Home Attualità Per gli imprenditori 2009 anno terribile

Per gli imprenditori 2009 anno terribile

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ROMA – Perplessi, scettici, delusi da un 2009 che ha ridotto i loro affari e i loro margini di redditività, ma al tempo stesso convinti che ci siano spazi per la ripresa. E' questa la fotografia dell'indagine effettuata tra settembre e ottobre presso oltre 50 mila aziende e 180 mila imprenditori da Business International in previsione della ventesima tavola rotonda con il governo italiano. La ricerca sonda gli addetti ai lavori, alla ricerca di risposte utili a fiutarne gli umori. E il quadro che emerge è quello di un tessuto che soffre, cercando di sopravvivere, in attesa di una ripresa degli ordinativi che comincia a profilarsi all'orizzonte (e questa è la buona notizia). Ma anche di efficaci politiche mirate, in grado di ridare ossigeno al sistema.

L'84% degli imprenditori boccia infatti il governo sul fronte della lotta alla crisi: le politiche finora adottate non sono sufficientemente efficaci per il 44% e per nulla efficaci per il 40%. Mentre meno del 15% ritiene che tali politiche siano state efficienti. Percentuali che registrano l'insoddisfazione degli imprenditori e che sono scritte nero su bianco nelle pagine dell'indagine dalla quale emerge che sono gli interventi su sistema finanziario e fiscalità gli elementi giudicati più deludenti dell'azione di governo.

Del resto la quota di prodotto interno lordo destinata nel 2009 dall'Italia a manovre anti-cicliche è particolarmente bassa, nel confronto internazionale: dall'Italia solo lo 0,2% del Pil contro l'1,4 del Regno Unito; il 2 degli Stati Uniti, il 3,1 della Cina; lo 0,7 della Francia, l'1,6 della Germania. Da segnalare che l'indagine Business International mostra che la maggioranza delle imprese ritiene importante, se non molto importante, gli investimenti in IT per uscire dalla crisi. Ne è convinto, in particolare, il 66,3% degli intervistati. "Il nostro Paese -è la valutazione di Business International, la società di consulenza e formazione delle aziende- pur avendo un debito pubblico elevatissimo e che desta preoccupazione a livello comunitario, è caratterizzato da un tasso di risparmio privato tra i più alti nel mondo. Questa caratteristica ha dato fino adesso, come dire, respiro all'intera economia, costituendo un ammortizzatore naturale contro la crisi. Inoltre, il sistema creditizio italiano era tra i meno esposti internazionalmente".

Ma gli imprenditori continuano a lamentare difficoltà anche sull'accesso al credito. La società infatti evidenzia come resti "da sciogliere il nodo tra mondo imprenditoriale e sistema bancario. Il primo preme per una maggiore flessibilità e facilità di accesso al credito, per riuscire ad investire, mentre il secondo si mostra decisamente più cauto e prudente nella concessione di finanziamenti per evitare eventuali esposizioni a rischi. La maggior parte delle imprese intervistate nel campione (il 67,5% ) dichiara infatti di aver avuto difficoltà nell'ottenere finanziamenti dagli istituti di credito".

Alla domanda 'Come giudica oggi le condizioni economiche della sua azienda rispetto allo stesso periodo dello scorso anno?', gli imprenditori rispondono confermando, se non aggravando, i dati registrati da Istat e Banca d'Italia. Quasi il 60% degli intervistati denuncia una situazione peggiore rispetto a quella dell'anno precedente. Solo l'11% del campione può dire di aver registrato dei miglioramenti. Non positive anche le previsioni sull'andamento della forza lavoro. Dalle risposte del campione, il 2010 lascia intravedere un quadro negativo: solo il 18.7% degli intervistati si aspetta di aumentare il numero dei suoi occupati, mentre il 26.4% prevede di doverlo ridurre. Poco più della metà (54.9%) non vede margini di cambiamento.

Tuttavia, nonostante un passato recente negativo, gli imprenditori intervistati mostrano ottimismo per il futuro. Il 45% di questi dichiara, infatti, di avere obiettivi di fatturato superiori per il 2010. Sebbene quasi la metà del campione sembri scommettere sull'uscita dalla crisi, non si può dire che questa sia prossima. Quel 30% di imprenditori che dichiara di avere obiettivi di fatturato inferiori ammonisce sul fatto che non è ancora il momento di abbassare la guardia, né di azzardare la fine del periodo nero per la nostra economia.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign