Home Politica Influenza A, Fazio: ‘Ora leggera ma futuro incerto’

Influenza A, Fazio: ‘Ora leggera ma futuro incerto’

0
Influenza A, Fazio: ‘Ora leggera ma futuro incerto’

ROMA – "Per ora è andata bene: il primo picco di influenza pandemica si è concluso ed è stato leggero. Ma per il futuro possiamo aspettarci che si ripresenti o che muti e la nostra arma contro queste ipotesi sono solamente i vaccini". Lo ha evidenziato il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, intervenendo oggi a Roma a una conferenza stampa organizzata nella sede della Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri (Fnomceo).
"Verosimilmente, il virus H1N1 sarà inserito nel vaccino contro l'influenza stagionale del prossimo anno", ha poi ipotizzato Fazio che sottolinea. "Bisogna eradicare questo virus e l'unico modo che abbiamo per farlo è vaccinare la popolazione. Fra qualche tempo inizieremo a valutare la possibilità di allargare le categorie da immunizzare".
Quanto ai "dubbi sulla sicurezza e sull'efficacia dei vaccini contro l'influenza A e sull'importanza dell'immunizzazione sono stati generati dalla scarsa informazione fra i medici. Un problema a cui porremo rimedio", ha poi aggiunto il ministro il quale ha sottolineato che "l'additivo utilizzato nei vaccini, lo squalene, è olio di fegato di pescecane". "Una volta veniva utilizzato l'olio di ricino – ha ricordato Fazio – oppure l'olio di fegato di merluzzo, come purga per i bambini. Questo è olio di fegato di squalo e viene utilizzato perché se ne ricava di più rispetto a quello di merluzzo, ma il principio è sempre lo stesso".
Dal canto suo l'Organizzazione mondiale della sanità ha detto che il virus A/H1N1 spesso è 'preso sottogamba', anche per via dei dati sulla mortalità, molto più bassi rispetto alle stime relative all'influenza 'stagionale'. Anche perché gli sforzi per valutare la gravità degli effetti del virus pandemico, confrontando il numero di decessi confermati con quelli stimati per l'influenza stagionale, forniscono risultati che non sono "affidabili, per diverse ragioni".
Secondo l'Oms, dal momento che i sintomi dell'infezione da H1N1 sono simili a quelli di molte altre malattie, i medici spesso non sospettano il virus pandemico e non fanno test, "e questo è vero in particolare nei Paesi in via di sviluppo, dove le morti per malattie respiratorie, inclusa la polmonite, sono comuni". Non solo, i test di routine per l'H1N1 sono "costosi e molto richiesti", e al di sopra delle possibilità di diversi Paesi. E ancora, quando i test confermano l'infezione da virus pandemico in pazienti con patologie preesistenti, molti dottori registrano questi decessi "come dovuti a problemi medici e non al virus H1N1". Dunque questi casi "sfuggono alle statistiche ufficiali".
Inoltre secondo l'Oms c'è il problema dei falsi negativi ai test. Insomma, i confronti sui numeri delle vittime legate al virus pandemico e all'influenza stagionale non "misurano in modo accurato l'impatto dell'H1N1. Anche perché quest'ultimo patogeno colpisce in generale pazienti più giovani". L'Oms continua comunque a definire l'impatto dell'H1N1 come "moderato", ma avverte che una valutazione accurata della letalità del virus pandemico potrà essere fatta "solo uno o due anni dopo il picco, usando metodi simili a quelli usati ogni anno per la 'stagionale'".