Home Cultura e Eventi Cultura Impazza il dibattito sui Premi. Un coro per regole e trasparenza

Impazza il dibattito sui Premi. Un coro per regole e trasparenza

0

TORINO – Dopo la bufera che si è abbattuta sul Grinzane-Cavour e le polemiche culturali che stanno investendo il Premio Strega o altri riconoscimenti, istituzioni e mondo culturale si interrogano sulla validità dei Premi letterari. Al centro del dibattito, che coinvolge scrittori, linguisti e addetti al settore, la necessità – in molti casi – di riscrivere le regole e rendere più trasparenti i meccanismi dei Premi. Ma non manca chi vorrebbe sospendere le manifestazioni e soprattutto un controllo sui finanziamenti per le kermesse culturali.

Da parte sua, la Regione Piemonte chiederà all'Ordine dei Commercialisti supporto per la messa a punto di strumenti di verifica che dovranno essere adottati da tutte le associazioni di ricevono fondi pubblici rilevanti. ''L'obiettivo – ha spiegato la presidente, Mercedes Bresso – è definire regole condivise alle quali si attengano anche i revisori dei conti delle associazioni medesime''. ''In primo luogo – ha aggiunto Bresso – vogliamo costituire un gruppo di lavoro che ci aiuti a fare una revisione straordinaria di tutte le associazione che ricevono finaziamenti rilevanti da parte della Regione e poi a definire regole procedurali ed etiche''.

Prende posizione anche lo scrittore Giorgio Montefoschi, vincitore dello Strega nel 1994 con il romanzo ''La casa del padre'' (Bompiani'). 'Il Premio Strega – dice – era molto meglio quando era decisamente manovrato da Maria Belolonci e poi da Annamaria Rimoaldi, perché loro avevano molto a cuore il valore del premio stesso. Ora è manovrato soltanto dagli editori''. ''Io non faccio moralismi sui premi, perché si sa che da che mondo è mondo tutti vogliono partecipare e gli editori fanno delle pressioni e delle raccomandazioni, tutto sommato in un'ottica di normalità. Ma oggi – lamenta Montefoschi – siamo arrivati al preconfezionamento della vittoria dei libri, prima ancora che vengano pubblicati''.

Per i premi letterari ''si tratta di riscrivere le regole e dare nuove garanzie di trasparenza. – esorta lo scrittore e giornalista Mario Fortunato – Altrimenti sarà inevitabile che gruppi editoriali importanti, come Mauri-Spagnol, diano forfait per principio, annunciando di non voler partecipare allo Strega perché tanto si sa già in partenza chi se lo aggiudica, e che gli editori più piccoli e indipendenti si sentano per ovvi motivi tagliati fuori da ogni più vaga possibilità di vittoria, anche quando candidano bei libri di ottimi autori''. Del resto, ricorda Fortunato, ''il re è nudo non soltanto per lo Strega''.

Taglia corto lo storico e critico della letteratura Giulio Ferroni, professore all'Università 'La Sapienza' di Roma: "I premi non servono a niente". "Le polemiche in atto sui premi letterari – aggiunge Ferrori – confermano che questi riconoscimenti finiscono solo per fare danno, dal momento che fanno presa su questioni solo esteriori e scandalistiche".

Per Dacia Maraini, vincitrice dello Strega nel 1999 con il romanzo ''Buio'' (Rizzoli'), ''un premio come lo Strega ha anche una funzione culturale importante, di stimolo alla lettura. Ben vengano, dunque, tutte le misure per rendere più trasparente il suo funzionamento. Come sono benvenute tutte le misure che rendono più trasparenti tutti i premi letterari''.

Sulla stessa linea il linguista Francesco Sabatini, presidente onorario dell'Accademia della Crusca, per il quale ''i premi letterari hanno una loro importanza. Se ci sono deviazioni o strumentalizzazioni, non prendiamocela tanto con i premi quanto con chi li gestisce o con le regole non adatte a offrire tutte le garanzie neccesarie al loro svolgimento. Le critiche devono essere sempre accompagnate da osservazioni costruttive, non solo distruttive''. ''I riconoscimenti alla produzione artistica e letteraria sono un principio da ammettere in una societè aperta al confronto delle idee e dei gusti'', commenta Sabatini in risposta a chi vorrebbe sospendere i premi.

Interviene nel dibattito anche Mario Andreose, direttore letterario del Gruppo Rcs, che pubblica con i marchi Rizzoli e Bompiani, che sottolinea: ''Le polemiche sui premi letterari ci sono sempre state e servono quando fanno emergere contraddizioni o errori. Bisogna stare attenti, però, a fare di un'erba tutt'un fascio. In atto ci sono polemiche e vicende del tutto diverse, che niente hanno in comune''. ''Lo Strega come altri premi letterari sono un patrimonio di tradizione letteraria e culturale che va salvaguardato, pur intervenendo con le dovute correzioni se necessarie'', ha aggiunto Andreose.

"Vedo un 'cupio dissolvi' sui premi letterari che mi sembra del tutto fuori luogo'', rimarca Rosanna Bettarini, presidente della giuria del premio 'Viareggio-Repaci'. ''I riconoscimenti – dice – sono iniziative piacevoli, interessanti e che danno visibilità ai libri e ai loro autori. Ogni premio ha un suo regolamento e come tale è sbagliato fare generalizzazioni".

"I premi letterari potrebbero avere anche una funzione ma ormai appaiono superati da altri interessi, sia soprattutto di natura editoriale che talvolta politici. Ormai e' evidente che sono gli editori gli unici che hanno interesse nel mantenere l'attuale sistema dei premi", ha detto il giornalista e scrittore Giorgio Bocca, aggiungendo: "i premi letterari non fanno ormai eccezione alla regola italiana, secondo la quale tutto viene asservito ad altri interessi rispetto a quelli originari".