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Restauratori di beni culturali in serio pericolo

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“Le nuove disposizioni nazionali sulle qualifiche per i restauratori di beni culturali stabilite dal recente Decreto Ministeriale 53/2009 creano le premesse per l’esclusione di molti restauratori artigiani toscani dalla partecipazione alle attività di restauro del patrimonio artistico nazionale”. E’ questo il grido d’allarme lanciato dalle Federazioni toscane del restauro di Confartigianato e Cna che annunciano battaglia.

“Ciò che fa veramente arrabbiare gli artigiani restauratori – spiega Alfredo Borgogni, Presidente dell’Associazione Provinciale e Vice Presidente dell’Associazione Regionale Restauro di Confartigianato – è la norma che impone loro di aver conseguito prima del 16 dicembre 2001, cioè dall’entrata in vigore del Decreto Ministeriale n.420/2001, un idoneo titolo di studio o maturate esperienze lavorative, certificate, negli 8 anni precedenti, nel restauro dei beni culturali”.

“La nuova disciplina di fatto pone in uno stato di serio pericolo la prosecuzione dell’attività e la salvaguardia delle imprese e della forza lavoro –continua Walter Ferracci Coordinatore provinciale e regionale Artistico CNA – Un quadro a tinte fosche soprattutto per una regione come la Toscana che da sempre fa di questa attività uno dei suoi fiori all’occhiello”.

Si stima che a livello nazionale su circa 30 mila imprese del settore solo 600 abbiano maturato a oggi i requisiti richiesti dalle nuove disposizioni.
“Per affrontare questa problematica – dichiara Alfredo Borgogni- abbiamo incontrato questa settimana a Firenze insieme agli altri rappresentanti delle due Federazioni Regionali di Confartigianato e CNA l’on. Rosa De Pasquale, componente della Commissione Cultura alla Camera dei Deputati e membro dell’intergruppo dei deputati e senatori costituito per la tutela delle piccole e medie imprese”.
Dalla riunione è scaturita una linea di azione unitaria da promuovere a livello nazionale, tramite l’impegno delle Federazioni Nazionali del Restauro di Cna e Confartigianato ed il supporto dei parlamentari.

Queste in sintesi le azioni:
– Ricorrere al Presidente della Repubblica contro i requisiti e le procedure per l’ottenimento della qualifica di restauratore di beni culturali;
– Ricorrere al Tar del Lazio per invalidare l’ultimo Decreto Ministeriale in materia, in quanto promulgato oltre i termini;
– Insistere sugli emendamenti per la proroga dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni.
“Il vero obiettivo tuttavia non può che essere, per quanto difficile da ottenere – conclude Walter Ferracci -, quello di aprire un confronto serio e costruttivo, tra le categorie economiche, il Ministero delle attività produttive e le Regioni, sulla disciplina normativa afferente all'acquisizione della qualifica di restauratore di beni culturali, per giungere all'elaborazione di un nuovo testo di legge”.