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Riaprono i cinema nella valle di Swat

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ISLAMABAD – Riaprono i cinema nella valle di Swat a un anno di distanza dal divieto imposto dai Talebani che in quest'angolo del Pakistan nordoccidentale, un tempo soprannominata la Svizzera d'Oriente, avevano la loro roccaforte. In occasione delle festività per la fine del ramadan le autorità del distretto hanno deciso di allentare la pressione sulla popolazione, sofferente per una guerra, quella tra miliziani estremisti ed esercito, che in pochi mesi ha già provocato milioni di profughi e migliaia di morti.

Lunghe file di gente in attesa davanti ai botteghini per acquistare i biglietti sono ricomparse così a Mingora, la capitale della valle di Swat, dove fino a pochi mesi fa la sharia era l'unico sistema legale in vigore e le proiezione dei film in pubblico severamente vietata. Un accordo tra il governo di Islamabad e i fondamentalisti, infatti, stabiliva l'entrata in vigore della legge islamica, in cambio della rinuncia degli insorti alla lotta armata.

Si tratta di un pur debole primo segnale di ritorno alla normalità per la popolazione di Swat. Due cinema hanno riaperto i battenti (e un terzo lo farà a breve) per trasmettere il nuovo film in lingua pashtun 'Gul Soorey Soorey Kram (il fiore che mi ha ferito)', che è già entrato nella storia per quello che rappresenta. Secondo quanto riferisce oggi il quotidiano 'Dawn', ieri sera è dovuta intervenire addirittura la polizia per disperdere gli spettatori che si era radunati nella strada antistante a un piccolo cinema di Mingora che proiettava il film. Le dimensioni limitate della sala, infatti, avevano consigliato i proprietari a bloccare l'afflusso di persone, che poi, non rassegnate, protestavano fuori dal locale per poter assistere alla proiezione. Le autorità, tuttavia, hanno vietato l'ultimo spettacolo della sera a causa del coprifuoco che ancora vige nella valle.

Sono stati anni di grande difficoltà questi ultimi per l'industria dello spettacolo nelle aree tribali del Pakistan, infestate dai Talebani che avevano imposto agli abitanti la loro interpretazione estremista e rigida della legge islamica. Centinaia di negozi che vendevano cd musicali sono stati dati alle fiamme, stessa sorte toccata alle attività commerciali in cui si vendevano dvd di film occidentali.

Molti danzatori e musicisti sono stati costretti ad abbandonare la valle di Swat e i distretti limitrofi per paura di ritorsioni. L'odio talebano verso la musica e la danza ha toccato il suo apice nel gennaio di quest'anno con l'uccisione di Shabana, la più famosa ballerina della Provincia della Frontiera del Nord Ovest, il cui corpo crivellato dai proiettili è stato esposto dai fondamentalisti sulla pubblica piazza di Mingora, circondato da cd, alcune fotografie e denaro.

L'offensiva dell'esercito avviata in primavera sembra per il momento aver spazzato via i fondamentalisti dalle aree tribali: alcuni danzatori hanno fatto ritorno nella valle e a poco a poco stanno riaprendo i negozi in cui si vendono video e soprattutto cosmetici per le donne, il nuovo grande business di Mingora. La speranza di un ritorno alla normalità nella valle di Swat, tuttavia, è oggi spezzata dalle notizie di vendette sommarie contro i militanti islamici che per anni hanno dettato legge. Nei giorni scorsi sono state rinvenute due fosse comuni contenenti i corpi di 22 sospetti Talebani in avanzato stato di decomposizione. I residenti attribuiscono la responsabilità della strage alle forze di sicurezza speciali impegnate in alcune operazioni segrete a margine dell'offensiva. Le autorità di Islamabad, tuttavia, ritengono che i sospetti Talebani siano stati uccisi dai locali per vendetta.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Aki