AREZZO – Ieri sera l’arcivescovo Riccardo Fontana (nella foto) ha incontrati i volontari e i giovani che svolgono il servizio civile nella Caritas diocesana. L’incontro è avvenuto nella struttura di San Zeno, alla periferia di Arezzo, gestita insieme ai disabili del centro di riabilitazione di Agazzi.
Il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro ha cenato insieme ai ragazzi che al presule hanno confidato le motivazioni che li hanno spinti a impegnarsi a favore degli ultimi e a dedicare un anno della loro vita al servizio dei più deboli. A Fontana sono state presentate le attività della Caritas diocesana e gli ambiti in cui i giovani operano ogni giorno: dai centri di ascolto alla casa di accoglienza in via Fonte Veneziana, dalle strutture per anziani o portatori di handicap ai progetti di stampo internazionale.
L’arcivescovo ha espresso la sua vicinanza alla Caritas e ai ragazzi e ha spiegato che “l’esercizio della carità è compito di ciascuno e dell'intera comunità ecclesiale che è chiamata ogni giorno a venire costantemente incontro alle sofferenze e ai bisogni, anche materiali, degli uomini del nostro tempo”. Fontana ha sottolineato che “la Chiesa è come un tavolo che non può stare in piedi se non è sorretto da almeno tre gambe: l’annuncio, la celebrazione e la testimonianza dell’unico Vangelo”. Poi ha aggiunto: “La Caritas non è un’associazione ma è presieduta dal vescovo in ogni Chiesa particolare perché ha come compito di coordinare tutte le attività caritative fatte nel nome della Chiesa”.
L’arcivescovo ha chiesto agli operatori di stargli vicino e di istaurare un rapporto diretto e continuo con lui, che nella Caritas è cresciuto e ancora oggi vi è particolarmente legato anche come vice-presidente nazionale di Caritas italiana.