Home Attualità Afghanistan, militari italiani sotto attacco per 72 ore

Afghanistan, militari italiani sotto attacco per 72 ore

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ROMA – Scontri a fuoco, nei giorni scorsi, nell'area di Bala Morghab, in Afghanistan, tra una sessantina di 'insorti' e le forze di sicurezza afghane che insieme ai militari della missione multinazionale Isaf stavano conducendo un'operazione congiunta per il controllo di alcuni avamposti strategici. Militari delle forze di sicurezza afghane e dell'Isaf (International Security Assistance Force), tra i quali i soldati del contingente italiano, sono stati attaccati ripetutamente con colpi d'arma da fuoco e razzi controcarro. Fonti del comando regionale ovest della missione Isaf precisano all'ADNKRONOS che non si registrano feriti tra i militari del contingente italiano.
Le forze di sicurezza afghane e i militari di Isaf hanno risposto al fuoco e, grazie anche ad alcune incursioni aeree e al fuoco delle armi a tiro curvo, hanno potuto alla fine ripristinare la totale libertà di movimento per le truppe e il pieno controllo dell'area. Gli scontri, protrattisi con brevi intervalli per più di 72 ore, si sono verificati a Bala Morghab, località in cui sorge la base operativa avanzata che ospita, insieme a unità dell'esercito afghano e statunitense, i militari italiani della Task Force North basata sul 151° reggimento della Brigata 'Sassari'.
Dal comando Isaf di Herat rilevano che ''pieno assenso e convinto appoggio è stato fornito alle operazioni militari dalla comunità afghana del distretto di Morghab, i cui membri del Consiglio di Sicurezza hanno potuto assistere dal posto Comando ad ogni istante dell'operazione coadiuvando alla stessa molto attivamente''. L'operazione si è conclusa ''con la neutralizzazione della minaccia e il completo sostegno della popolazione civile''. Nel corso delle 'shure', i Consigli tenutisi localmente nei giorni delle operazioni, a cui hanno preso parte, come di consueto, anche i comandanti italiani e statunitensi, gli anziani del villaggio ''hanno manifestato il loro pieno appoggio all'intervento militare. Nel confermare – viene precisato – il benché minimo coinvolgimento di personale civile, uno degli elders presenti ha espresso ai comandanti militari presenti il proprio sentito ringraziamento''.
"Grazie fratelli miei – è stato il commento del Mullah più anziano del villaggio – Siete qui per portare sviluppo, assistenza e speranza". Appena la situazione si sarà stabilizzata, le forze Isaf ''riprenderanno l'opera di ricostruzione e sviluppo garantendo, fra l'altro, la distribuzione di aiuti umanitari, l'assistenza medica alla popolazione e ogni altra utile serie di iniziative, peraltro già intraprese con successo nel corso dei mesi di novembre e dicembre''.
Bala Morghab, 170 chilometri a nord-est di Herat, si trova al confine con il Turkmenistan, all'interno della provincia di Badghis (una delle quattro che compongono l'area sotto responsabilità italiana). E' una zona a lungo contesa da insorti e militari afghani che, con il supporto delle truppe dell'Isaf, in questa valle hanno combattuto e subito perdite. L'area viene considerata un punto strategico proprio perché di frontiera, ma soprattutto perché da lì passa un tratto della Ring Road, l'anello stradale che attraversa tutto l'Afghanistan collegando tra loro le città principali. Per garantire la sicurezza all'interno di tutto il Paese, ''obiettivo primario delle forze di Isaf resta la libertà di circolazione e il controllo delle principali vie di comunicazione''.
Intanto si apprende che le elezioni parlamentari in Afghanistan si terranno il prossimo 22 maggio. Lo ha annunciato il responsabile della Commissione elettorale afghana, Ali Najafi, nel corso di una conferenza stampa a Kabul, precisando che l'Afghanistan avrà bisogno dalla comunità internazionale di circa 50 milioni di dollari per l'organizzazione del voto che dovrebbe costare intorno ai 120 milioni.
L'annuncio sulle elezioni a maggio è arrivato nonostante negli ultimi giorni si fossero intensificate le richieste per un rinvio del voto – per problemi legati alla sicurezza e per la necessità di modificare la legge elettorale – contro cui si è espresso il presidente Hamid Karzai, secondo cui le consultazioni dovranno tenersi come previsto dalla Costituzione.
Il Parlamento afghano ha respinto la nomina di Sarwar Danish a ministro della Giustizia del nuovo governo di Hamid Karzai, mentre ha dato il via libera ad altri ministri chiave, come il responsabile della Difesa, Abdul Rahim Wardak. Karzai aveva presentato la lista dei ministri del suo nuovo governo – tra i quali non c'è ancora quello degli Esteri – il 19 dicembre scorso, esattamente un mese dopo il suo insediamento, seguito alle contestazioni sul voto del 20 agosto.

Articlolo scritto da: Adnkronos