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Obama show alla cena dei corrispondenti

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WASHINGTON – Ha preso in giro tutti, a partire da se stesso ed i suoi ministri, Barack Obama (nella foto) alla cena dei corrispondenti della Casa Bianca. Un appuntamento tradizionale che è "uno dei tanti problemi che ho ereditato da George Bush" ha esordito il presidente democratico che ha riservato ai repubblicani le battute più corrosive. Alla fine del discorso, però, il presidente è passato a toni più seri per parlare, al pubblico composto in gran parte di giornalisti in cui non mancavano però anche celebrità di Washington e Hollywood, della grave crisi che ha investito il mondo della carta stampata e dei rischi per la società americana. "Dick Cheney sarebbe dovuto essere qui, ma è impegnato a scrivere le sue memorie che si intitolano "Come sparare ad un amico ed interrogare le persone" ha detto dell'ex vice presidente impegnato in questi mesi in una campagna di attacchi pubblici e senza quartiere contro la nuova amministrazione.

Obama poi si è rivolto a Michael Steele, il presidente afroamericano del comitato nazionale repubblicano prendendolo in giro per il suo vezzo di usare parole di slung. E poi la bordata tra il serio e il faceto: "Te lo dico per l'ultima volta, il Partito repubblicano non può chiedere un salvataggio federale, Rush Limbaugh non può essere considerato un titolo tossico, mi dispiace" ha detto riferendosi alle difficoltà del Gop e del commentatore radiofonico estremista di destra che si scaglia quotidianamente contro la Casa Bianca.

Obama non ha mancato di prendere in giro se stesso, con una pantomima all'inizio del discorso con un gobbo elettronico il cui uso troppo frequente gli è stato rimproverato, ed alcuni inciampi della sua amministrazione: "Nessun presidente nella storia ha mai nominato tre segretari al Commercio così velocemente" ha scherzato.

Ma la battuta più al vetriolio l'ha riservata alla sua ex avversaria Hillary Clinton: assicurando che tutta la rivalità con il segretario di Stato è ormai alle spalle e che "in questi giorni non possiamo essere più vicini", il presidente ha raccontato che la Clinton "appena tornata dal Messico mi ha dato un grande abbraccio e mi ha detto che dovevo andare anche io al più presto", sfoggiando un certo humor nero sulla vicenda del virus dell'influenza suina. In conclusione del suo intervento, Obama è passato a toni più seri affrontando la questione della "preoccupante" crisi che sta attraversando il mondo della carta stampata negli Stati Uniti. "Un governo senza giornali, un governo senza dei media duri ed intraprendenti in tutti i sensi non è un'opzione per gli Stati Uniti d'America" ha detto.

Articlolo scritto da: Adnkronos