Home Nazionale Addio a Juan Antonio Samaranch, inventore dei Giochi olimpici moderni

Addio a Juan Antonio Samaranch, inventore dei Giochi olimpici moderni

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BARCELLONA – E' morto a Barcellona il presidente onorario del Comitato olimpico internazionale, ed ex presidente del Cio Juan Antonio Samaranch. Aveva 89 anni. Samaranch era in uno ''stato di shock irreversibile''. Le sue condizioni si sono aggravate per l'insufficienza coronarica acuta. La notizia è stata data dal direttore del servizio di medicina interna dell'ospedale Quiron di Barcellona, Rafael Esteban Mur. Samaranch ha guidato il Cio dal 1980 al 2001.
"Non ho parole per esprimere il dispiacere della famiglia olimpica", ha detto il presidente del Cio, Jacques Rogge. "Mi sento molto afflitto per la morte dell'uomo che ha dato un grande impulso ai Giochi Olimpici dell'era moderna, un uomo che è stato per me fonte di ispirazione e le cui conoscenze dello sport erano realmente eccezionali. Con la sua visione ed il suo talento, Samaranch – aggiunge Rogge – è stato l'architetto di un Movimento Olimpico solido ed unito. Non posso altro che rendere omaggio a tutti i suoi risultati, al suo lascito ed alla sua genuina devozione per il Movimento Olimpico ed i suoi valori. Abbiamo perso un grande uomo, un mentore ed un amico che ha dedicato tutta la sua vita ai valori dell'Olimpismo".
Per il presidente del Coni Gianni Petrucci ''la scomparsa di Samaranch rappresenta una grave perdita per il mondo olimpico perché lui è stato il vero protagonista del risanamento finanziario del Cio e del rilancio dei Giochi Olimpici come evento universale''. ''E' stato per tutti noi dirigenti sportivi – ha concluso – una sorta di padre putativo, un punto di riferimento continuo e costante per chiunque appartenesse al mondo olimpico''.
Samaranch era nato il 17 luglio 1920, a Barcellona. Ha guidato il Cio per 21 anni, dal 1980 al 2001. Membro del Comitato olimpico internazionale dal 1966, era entrato nell'Esecutivo del Comitato Olimpico Internazionale nel 1970 e assunto il ruolo di vice Presidente nel 1974. Nel 1980 era stato eletto Presidente, raccogliendo il testimone dall'irlandese Michael Morris Killanin.
Nel corso della sua Presidenza, dopo aver superato il difficile momento legato al doppio boicottaggio delle edizioni olimpiche di Mosca (1980) e Los Angeles (1984), si era fregiato del merito di far ottenere ai Giochi Olimpici il titolo di manifestazione sportiva più importante del mondo, aprendo anche alla partecipazione degli atleti professionisti. Samaranch è riuscito a mantenere la qualità dei Giochi ed aumentare il numero dei paesi partecipanti. E' riuscito inoltre a migliorare la salute finanziaria del Movimento Olimpico grazie alle negoziazioni con gli sponsor ed i diritti televisivi.
A Samaranch, uomo pieno di energia, va attribuito inoltre il merito dell'ampliazione della sede del Cio a Vidy e la costruzione del Museo Olimpico di Losanna. Sarà inoltre ricordato per essersi battuto per la rappresentanza femminile nel Cio e per aver creato il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS).
Nel 2001, lasciata la poltrona di numero uno a Jacques Rogge, era stato insignito del ruolo di Presidente Onorario, mentre uno dei due figli, Juan Antonio Junior, era entrato come membro. E' stato anche Presidente (1967-1970) del Comitato Olimpico Spagnolo e Vice-Presidente del Comitato Internazionale dei Giochi del Mediterraneo, oltre che Presidente della Federazione Spagnola di pattinaggio.
Aveva ricoperto il ruolo di capo missione ai VII Giochi Olimpici Invernali di Cortina d'Ampezzo nel 1956 e ai XVII e XVII Giochi Olimpici Estivi di Roma 1960 e Tokyo 1964. Diplomato in economia, è stato tra l'altro membro del consiglio di amministrazione di diverse banche, Presidente Onorario di 'La Caixa', consigliere comunale responsabile per lo sport nella città di Barcellona e delegato nazionale per l'Educazione Fisica e Sportiva.
E' stato infine ambasciatore spagnolo presso l'Unione Sovietica e la Repubblica di Mongolia popolare (1977-1980). Da giovane aveva frequentato il college tedesco, la scuola di Barcellona per gli studi di business e studiato all'estero a Londra e negli Stati Uniti. Amava l'hockey e aveva praticato la boxe e il calcio ma era affascinato da tutte le discipline, quelle capaci di contraddistinguere la sua escalation dirigenziale e segnare, in modo indelebile, il percorso d'una vita vissuta in nome dello sport.

Articlolo scritto da: Adnkronos