Home Attualità Economia Mamma e imprenditrice: vita difficile, quasi impossibile

Mamma e imprenditrice: vita difficile, quasi impossibile

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AREZZO – Famiglia e lavoro: l’eterno problema delle donne. “Anche delle imprenditrici, costrette a scegliere tra la famiglia, la maternità ed il mantenimento di una posizione di rilievo”, afferma Rossella Sorini Presidente C.N.A. Impresa Donna Arezzo.
“Le donne adottano sistemi di conciliazione tra lavoro e famiglia, ma la nascita dei figli resta un momento ancora critico per il mantenimento del lavoro”.
In Italia la conciliazione è più difficile e costosa rispetto ad altri Paesi europei come Svezia, Francia o Danimarca. Nonostante la presenza delle donne imprenditrici sul mercato sia cresciuta e rappresenta il 25% del totale delle imprese, le difficoltà esistono. “Una donna che lavora in proprio è meno tutelata delle lavoratrici dipendenti e la conciliazione dei ruoli talvolta rischia di pregiudicare la continuità della propria attività o di determinare la rinuncia a fare figli – afferma Rossella Sorini. Un esempio del poco sostegno concreto è rappresentato dal servizio offerto dagli asili nido.

Occorre rendere flessibili i servizi, modulare gli orari per sostenere le esigenze delle famiglie e delle donne imprenditrici che hanno orari e responsabilità di lavoro non facilmente delegabili. La conciliazione deve avere una responsabilità plurale nella famiglia, ma in Italia non si fa abbastanza per far crescere questa consapevolezza. Nei Paesi con tassi di occupazione più alti e un maggior investimento in politiche di conciliazione famiglia-lavoro e di sviluppo dei servizi, anche i livelli di fecondità sono più alti”.

Dall’analisi alla proposta: “dobbiamo riflettere su una “messa a regime” della possibilità della sostituzione della titolare d’impresa. Si può immaginare un sistema di detrazione fiscale o credito d’imposta o voucher che sostenga la possibilità che il titolare d’impresa o suoi coadiuvanti, in caso di maternità, malattia, formazione, presenza di figli minori, disabili a carico ovvero anziani non autosufficienti possano essere sostituiti, in tutto o in parte, avvalendosi di soggetti in possesso dei necessari requisiti professionali. Occorre poi riservare attenzione primaria alle evoluzioni politiche e normative in ambito europeo, essenziali per le nostre imprese in generale e per l’imprenditoria femminile in particolare, nonché individuare forme di supporto al fine di superare gli elementi di fragilità propri delle imprese femminili. Un valido aiuto potrebbe arrivare da nuovi strumenti finanziari, anche regionali”.