Home Politica No al raddoppio dell’inceneritore. Perché

No al raddoppio dell’inceneritore. Perché

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AREZZO – Dichiarazioni del Consigliere Comunale Pd Roberto Barone: «Negli ultimi giorni si è riaccesa la discussione in merito al raddoppio dell’inceneritore. Anche se con l’ultimo incontro avvenuto tra il Sindaco e rappresentanti dell’Ato Toscana Sud la discussione sembra rientrata, resta il problema delle scelte di fondo già fatte negli anni passati e che non si sono mai volute rivedere: l’impianto (l’inceneritore) e la località (San Zeno). Non convincono le argomentazioni finora espresse a favore dell’incenerimento, come quelle recenti della Confindustria. A parte il fatto che tutti, compreso la Confindustria, dovrebbero avere a cuore la salute dei cittadini o almeno rispettare il principio di precauzione che antepone la tutela della salute dei cittadini anche in casi dubbi rispetto a certi interventi, ma addirittura voler far intendere che vi sarebbero benefici per i cittadini in termini di bollette meno care e servizi più efficienti, appare un tantino fuorviante. Come se l’inceneritore non costasse 70-80 milioni di euro che ricadrebbero comunque sulle bollette, aumentandole quindi e non diminuendole. E quale è il nesso tra inceneritore e servizi più efficienti ? Non trova spiegazioni. Che dire poi dell’emergenza rifiuti e del solito richiamo ai rifiuti a Napoli? È il solito spauracchio sbandierato da chi vuole incenerire a tutti i costi, pur di adottare una sorta di procedura d’urgenza tale da saltare qualsiasi precauzione, seppur prevista per legge. Si dimentica che sono stati fissati obiettivi regionali e nazionali che dovremmo rispettare e pianificare e che invece proprio nel piano industriale straordinario non vengono presi a riferimento, pur di dimostrare la necessità di un inceneritore.
Le azioni virtuose finora intraprese dall’amministrazione comunale di Arezzo stanno dimostrando, con l’aumento della percentuale di raccolta differenziata arrivata al 37% e con la diminuzione dei rifiuti prodotti, quale è la strada giusta da seguire. Intensificando le azioni e, tra queste, arrivare alla raccolta differenziata spinta, tenendo conto che solo il 15% dei rifiuti urbani non è né riciclabile né riutilizzabile, ci potrebbe consentire di evitare il raddoppio dell’inceneritore. E se proprio impianto deve essere, non è detto che debba essere un inceneritore.
Nel frattempo se le tre Provincie di Arezzo, Siena e Grosseto volessero, potrebbero accelerare l’approvazione del Piano Interprovinciale Rifiuti tenendo ben presente gli obiettivi imposti e finora dimenticati e, con l’occasione, in esso prevedere un eventuale impianto di trattamento rifiuti, ma non un inceneritore.
Infine potrebbe essere rivista anche la eventuale collocazione dell’impianto, non essendo giustificata la scelta solo per il fatto che già vi esiste un inceneritore. Ciò prima della gara del nuovo gestore unico. Se si vuole. »