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Regolamento Urbanistico

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Una norma più avanzata rispetto a quella regionale e nazionale. Che disegna il futuro di Arezzo almeno per i prossimi 15 anni e che si basa sulla tutela del paesaggio, sulla trasparenza, sulla perequazione. Il Sindaco Fanfani, insieme ai progettisti ed ai dirigenti dell’area urbanistica del Comune, ha presentato stamani il Regolamento Urbanistico. Le linee generali sono state già oggetto di un ampio confronto ed il testo verrà adesso portato all’esame degli ordini professionali e della città. L’Amministrazione conta di poterlo consegnare al Consiglio comunale per la decisione finale entro il mese di luglio.
Il Regolamento disegna una città maggiormente vivibile, caratterizzata da una grande attenzione ai temi dell’ecologia, del decoro estetico, di una città compatta e risparmiosa. Ecologia vuol dire incentivazioni economiche e volumetriche per chi compie la scelta della bioedilizia. Bellezza significa il recupero degli interventi “impropri” che sono stati fatti lungo le strade e l’indicazione che coloro che contribuiranno a costruire una città più bella, avranno maggiori opportunità. Città compatta si traduce nello stop a quegli interventi che hanno deturpato il paesaggio con la possibilità, però, di recuperare superfici in un’area più vasta ma già interessata da insediamenti. Fine quindi delle villette sparse nelle campagne, frutto della trasformazione di un semplice capannone agricolo.
Il Sindaco ha poi chiarito il tema della regole certe. Il concetto di volume, che consentiva di sfociare nell’abuso viene sostituito da quello di superficie utile. Quindi una spinta verso una maggiore qualità del costruito e la possibilità ai professionisti di progettare secondo criteri non puramente economici: larghezza dei muri, altezze dei solai, ampiezze delle scale e degli ingressi non conteranno più.
Ogni area di trasformazione porterà con sé la perequazione urbanistica: quindi opere pubbliche da realizzare o nel comparto direttamente interessato o in un’area più vasta. Un’idea di città moderna e utile che prevede, temporalmente, due fasce d’interventi. La prima, di rilevanza pubblica, consentirà la realizzazione di piazze nelle frazioni. Luoghi che non solo identificheranno la zona ma che saranno anche dotate dei principali servizi pubblici per i cittadini. La seconda fascia, quella identificabile negli interventi privati, avrà una gradualità temporale che verrà definita da bandi. Quindi la totale fine della discrezionalità da parte dell’amministrazione pubblica.
Saranno possibile anche ampliamenti con l’eccezione del centro storico. Possibilità di un aumento di 20 metri quadrati: quindi una stanza ed un bagno. Che possono arrivare a 30 se vengono fatte migliorie per adeguamento alle norme antisismiche, agli impianti, alle indicazioni della bioedilizia. Ampliamenti fino al 35% in alcuni casi particolari, come ad esempio quello delle villette a schiera che potranno ampliarsi nella pare retrostante ma non nella facciata.
Un Regolamento Urbanistico, quindi, in grado di dare risposte positive ai cittadini, di contribuire a rimettere in moto l’economia locale, a restituire ai professionisti maggiori opportunità di progettazione qualificata.