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Angini e Zei: pittura e scultura nel loggiato di palazzo comunale

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Arezzo – Inaugurata la mostra nel loggiato di palazzo comunale (secondo piano) dal titolo “Visioni oniriche e plastiche”. I due gli artisti, Lucia Zei e Vittorio Angini “sfruttano” lo spazio messo a disposizione, come è orami consueto, dal Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Caroti. È un suggestivo abbinamento di pittura e scultura, le arti dove eccellono, rispettivamente, Angini e Zei.
“Alcuni mesi fa, in occasione di una loro mostra congiunta – ricorda il Presidente del Consiglio Comunale, Giuseppe Caroti – rimasi colpito dai colori e dai tagli di luice dei quadri di Vittorio Angini e dalla dolcezza delle sculture di Lucia Zei. Ho poi avuto l’occasione di parlare con loro ed apprezzarne l’umanità e la cortesia. Oggi, venendo ad esporre nel loggiato, fanno un grande regalo a chi frequenta quotidianamente il Palazzo Comunale e a tutti coloro che vorranno venire ad ammirare la mostra. Si possono apprezzare “Le rondini che osservano” e “Ricordi” di Angini, le maternità della Zei e la “Coppia di Pattinatori” che per la carica e la forza che esprimono restano la sua opera da me preferita”.
Lucia Zei, aretina, opera con presso il suo studio d’arte di via Fiorentina. La carica satirica politico-religiosa dei suoi volti, così come la perfezione tecnica dei personaggi mitologici o artificiali l’hanno resa protagonista della creazione di carri per svariate edizioni dei carnevali di Foiano e Arezzo. Sono esposte alcune sue sculture in bronzo e acciaio, pezzi che generalmente realizza sia per arredamento sia per esterni come piazze e giardini.
Vittorio Angini vive e lavora ad Arezzo nell’ex ospizio francescano di Bagnaia. Molte le sue partecipazioni ad attività artistiche e gruppi culturali. Per lui si annuncia la consegna del Premio Roma nell’ambito di un’esposizione che terrà nella capitale. È particolarmente apprezzato da Josè Van Roy Dalì, figlio d’arte del famoso Salvador che lo ha invitato a partecipare alla “Quadriennale di arte contemporanea” che si tiene a Roma al Vittoriano. L’approccio coloristico, solare, la sua fervida creatività compositiva, consente all’osservatore di trasformare virtualmente segni e tagli di luce quasi in brani musicali tra di loro contrastanti.