiesa la aiuterà e le sarà vicino in questo suo non facile cammino.
Le istituzioni faranno la loro parte, e non mancheranno di offrirLe la reciproca collaborazione nell’interesse di una collettività che ha bisogno di tutti noi, soprattutto oggi in un momento storico in cui la necessità comune di riscoprire i valori fondanti della società, rende insostituibile un rapporto costante tra le istituzioni politiche e civili, e chi, come Lei, ha il gravoso carico di affermare i valori spirituali e religiosi dell’umanità.

Ancora Benvenuto in Arezzo Eccellenza, e , a nome di tutta la città, grazie per essere tra noi.»