Home Cronaca Archivio Vasari, doppio colpo di scena e lo Stato prende tempo

Archivio Vasari, doppio colpo di scena e lo Stato prende tempo

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ROMA – Non uno ma due nuovi colpi di scena nello stesso giorno nel caso dell'Archivio Vasari, che i proprietari, gli eredi del conte Giovanni Festari, hanno venduto ai russi della holding Ross Engineering di Mosca. Lo Stato italiano ha dichiarato nulla la denuncia di trasferimento di proprietà delle preziose carte del pittore e architetto rinascimentale Giorgio Vasari, facendo così ripartire i termini entro i quali il ministero dei Beni culturali può esercitare il diritto di prelazione sull'Archivio, che scadono il prossimo 22 marzo. Da parte loro i quattro figli del conte Festari hanno fatto causa allo Stato, come ha rivelato oggi l'edizione di Arezzo del quotidiano 'La Nazione''. Gli eredi del nobiluomo hanno citato in giudizio davanti al Tribunale di Firenze il ministero, la Soprintendenza Archivistica per la Toscana e il Comune di Arezzo, contestando la cattiva conservazione e la mancata valorizzazione delle carte autografe dell'Archivio, tra le quali spiccano 17 lettere di Michelangelo. La holding russa Ross Engeneering si è impegnata a versare entro il 22 marzo 150 milioni di euro per l'acquisto dell'Archivio Vasari.
Gli accertamenti del ministero per i Beni culturali sulla cessione dell'Archivio Vasari hanno portato ad accertare ''lacune sostanziali riguardanti l'identificazione certa del soggetto acquirente e la sua legittimazione ad agire nell'acquisto'' delle carte custodite in una cassaforte nel Museo di Casa Vasari ad Arezzo. ''Elementi'' che il Mibac giudica ''indispensabili ai fini dell'esercizio delle funzioni di tutela previste dal Codice dei beni culturali''.
Di conseguenza, si legge in una nota diffusa dal ministero, ''la Soprintendenza archivistica ha dichiarato non avvenuta e priva di ogni effetto di legge la denuncia di trasferimento di proprieta' dell'Archivio Vasari''. Il ministero per i Beni culturali non precisa nel comunicato quali siano le ''lacune sostanziali'' emerse nell'accertamento, anche se sembra di capire, secondo alcune fonti, che potrebbe trattarsi anche di mancate traduzioni dell'atto di compravendita compiuto a Mosca da Enrico De Martino, un immobiliarista romano che ha agito su procura del conte Giovanni Festari, morto poco dopo la cessione.

Articlolo scritto da: Adnkronos