Il fiume Arno tra il Medioevo e l’età Moderna. E’ questo il tema della conferenza che Emanuela Ferretti, assegnista di ricerca presso la facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo, terrà mercoledì 11 febbraio, alle ore 16, al campus del Pionta. L’incontro è organizzato nell’ambito del corso di Architettura del paesaggio tenuto dalla professoressa Maria Luisa Madonna.

Le tecniche di regimentazione, la navigazione ma anche le attività svolte sul fiume in quel periodo storico saranno gli argomenti dell’incontro. «Il fiume Arno è sempre stato una grande risorsa per il territorio», spiega Emanuela Ferretti. «Tra il XV e il XVIII secolo, ad esempio, fu utilizzato per il trasporto di legname dalle foreste casentinesi a Firenze. L’Opera del Duomo di Firenze era titolare di vaste aree boschive e faceva arrivare in città il legno del Casentino, particolarmente resistente, tramite fluitazione. I tronchi cioè galleggiavano sull’acqua trasportati dalla corrente, sotto l’attento controllo di persone che li accompagnavano lungo il tragitto. Questo legname venne utilizzato anche nei cantieri di Palazzo Pitti».

Sempre sull’Arno venivano trasportati, su apposite imbarcazioni, i marmi di Carrara diretti ai cantieri fiorentini. Un’attività che si svolse dal XIV secolo fino alla costruzione delle prime ferrovie. «Anche Brunelleschi se ne occupò», afferma Ferretti, «e negli anni ’30 del 1400 inventò un battello, detto “badalone”, che avrebbe dovuto trasportare questi materiali anche quando il fiume era in secca. Purtroppo l’imbarcazione affondò al primo viaggio, nei pressi di Empoli, perdendo l’intero carico».

Al periodo tra il Medioevo e l’età Moderna risalgono anche importanti opere di regimentazione per evitare le esondazioni del fiume. Furono infatti realizzate palificazioni, opere repellenti, e vennero eliminate numerose anse, come quella, ad esempio, tra Incisa e Montevarchi. Lungo il corso del fiume si svilupparono tante attività, dai mulini agli opifici, alle flottiglie di navicelli per il trasporto dei materiali.