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Aquila, la Forestale sequestra una area di 8mila metri quadrati

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Aquila, la Forestale sequestra una area di 8mila metri quadrati

L’Aquila – Il NIPAF del Comando Provinciale del Corpo forestale dello Stato dell’Aquila, ha effettuato dal mese di agosto 2010 indagini sulla lottizzazione denominata "Campus Universitario”, realizzata in località Cavallari nel Comune di Pizzoli (L’Aquila).

Dalle complesse indagini portate avanti dal NIPAF dell'Aquila è emerso che la lottizzazione, che prevedeva in progetto la realizzazione di 11 palazzine per un totale di 139 appartamenti per complessivi 262 posti, è stata realizzata violando norme paesaggistiche, ambientali ed urbanistiche.

Gli elementi raccolti dalla Forestale sono stati portati all'attenzione della Procura della Repubblica dell'Aquila che ha chiesto ed ottenuto dal Tribunale del capoluogo abruzzese, l'emissione di 11 avvisi di garanzia nei confronti dell'attuale Sindaco e del responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Pizzoli, dei proprietari dei terreni su cui sono state già realizzate 3 palazzine per circa 90 appartamenti, del legale rappresentante e del procuratore speciale della ditta esecutrice dell'opera, del progettista e direttore dei lavori. Sono state inoltre sequestrate l’area di 8.000 metri quadrati e le opere già realizzate.

I reati contestati sono la trasformazione urbanistica ed edilizia in violazione delle norme urbanistiche, la mancanza di un piano di lottizzazione valido, la progettazione e realizzazione in difformità alle prescrizione del P.R.G., il falso ideologico, la realizzazione delle opere in area sottoposta a vincolo paesaggistico in assenza della prescritta autorizzazione, la realizzazione dell'opera non osservando la distanza minima di 150 metri dal fiume Aterno (i manufatti risultano realizzati ad una distanza inferiore di 50 metri rispetto all'argine del fiume, ed in ogni caso ricadono all'interno della fascia di rispetto), il danneggiamento delle bellezze naturali e dei luoghi e, in ultimo, la violazione dei vincoli paesaggistici. I reati ascritti negli avvisi di garanzia sono stati tutti commessi in concorso tra gli indagati.