Home Attualità Salute Sanità all’esame dei sindaci

Sanità all’esame dei sindaci

0
Sanità all’esame dei sindaci

AREZZO – Dopo sei mesi di stop la Conferenza provinciale dei Sindaci è tornata ad occuparsi di sanità. Di fatto, quella di oggi pomeriggio, è stata prima seduta della Conferenza dall’insediamento di Desideri, se si esclude quella dedicata alla ratifica della sua nomina il 29 maggio us.
Ed è stata sicuramente una seduta importante, testimoniata dalla presenza di molti comuni della provincia e da quella, straordinaria, dell’assessore regionale Enrico Rossi.

All’ordine del giorno la presentazione da parte del direttore generale dell’azienda sanitaria, delle linee guida per lo sviluppo dei servizi sanitari locali.
In apertura del suo intervento, Desideri ha illustrato lo stato dell’arte sulle principali attività erogate sia a livello ospedaliero che territoriale. Un quadro di insieme, caratterizzato da dati, cifre e numeri indispensabili per comprendere la consistenza de pianeta sanità, ma soprattutto per programmare le azioni per il suo sviluppo futuro.

Vediamone alcuni (dati riferiti al 2008) partendo dall’attività ospedaliera: 42.652 i ricoveri effettuati nei presidi ospedalieri dell’Azienda, a cui vanno ad aggiungersi altri 6.702 effettuati presso le strutture private convenzionate (più 68 negli hospice ed 860 nelle Residenze Sanitarie Assistite).
Sul fronte delle attività specialistiche e diagnostiche ambulatoriali – escludendo le attività di laboratorio – sono state erogate quasi 900.000 prestazioni (95% strutture pubbliche e 5% strutture private accreditate), tra visite (568.759), Tac e Risonanze magnetiche (52.393), ecografie (72.070), endoscopie (14.835), ecocolordoppler (34.835) ed altri esami radiologici minori (128.460).
Di assoluto rilievo gli accessi ai servizi di pronto soccorso: oltre 144.000 i cittadini che nel 2008 vi hanno fatto ricorso, con una media di quasi 400 accesi al giorno spalmate nei 5 pronto soccorso provinciali. Naturalmente è il San Donato a fare la parte del leone, con quasi 70mila accessi annui (180/190 al giorno). A seguire il ps valdagnese (35.600 accessi), quello della Fratta (15.800), del Casentino (14.800) e della Valtiberina (11.850).

Equità, qualità, eticità: questi i “valori guida” delle scelte aziendali enunciati da Desideri. “Valori guida – ha detto il direttore – che non ci limitiamo e declinare, ma che devono rappresentare per noi un riferimento costante e caratterizzare l’azione di tutti gli operatori. E’ necessario – ha chiosato il dg – che ogni nostro processo decisionale ed operativo faccia riferimento a questi principi, che ci si interroghi sempre sul rapporto che le nostre scelte hanno con quei principi, che ci si chieda se sia coerente o meno con loro”. Desideri ha anche fatto degli esempi pratici dell’applicazione di questi principi su alcune tematiche specifiche (farmaci, la chirurgia, le gare di appalto), precisando che anche le azioni di contenimento della spesa, se necessarie, dovranno essere ricercate, prioritariamente, sui costi non legati all’assistenza diretta ed alla sua qualità.

Il direttore è poi passato ad analizzare alcune situazioni di difficoltà che caratterizzano questo inizio di mandato e che, allo stesso tempo, condizionano e guidano le scelte aziendali. Al primo posto la questione della spesa, con particolare riferimento a quella farmaceutica territoriale: 62milioni di € nel 2009, con un incremento dell’11,32% rispetto all’anno precedente ed una spesa procapite per ogni cittadino di 198,70€/annui, a fronte di una media toscana di 187,38 e, comunque, in trend decrescente negli ultimi anni.
Altro settore di sofferenza per le casse della sanità aretina è quello dei trasporti, che complessivamente pesano sul bilancio sanitario per oltre 5 milioni di €. Qui, Desideri, ha puntato il dito sui quelli così detti secondari (per ricoveri, visite, dialisi, riabilitazione, ecc), troppo onerosi, specialmente se rapportati alla spesa per quelli del settore dell’emergenza: 3.783.000,00 € i primi, contro 858.775,00 i secondi. “Sia chiaro, ha precisato, questi trasporti devono essere garantiti a tutti quei cittadini ch ne hanno diritto ma, forse, analizzando meglio la nostra organizzazione, delle economie di scala possono essere fatte.”

“Esiste poi un problema chiamato “fughe” – ha detto Desideri. Un problema che ha sicuramente importanti riflessi sul versante della spesa, ma che deve farci riflettere soprattutto sulla qualità di alcuni dei nostri servizi”. Le fughe, infatti, si riferiscono alla spesa conseguente la scelta che cittadini della nostra provincia fanno per prestazioni erogate da altre aziende della Toscana ed oltre. Si tratta di una voce che pesa sul bilancio per oltre 38 milioni di € e che – è questo il dato più preoccupante – nell’ultimo triennio ha fatto registrare un incremento superiore al 9%. “Ma è evidente, ha precisato il dg, che la domanda che dobbiamo porci è sul perché quei cittadini scelgano di curarsi in altre strutture. In alcuni casi si tratta sicuramente di scelte legate alla residenza ed alla vicinanza con le strutture di altre aziende o regioni, ma non dobbiamo nasconderci che alla base di alcune quelle scelte c’è anche un giudizio di merito sulla qualità delle prestazioni”. Una analisi severa, quella di Desideri, ma avvalorata ancora di più dai dati sulla mobilità attiva, cioè dal tasso di attrazione dei nostri servizi rispetto a cittadini di altre provincie e regioni. Dati che, nell’ultimo triennio, hanno messo a disposizione della Usl sempre meno risorse.

