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L’ombra della criminalità sul terremoto

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ROMA – Dalle case private alle casse statali. Dopo gli 'sciacalli' nelle abitazioni abbandonate per il terremoto, ora in Abruzzo l'attenzione deve spostarsi su altri 'sciacalli', piu' in grande stile, ovvero i clan mafiosi che potrebbero mirare ai soldi e agli appalti della ricostruzione. A mettere sull'avviso è il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso: "Nessun allarme specifico -precisa all'ADNKRONOS- ma una dovuta attenzione, sulla scorta di quanto purtroppo gia' successo in passato e che non deve piu' ripetersi".

Grasso assicura il massimo impegno affinche' "i soldi destinati a ricostruire quanto distrutto dal terremoto nel comune e nella provincia dell'Aquila vadano alle persone colpite da questa immane tragedia e non servano ad arricchire ulteriormente i clan della camorra o di altre organizzazioni criminali. Alle inchieste sul passato, su casi come quelli del crollo della casa dello studente e dell'inagibilita' dell'ospedale, su cui indaghera' la magistratura, dovra' affiancarsi un impegno volto al futuro, a non ripetere gli errori del passato nella ricostruzione".

Il ricordo piu' immediato e' naturalmente quello rivolto al dopo terremoto in Irpinia. "Certo -conferma Grasso- ma li', in Campania, la camorra per cosi' dire lavorava 'in casa propria'. In Abruzzo, per fortuna, non si registra una presenza di criminalita' organizzata, al di la' di alcuni sequestri di beni appartenenti a clan mafiosi, ma non autoctoni. Quindi, sara' anche piu' agevole controllare la situazione, in quanto le eventuali 'infiltrazioni' camorristiche o piu' in generale mafiose, dovrebbero risultare piu' visibili".

Articlolo scritto da: Adnkronos