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Al via la scuola per genitori di Confartigianato Imprese Arezzo

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Al via la scuola per genitori di Confartigianato Imprese Arezzo

AREZZO – Grande successo ieri sera per la Scuola per Genitori di Confartigianato Imprese Arezzo. Quasi 300 partecipanti hanno affollato la sala conferenze del Centro Affari, per seguire l'intervento dello psicologo-filosofo Umberto Galimberti sul tema I Valori dei giovani.
«Confartigianato – ha esordito nel suo saluto introduttivo il segretario Mauro Giovagnoli – crede che per migliorare la nostra società è il caso di ripartire dalla riscoperta dei valori come quello della famiglia. Confartigianato certamente nasce per dare rappresentanza in ambito economico, tuttavia, crediamo che affrontare i temi sociali sia determinante in questo tipo di rappresentanza. Confartigianato Imprese Arezzo rappresenta oltre 5mila aziende associate le quali sono per la maggior parte a conduzione familiare; in molti casi abbiamo anche tre generazioni che lavorano nella stessa azienda. Per noi occuparci della famiglia dunque, è occuparsi dell'impresa».
«Parlare di giovani è un tema inquietante». Ha iniziato con queste parole il suo intervento il prof. Galiberti. «Spessissimo – ha continuato – i giovani non riescono a spiegare la motivazione della loro sofferenza, e non riescono a trovare nemmeno il linguaggio per poterla descrivere. La risposta che ha trovato Miguel Benasayag, è quella di un'Epoca delle passioni tristi, giustificandola con il fatto che i nostri ragazzi sono tristi e la gioia che manifestano è fatta di euforie, eccessi e di momenti transitori; non è una sensazione dell'anima». Per questo è possibile parlare di un'epoca delle passioni tristi poiché ai giovani «è stato tolto il futuro», «per loro il futuro non è più una promessa, ma una minaccia». «Io non so se sia veramente una minaccia – ha proseguito Galimberti – ma quantomeno è imprevedibile». Quando il futuro è incerto e indeterminato si perdono dunque le motivazioni del perchè impegnarsi in qualcosa, del perchè studiare, ecc… «se il futuro non è attraente la motivazione cade». E quindi i genitori troppo spesso diventano «contrattuali», cercano cioè di dare motivazione ai propri figli attraverso incentivi economici. Tuttavia, una volta che il genitore diventa contrattuale «perde di autorità», poiché passa il messaggio che «neppure il genitore crede nel futuro del figlio». Per Galimberti dunque, rispetto al passato la mancanza di stabilità e certezze provoca una sensazione di precarietà emotiva.

Le mappe cognitive ed emotive dei bambini e dei ragazzi si formano principalmente nei primi tre anni di vita. «Anni nei quali i bambini ci riempiono di domande filosofiche» del tipo: «Perchè il cielo è in alto e la terra in basso, chi è Dio, dove andiamo quando moriamo?». Per questo non possiamo demandare a cuor leggero ad altri il compito di rispondere adeguatamente a queste domande. «Spesso si crede che sia importante la qualità del tempo che passiamo con i nostri bambini, quando in realtà loro necessitano di quantità». Ovvero di quanto tempo passiamo con loro. «Purtroppo dobbiamo dire che anche la nostra struttura sociale non ci aiuta nel compito di garantire un adeguato livello quantitativo di tempo verso i nostri figli». Allora «ci si arrangia come si può» e si sviluppa un «senso di colpa da parte dei genitori che cercano di compensare le proprie mancanze con degli oggetti». E qui bisogna «stare molto attenti» poiché «se io sono soddisfatto ancor prima di desiderare, ho ucciso il desiderio. Ma siccome il desiderio è la molla della vita, uccidiamo così la molla della vita stessa». Le cose «vanno sudate», la noia che affligge i nostri giovani è «la conseguenza dell'uccisione del desiderio». Il desiderio «è rivoluzionario poiché vuole altro rispetto a quello che c'è». Parlando della scuola Galimberti suggerisce l’importanza della motivazione per far emergere la specificità di ogni essere umano. L’insegnante, quindi dovrebbero essere quella figura che educa ai sentimenti, prima di istruire. A volte le competenze tecniche si possono acquisire anche in tre mesi, ma per fare un uomo occorre molto più tempo.

Il prossimo appuntamento sarà il 4 marzo con lo psicoterapeuta-pedagogista Mario Polito che parlerà dei «Sensi di colpa dei genitori», quello ancora successivo, il 23 aprile, vedrà la psicologa Paola Scalari parlare di «I figli e la scuola», e l'ultimo incontro, in calendario per il 21 maggio con la scrittrice-psicologa Maria Rita Parsi che parlerà di «Come educare i figli all'autostima» gli incontri si terranno tutti presso l’auditorium dell’Etrusco Palace Hotel.