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Vicenza chiude e già si pensa ad Arezzo

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Vicenza chiude e già si pensa ad Arezzo

Vicenza Oro First, l’evento più importante per il settore orafo a livello europeo, è sul punto di chiudere i battenti senza un sorriso. Nell’arco di una settimana 1700 espositori provenienti da tutto il mondo, dei quali 1200 italiani e 300 aretini, si sono dati appuntamento per presentare ai principali buyer e grossisti internazionali le loro collezioni per il 2009. CNA Arezzo è presente con due stand collettivi collocati nei padiglioni più importanti della fiera nei quali hanno esposto 21 imprese.
Secondo Moreno Carloni, Presidente della Federazione Orafi e Argentieri “era impensabile che una fiera potesse cambiare l’andamento del mercato e Vicenza non ha fatto altro che confermare l’andamento del settore essendo arrivata in un momento difficilissimo aggravato dalla crisi dei mercati finanziari internazionali. Ne è conseguito un meccanismo a catena nel quale la diffusa percezione di insicurezza ha avuto ricadute inevitabili nelle vendite natalizie di gioielleria con ripercussioni nelle ri-forniture normalmente richieste ai grossisti da parte dei dettaglianti. Il risultato è stato quello di vedere in fiera compratori curiosi e interessati alle nuove collezioni ma poco propensi ad acquistare”.
Gianfranco Ceccarelli, Presidente della Scuola Orafa, sostiene che “sono lontani i tempi in cui con pochi clienti si riuscivano a piazzare ordini consistenti che mettevano al sicuro l’impresa per mesi. Solo alcuni anni fa con la sola edizione della Fiera di Vicenza di gennaio era possibile far lavorare le macchine fino all’estate. Deve essere ripensato il meccanismo della promozione e l’utilità delle fiere: oggi, a causa di ordini piccoli e frammentati, la fiera serve principalmente per confrontarsi con colleghi e compratori ed ottenere riscontri sul gradimento dei nuovi modelli o suggerimenti su come modificare il campionario”.
Infine Walter Bondi, dirigente della Federazione Orafi di CNA: “come sempre avviene in questi casi, sono stati premiati coloro che hanno investito in prodotti innovativi e nella qualità dei rapporti. Si registrano investimenti importanti in nuove collezioni in argento, sempre più conferme per l’oro giallo per il quale vengono preferite lavorazioni leggere e vistose. La crisi economica è anche questo: gioielli di qualità ma con meno oro e con l’uso di titoli più bassi anche per mercati tradizionalmente orientati ai 18 carati. Sono stati notati sempre più frequenti richiami al passato, al design etnico e alle lavorazioni satinati riscoprendo così superfici tipiche dei gioielli storici, grezze e con effetto martellato. Ma è molto difficile individuare una tendenza quando gli ordini sono molto frazionati e i feed-back dai compratori poco definiti”.
Gli imprenditori aretini tengono comunque duro e nonostante la fiera si sia appena conclusa, si guarda già con attenzione al prossimo evento in calendario: Oro Arezzo, in programma dal 21 al 24 marzo.