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Williamson, Papa: ‘Solidarietà a ebrei’

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CITTA' DEL VATICANO – Benedetto XVI (nella foto) oggi al termine dell' udienza generale del mercoledì ha voluto esprimere ''in questi giorni in cui ricordiamo la Shoah'', ''piena e indiscutibile solidarietà con i nostri fratelli destinatari della prima Alleanza''. ''Auspico – ha quindi aggiunto il Pontefice – che la memoria della Shoah induca l'umanità a riflettere sulla imprevedibile potenza del male quando conquista il cuore dell'uomo''. ''Mai più la violenza umili la dignità dell'uomo'', sottolinea Benedetto XVI. ''La Shoah – continua – sia per tutti monito contro l'oblio, la negazione o il riduzionismo, perché la violenza fatta contro un solo essere umano è violenza contro tutti''.

Benedetto XVI ha affermato che il gruppo scismatico dei lefebvriani, cui è stata tolta la scomunica nei giorni scorsi, dovrà attestare ''vera fedeltà e vero riconoscimento del magistero e dell'autorità del Papa e del Concilio Vaticano II''. Il Papa ha ricordato che fin dalla prima omelia del suo pontificato ha posto al centro della propria azione la ricomposizione dell'unità fra i cristiani, e quindi ''proprio in adempimento a questo servizio ho deciso – ha spiegato Ratzinger – giorni fa di concedere la remissione della scomunica in cui erano incorsi i quattro vescovi ordinati nel 1988 da mons. Lefebvre senza mandato pontificio''. Quindi il Pontefice ha spiegato che la revoca della scomunica è stata concessa sulle ripetute richieste degli stessi lefebvriani. ''Auspico – ha detto il Papa – che a questo mio gesto faccia seguito il sollecito impegno da parte loro di compiere gli ulteriori passi necessari per realizzare la piena comunione con la Chiesa''.

In seguito alla revoca della scomunica del vescovo lefevbriano Richard Williamson , che nega la Shoah, il rabbinato d'Israele ha rotto oggi indefinitamente i rapporti ufficiali con il Vaticano. Lo scrive il Jerusalem Post, aggiungendo che il rabbinato ha anche cancellato un incontro fissato a Roma il 2-4 marzo con la Commissione della Santa Sede per i rapporti con gli ebrei.

In una lettera indirizzata al presidente della Commissione, cardinale Walter Casper, il direttore generale del rabbinato Oded Weiner scrive che "senza scuse pubbliche e una ritrattazione, sarà difficile continuare il dialogo", si legge sul sito del Jerusalem Post. Secondo una fonte del rabbinato, la lettera è giunta alla stampa israeliana prima di essere ricevuta in Vaticano e ciò potrebbe ulteriormente complicare i rapporti fra il rabbinato e la chiesa cattolica.

Il capo rabbino di Haifa, Shear Yishuv Cohen, presidente della commissione del Rabbinato, ha detto al Jerusalem Post che Williamson deve pubblicamente ritrattare le sue dichiarazioni sulla Shoah prima che possano riprendere gli incontri. "Capisco gli sforzi del Papa per portare unità nella Chiesa, ma deve essere consapevole che, indirettamente, ferisce gli ebrei. Ci aspettiamo che faccia il meglio per riparare questa situazione", ha dichiarato Cohen.

Il rabbino David Rosen, direttore del dipartimento per gli affari inter religiosi dell'American Jewish Commitee e consigliere della commissione del Rabbinato, afferma intanto che la decisione del Papa di revocare la scomunica ha creato un'atmosfera di "malafede". Secondo Rosen, scrive il sito del giornale israeliano, la revoca della scomunica è stata condotta senza le opportune consultazioni. "Tendo a credere – ha detto – che il Papa non sia semplicemente stato informato in anticipo di Williamson e si trovi ora in una situazione molto scomoda".

"Non penso che spetti a me dire cosa deve fare precisamente la Chiesa – aggiunge Rosen – ma Williamson deve essere in qualche modo censurato o costretto a ritrattare le sue dichiarazioni. Fino a quando questo non accadrà potremmo essere in contatto con il Vaticano a livello individuale, ma non vi saranno incontri ufficiali".

La Santa Sede auspica un ripensamento da parte del Rabbinato d'Israele in merito alle perplessità espresse circa il rapporto con la chiesa cattolica, alla luce di quanto ha detto questa mattina il Papa al termine dell'udienza generale. E' quanto ha detto oggi il direttore della Sala stampa vaticana ai giornalisti. ''Le parole del Papa – ha affermato padre Lombardi – nelle diverse occasioni in cui già in passato si è espresso, e che oggi sono state pronunciate ancora una volta sul tema della Shoah, dovrebbero essere più che sufficienti per rispondere alle attese di chi esprime dubbi sulla posizione del Papa e della Chiesa cattolica sull'argomento''.

''Ci auguriamo quindi che – ha aggiunto – anche alla luce di esse, le difficolta' presentate dal Rabbinato d' Israele possano essere oggetto di ulteriore e piu' approfondita riflessione, in dialogo con la commissione per i Rapporti con l' ebraismo del consiglio per l'unita' dei cristiani, in modo che il dialogo della Chiesa cattolica con l'ebraismo possa continuare con frutto e serenita'''.

Da parte sua monsignor Williamson ha ribadito la sua posizione ieri al seminario 'Nuestra senora corredentora', come riportato oggi dal 'Corriere della Sera'. "Non è una questione di emozioni o di pancia ma di raziocinio – ha dichiarato -. E dal punto di vista razionale non cambio idea, sulle camere a gas le prove non ci sono".

"Cercano di colpire me – dice monsignor Williamson – perché in realtà vogliono colpire tutti noi tradizionalisti. E proprio per questo dobbiamo restare uniti, molto uniti. Hanno organizzato una campagna di stampa mondiale proprio per evitare la revoca della scomunica che rappresenta un grande passo per la Chiesa".