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La Gelmini avverte: ‘La politica resti fuori dalle scuole’

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La Gelmini avverte: ‘La politica resti fuori dalle scuole’

ROMA – "Esiste all'interno della scuola una minoranza, lo sottolineo una minoranza, di dirigenti e di insegnati che confonde la scuola con l'agone politico. Credo sia assolutamente legittimo avere posizioni politiche ma queste vanno espresse nelle sedi opportune. La scuola e' un'istituzione, credo forse la piu' importante del nostro Paese, e in quanto tale va rispettata. Alla scuola si applicano le riforme non si fa politica". Cosi' il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, intervenendo su Canale 5 alla trasmissione "La Telefonata", di Maurizio Belpietro.

Rispondendo a una domanda del direttore di "Libero" sull'ora di religione, la Gelmini ha spiegato di sostenere le ragioni del Vaticano. "Credo che l'ora di religione debba avere la stessa dignita' delle altre materie, e credo anche che l'Italia non possa non riconoscere l'importanza della religione cattolica nella nostra storia e nella nostra tradizione -ha detto il ministro- io credo che vada garantita agli insegnanti della religione cattolica la stessa situazione, le stesse condizioni degli altri insegnanti".

Quanto alla riforma, che ha toccato anche il tempo pieno, e al dato, annunciato dal ministero, che quest'anno ci saranno duemila classi in piu' per 50mila bambini, la Gelmini ha sostenuto: "Credo che questo dato debba far riflettere perche' se ricordiamo l'anno scorso in cui per mesi la sinistra ha terrorizzato le famiglie, dicendo che il governo avrebbe tolto il tempo pieno, l'avrebbe dimezzato, non sarebbe stata piu' possibile l'utilizzazione di questa opportunita', dopo un anno con l'introduzione del maestro unico di riferimento ci saranno cinquantamila ragazzi in piu' che usufruiranno del tempo pieno. Credo sia l'esempio piu' eclatante di come si utilizzi la scuola a fini strumentali e politici".

Il ministro dell'Istruzione si e' anche detta convinta della scelta del maestro unico. "Credo che questa scelta allinea il nostro Paese al resto d'Europa -ha spiegato- perche' il modulo, cioe' la presenza di tre insegnanti nelle classi, era una anomalia tutta italiana, e poi e' una scelta pedagogica che io difendo perche' credo che i bambini nei primi anni della loro esperienza scolastica abbiamo bisogno di certezze, di un punto di riferimento, di una guida e il maestro unico di riferimento e' esattamente questo e' una persona che si assume la responsabilita' dell'educazione di una classe".

Sul problema del 'cambiamento di cattedra', che ogni anno vede duecentomila insegnanti italiani spostarsi da un istituto all'altro, la Gelmini ha spiegato che, "stiamo ragionando per fare in modo che la continuita' didattica sia possibile e quindi venga data la possibilita' ai dirigenti scolastici di mantenere gli insegnanti nella stessa classe, nello stesso istituto almeno per un biennio. Io credo che questo migliorerebbe di molto la qualita' della didattica all'interno delle nostre scuole ed e' un obiettivo che noi ci prefiggiamo". Di fronte alla considerazione di Belpietro sul fatto che ci sono classi in cui gli alunni stranieri sono il 95% e possibilita' di istituire delle quote per rendere un'educazione migliore, la Gelmini ha replicato, "abbiamo gia' annunciato un provvedimento del quale stiamo studiando gli aspetti tecnici che prevedera' una quota, cioe' un tetto del 30 per cento proprio per favorire le condizioni migliori per l'integrazione degli alunni stranieri".

Quanto alle critiche ricevute per la sua azione di ministro, la Gelmini ha detto di sentirsi, "tranquilla nel senso che sono consapevole di avere un ruolo complicato e quindi non puo' pretendere di essere esente da critiche. Pero' a me pare – ha aggiunto- che il Paese stia seguendo l'attivita' del governo e ci sia un'ampia condivisione sulla necessita' di non accontentarsi di una scuola che e' buona ma non sempre e quindi la gente, i genitori, le famiglie condividano la necessita' di un ritorno al rigore soprattutto discutere di educazione. Per troppi anni -ha concluso- abbiamo parlato di organici, di programmi, di curricula, di programmi di ore di lezione. Dobbiamo tornare a parlare di merito, di serieta', e avere una scuola che veramente prepari i giovani un futuro".

Articlolo scritto da: Adnkronos