LUGANO – Si trovava dietro le sbarre in Nordafrica e aveva fatto mandare un certificato medico per giustificare la sua assenza dal posto di lavoro. Stando alle rivelazioni fatte oggi dalla RegioneTicino, riportate dal Ticino online, l'uomo era stato in realtà incarcerato in Marocco per presunti atti di pedofilia. Il Governo aveva sospeso il funzionario di un laboratorio delle strutture chiuse del penitenziario 'La Stampa' dalle sue funzioni, motivando tale decisione con alcune violazione dei doveri di servizio e per aver presentato ''due attestazioni mediche da parte di un professionista straniero per giustificare la sua assenza per malattia, poi risultate retrodatate''.
Questa in sintesi la vicenda. Il ticinese, insieme a un italiano e a un altro svizzero, si era recato in vacanza ad Agadir, un centro turistico del Marocco. I tre avevano preso alloggio in una casa nel quartiere di Charaf, un'abitazione che "sembrerebbe essere stata di proprietà di uno dei cittadini elvetici". Una casa che -stando alle rivelazioni dei quotidiani locali ticinesi- sarebbe stata sospettata di essere un luogo dove si svolgevano incontri a sfondo pedofilo, e per questo era stata tenuta sotto stretta osservazione dal reparto buoncostume delle forze dell'ordine locali che, dopo diversi appostamenti attorno alla casa, hanno potuto notare un via vai di giovani ragazzi. In compagnia dei tre c'era pure un marocchino 22enne. L'arresto dei tre uomini era finito anche sulle pagine di 'Liberation' lo scorso 26 gennaio, il quale aveva rivelato che il terzetto aveva l'abitudine di mettersi in contatto con i minorenni del luogo pagando un intermediario di Agadir
Articlolo scritto da: fonte: Adnkronos/Ign