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Primarie, Dindalini invia una lettera aperta al PD

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Primarie, Dindalini invia una lettera aperta al PD

Lettera aperta del candidato Gilberto Dindalini al segretario Meacci contro il rinvio: «Domani scade il termine per la presentazione delle firme delle candidature alle primarie della Provincia di Arezzo ed arriva l’affondo di Gilberto Dindalini (candidato come Presidente) diretto alla segreteria del PD aretino. Obiettivi: valorizzare questo strumento di partecipazione per unire e non dividere e far rispettare la moralità politica, evitando il tentativo di cambiare in corsa d’opera le regole della competizione. Infatti, è l’Assemblea territoriale del PD che ha deciso date e regolamento e quindi è solo questo, e non altri, l’organo del partito che ha competenza sulle primarie. Una questione di democrazia per evitare giochi di Palazzo.
“Dopo la formalizzazione della mia candidatura –scrive Gilberto Dindalini al segretario del PD provinciale Meacci- sulla stampa locale se ne è manifestata un'altra. Ne prendo atto, seppur mi piacerebbe che più delle intermittenti presenze allusive venisse portata a compimento chiaramente la formalizzazione di una ulteriore disponibilità. Questione di stile. Per mia natura preferisco la chiarezza e l'essere diretto. Preferisco metterci la faccia, le idee e la mia responsabilità palesemente. Mi adopero per permettere ai miei interlocutori di trovarsi nella condizione di capire chi hanno di fronte e di interloquire con qualcuno che ha un volto, una storia, pronto a confrontare idee e progetti, così come sono attento ad ascoltare le istanze altrui”.
“Nelle diverse tappe di trasformazione che ho attraversato –ha continuato Dindalini nella sua lettera- ho fortemente creduto e operato per percorsi trasparenti, per il rispetto di regole condivise e praticate. Coerentemente a questa impostazione di rispetto delle regole del gioco e degli interlocutori, ho annunciato al segretario e poi agli organi politici del PD aretini (assemblea territoriale), la mia disponibilità a prendere parte alle primarie. Dopo che l'assemblea del PD ha faticosamente individuato le date, per la scadenza della presentazione delle candidature il 3 gennaio 2009 e del voto il 1 febbraio 2009, ho raccolto le firme per presentarmi e ho reso pubblica la mia presenza alla competizione. Una convinzione mi ha sorretto in una scelta così impegnativa: che le primarie in quanto strumento di partecipazione e confronto, non dividono ciò che è unito, ma semmai ricompogono e riattivano ciò che è scompaginato e sfilacciato. Sono soprattutto coinvolgimento e ascolto. Sono la valorizzazione del patrimonio di governo che c'è nella nostra provincia, che non appartiene a uno o più singoli, ma ai tanti che in ruoli e forme differenti hanno contribuito a costruire e sostenere le maggioranze del centro sinistra nel Comune come nella Provincia di Arezzo”.
“Un impegno progettuale comune – richiama il candidato Dindalini – che per la sua realizzazione ha bisogno di superare l'alibi della pesantezza della burocrazia e delle logiche dell'establishment, dietro cui più facilmente si annidano promesse, favori e visioni parziali di ‘Palazzo’. Pratiche che parlano il burocratese, che infettano la politica e che a quanto pare, ci riguardano da vicino, anche a partire dalla gestione delle vicende delle primarie, sancite in tutti gli atti fondamentali del partito, ma adottate con fatica, in ritardo e con ruvide sollecitazioni che nei fatti le rendono poco realizzabili: poca dialettica aperta, pochi i momenti di incontro e confronto, continui rinvii, un'ostentata indifferenza che lascia soli e ai mezzi ‘privati’ la possibilità di accendere un dibattito partecipato. Ormai siamo alla fatidica scadenza della presentazione delle firme, se non verrà ulteriormente rinviata anche questa, senza certezza sulla natura della coalizione, senza disponibilità di sedi e mezzi: a meno di un mese dalla scelta del candidato non è stata individuata alcuna sede e alcuna occasione di confronto unitario tra candidati…si mormora di possibili ulteriori posticipazioni… si introduce l'idea di primarie sui collegi dei consiglieri, senza alcuna valutazione politica che riguardi gli uscenti, la natura stessa dei collegi e la diversità tra le liste che per i consiglieri sono dei singoli partiti e non di coalizione…Un clima di totale incertezza, non solo sulle risposte, ma più gravemente sulle regole del gioco, sui dispositivi da adottare, in un ostentato e tacito sottrarsi al fornire le minime informazioni utili ad un reale esercizio del diritto di esserci, di costruirsi delle opinioni, di poter scegliere consapevolmente e coscientemente”.»