Anche il settore dei ticket fa registrare qualche sofferenza sul versante economico. Sofferenze dovute alla elusione, solo in parte volontaria, del pagamento dei ticket sulle prestazioni erogate ai cittadini ed in particolare agli esenti o presunti tali. Desideri ha tenuto a precisare che ci troviamo di fronte a normative sull’esenzione molto complesse e che in molti casi il mancato pagamento del ticket è dovuto proprio alle difficoltà interpretative. Quindi, da una parte via ad una campagna di comunicazione che puntualizzi “chi a diritto ed a che cosa”, e dall’altra, un’azione di recupero dei mancati pagamenti. Stiamo parlando di cifre che nel 2008 si aggirano attorno ai 213mila €.

Accantonate le questioni economiche e prima di analizzare alcuni indirizzi progettuali, il direttore generale si è soffermato su due questioni di estrema attualità: i tempi di attesa per le prestazioni ambulatoriali e quelle dei pronto soccorso. Per quanto attiene le prime, Desideri, non ha nascosto le criticità che si registrano per alcune branche specialistiche, anche se non in modo uniforme tra le varie zone, ma ha illustrato alcuni progetti da cui si attende dei miglioramenti concreti. E’ il caso delle ecografie, delle endoscopie, della chirurgia ortopedica, degli ecocolordoppler e della radiologia pesante (Tac e RMN).
Per i pronto soccorso, accanto alle ristrutturazioni già preventivate ed in corso, secondo Desideri sarebbero stati individuati correttivi e risorse – umane ed economiche – in grado di far superare le lunghe attese per i codici minori (bianco, azzurro, verde).

Alcuni progetti che fanno riferimento alle reti cliniche (riferite alle attività specialistiche ospedaliere) ed alle reti integrate (riferite alle attività territoriali. Rispetto alla prima tipologia, Desideri ha presentato il progetto per la chirurgia. Un progetto interamente finanziato dalla Regione Toscana e con il quale si prevede un incremento medio, a regime, del 20% delle sedute operatorie per le specialità chirurgiche che presentano criticità nei tempi di attesa (vedi ortopedia). La realizzazione di questo progetto poggia su tre leve: un punto unico di programmazione degli interventi, la verifica dell’appropriatezza e un rinnovato rapporto medico-paziente.

Per le reti integrate, Desideri si è soffermato in primo luogo sull’Assistenza domiciliare integrata, che poggia su un nuovo ruolo, più incisivo, delle strutture territoriali, le Zone Distretto. Queste strutture acquistano oggi un maggior rilievo nelle politiche sanitarie locali, e con esse anche i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta. Zone distretto e medici di base saranno chiamati ad interagire in una logica di “rete” con Società della Salute e Case della Salute.

Desideri ha anche ricordato i buoni risultati ottenuti sul versante della non autosufficienza sottolineando con soddisfazione la diminuzione delle attese per gli inserimenti nella RSA, dove, dalle 330 persone in attesa al 31 dicembre 2008, siamo passati a quota 110 al 31 ottobre di quest’anno. Un risultato ottenuto grazie all’incremento del fondo da parte della Regione Toscana.

In chiusura dell’intervento, Desideri si è soffermato sul capitolo “investimenti”: 86milioni di € quelli programmati per il triennio 2009/2011.

Il sindaco Fanfani – a conclusione dell’intervento del direttore generale – ha espresso la sua soddisfazione per l’impostazione e la concretezza delle relazione di Desideri. Analoga sottolineatura da parte dell’assessore regionale Enrico Rossi: “Mi sembra che quella di Desideri sia stata una relazione competente ed appassionata, che traccia bene l’impegno e lo scenario futuro di questa azienda. Mi pare che l’azienda sanitaria sia su solide basi, una direzione autorevole, un piano credibile”. Positivo – secondo l’assessore – anche il clima di serenità e di collaborazione che si è evidenziato durante la conferenza.

Rossi si è poi soffermato sulla situazione economica generale del Paese, richiamando tutti, e gli amministratori locali in primo luogo, a tenere presenti le difficoltà che ne derivano ad ogni livello: nazionale, regionale e locale. Lo ha detto, in particolare, rispondendo al sindaco di Ortignano che aveva chiesto chiarimenti su un paventato taglio dei fondi sociali per la Società della Salute del Casentino. “La situazione economica del paese è davanti agli occhi di tutti – ha detto Rossi – e non possiamo pensare che la sanità ne possa restare esclusa. Per uscirne, serve l’impegno di tutti, serve coesione e senso di responsabilità. Proviamo a dividere l’impegno per tre, cerchiamo di capire dove si può risparmiare: la regione, l’azienda sanitaria e, in ultimo, la Società della Salute stessa. Solo così possiamo sperare di riuscire a mantenere gli attuali livelli qualitativi dei servizi senza scaricare altri costi sui cittadini”.