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Arci Arezzo: ‘Solidarietà ai migranti sfruttati di Rosarno’

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Arci Arezzo: ‘Solidarietà ai migranti sfruttati di Rosarno’

AREZZO – “Quello che sta accadendo a Rosarno, è qualcosa che riguarda anche noi”, così si esprime l’ufficio immigrazione del comitato aretino dell’Arci. “I problemi relativi: all’immigrazione, alla legalità e alla criminalità organizzata, hanno condotto allo scatenarsi di una situazione che è sotto gli occhi di tutti. Uomini e donne relegati alla schiavitù e che lavorano per pochi euro al giorno vivendo ammassati dentro fabbriche abbandonate in condizioni igieniche precarie, sono lo specchio di un sistema che alla sua base presenta un’emergenza sociale intollerabile. Noi vogliamo partecipare a questa denuncia”.
Per questo l’Arci di Arezzo esprime solidarietà a tutti i migranti che in questo momento sono stati trasferiti altrove per sfuggire alla caccia alle streghe in atto a Rosarno. “Si tratta di una delle prime e decise rivolte di popolo contro l’oppressione, in luoghi dove ancora e sempre di più, la criminalità organizzata governa le decisioni e la vita di un’intera comunità. Un rivolta che le cosche cavalcano ora da un parte ora dall’altra per poterne trarre benefici futuri”.
Tutto questo succede proprio laddove sono venuti meno i principi della legalità, non a caso Rosarno è un comune commissariato dall’ottobre del 2008, quando furono arrestati il sindaco di Gioia Tauro, Giorgio Dal Torrione, il suo vice, Rosario Schiavone, e il sindaco di Rosarno, Carlo Martelli, oltre a boss di primissimo piano della potente cosca Piromalli. Dall’inchiesta, emersero documentazioni che dimostrerebbero come i funzionari pubblici stessero agevolando gli affari delle cosche. Anche oggi le violenze scoppiate a Rosarno, risultano essere guidate dalla 'ndrangheta anche se il procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo, che coordina le indagini, si è limitato a dire che «ogni ipotesi è plausibile. Dobbiamo condurre indagini accurate per stabilire le responsabilità». Di certo c'è che i tre rosarnesi arrestati sono personaggi noti agli investigatori: uno è figlio di un esponente di spicco della cosca Bellocco, che insieme a quella dei Pesce estende il suo predominio su Rosarno.
Di sicuro, nella vicenda di Rosarno, c'è lo sfruttamento degli immigrati per il lavoro nei campi, già a gennaio dello scorso anno è stata sequestrata un'azienda ortofrutticola e sono stati arrestati i proprietari e un caporale, di nazionalità tunisina, che reclutava gli immigrati.
Una bomba che prima o poi doveva scoppiare e che poteva essere disinnescata utilizzando tutti gli strumenti che associazioni come l’Arci, ormai da anni, sta utilizzando per favorire l’integrazione e le pari opportunità per i migranti. “Per fortuna, nella nostro territorio riusciamo ad offrire servizi efficienti in grado, nel nostro piccolo, di favorire una sana integrazione è dunque necessario rilanciare il nostro impegno perché questo succeda anche a poche centinaia di chilometri da qui”.