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Anche i comuni de l Valdarno presenti al Salone del Gusto di Torino

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Anche i comuni de l Valdarno presenti al Salone del Gusto di Torino

Torino – Si è inaugurato questa mattina al Lingotto a Torino all’8^ edizione del Salone Internazionale del Gusto alla presenza del ministro del’agricoltura Galan, del Governatore del Piemonte Cota e del Sindaco di Torino Chiamparino e di Carlo Petrini Presidente di Slow Food International e Roberto Burdese Presidente di Slow Food Italia e del commissario europeo per l’agricoltura il rumeno Dacian Ciolos. Al Salone del Gusto i comuni del Valdarno sono presenti con un proprio stand posto all’interno dello spazio della Regione Toscana grazie al progetto “Tra Chianti e il Pratomagno” che si propone l’obiettivo di promuovere il territorio anche grazie alla qualità dei prodotti tipici del Valdarno e grazie all’iniziativa del Mercatale – il Mercato dei produttori – , diventato ormai una realtà a livello nazionale. Accanto allo stand dei comuni del Valdarno si trovano anche i presidi Slow Food del pollo del Valdarno, della tarese, e lo stand della pasticceria Bonci. In questi giorni da giovedì 21 a lunedì 25 ottobre tante saranno le iniziative promosse all’interno dello stand dei comuni del Valdarno per far conoscere a tutti i visitatori la qualità dei prodotti della nostra terra. Ogni giorno i comuni e i produttori all’interno dello stand illustreranno i vari prodotti di qualità e i cibi più famosi del Valdarno, dal pollo con i rocchini di sedano, allo stufato alla sangiovannese, al fagiolo zolfino, al castagnaccio, alla tarese del Valdarno, passando per i formaggi e i vini del territorio. A turno saranno presenti allo stand anche gli amministratori locali delle città valdarnesi. Una parte dello stand è dedicata poi al Merctale – il Mercato dei produttori, l’esperienza della filiera corta aperta da alcuni anni a Montevarchi, sicuramente una delle iniziative più importanti e prestigiose del nostro territorio per la valorizzazione dei prodotti di qualità. Proprio su questo argomento è intervenuto durante l’apertura del salone Carlo Petrini, fondatore di questa iniziativa e leader storico di Slow Food. Carlo Petrini nel suo intervento ha toccato vari aspetti delle tante difficoltà che oggi incontra il mondo dell’agricoltura: “Nella storia di questo nostro paese non è mai successo che ogni comparto agricolo sia in sofferenza. Anche il vino sta dando segni di difficoltà. Ma sono soprattutto i cereali, gli allevamenti che sono in difficoltà” Da qui la necessità di allargare i propri orizzonti per dare una svolta storica alla produzione agricola. “Oggi sono necessarie nuove idee e l’elemento centrale dell’agricoltura è quello di un grande sforzo per ridare valore al cibo. E’ l’energia primaria per il quale viviamo. Attraverso il prezzo giusto, non stracciato e neanche eccessivo, ma quello giusto. Oggi 4.000 tonnellate al giorno di cibo vanno nella spazzatura e avere i nostri contadini senza prospettive. Occorre dare nuovo valore al cibo, altrimenti non si esce da questo momento. La distribuzione non funziona, ed i suoi costi sono eccessivi. Un grande processo informativo sulla qualità del cibo. L’educazione alimentare, a partire dalle scuole, deve diventare un patrimonio di questo paese”.Il cibo dunque come cultura, come storia, come tradizione, da valorizzare e non da omologare: “Noi siamo conosciuti per la civiltà anche del nostro cibo. Nel cibo c’è storia, tradizione, ci sono le nostre radici. Meno consumo sfrenato e più educazione al consumo, meno quantità e più qualità. Una parte dei giovani italiani devono tornare a lavorare la terra. Sotto i 35 anni solo il 7% dei lavoratori, il minore dell’unione europea. Una nuova generazione di contadini, per conciliare la modernità con la tradizione. Occorre accorciare la filiera. E’ un’impresa straordinaria. Ma occorre rompere questa idea che fare i contadini è avvilente. I contadini sono i più grandi intellettuali della terra. E’ una responsabilità anche dei consumatori. La qualità va pagata. Un’agricoltura 2.0”.L’idea di fondo per Petrini è quella di dar vita ad una vera e propria trasformazione che deve toccare certamente la cultura del nostro paese, ma anche coloro che economicamente devono guidare questa trasformazione: “Un altro problema è legato alle difficoltà di accesso al credito per i contadini. Occorrono politiche accorte. Resto stupito che in questo dibattito la politica non intercetta la possibilità di quanti nuovi posti di lavoro potrebbero nascere dal ritorno alla terra. Occorre una trasformazione che non è rivoluzione; La trasformazione cambia la vita. Occorre un dialogo tra scienza e agricoltura. Nuove idee, non la battaglia tra poveri. La politica deve aiutare i più poveri. Questa è la linea da seguire, il futuro è nelle mani dei contadini”. Cibo e territori diventano dunque una relazione imprescindibile che rappresenta il fulcro del Salone. Il cibo racconta la storia del territorio ed occorre guardare il salone con questi occhi. Così anche avvicinandosi allo stand del Valdarno, occorre capire che i prodotti qui presenti, i cibi che si possono gustare sono la rappresentazione della nostra storia e delle nostre tradizioni. Da qui l’importanza di essere presenti al salone e di esservi come comunità valdarnese e non come singoli comuni. Possiamo veramente dire che le 4 anime presenti nel salone del Gusto e di Terra Madre qui a Torino sono quelle stesse anime che sono presenti nell’azione amministrativa e di governo delle comunità valdarnesi, ovvero lo spirito politico, commerciale, innovativo ed educativo, per ridare valore al cibo e alla qualità dei prodotti che nella nostra terra vengono coltivati. Venerdì 22 ottobre arriverà al salone del Gusto il consiglio comunale dei ragazzi al completo insieme ad alcuni rappresentanti delle scuole valdarnesi. Sabato 23 ottobre sarà la volta di un gruppo di nostri concittadini che salirà a Torino in autobus per visitare il Salone e lo spazio dedicato a Terra Madre.