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Bangkok, ucciso fotografo italiano Polenghi. Scatta il coprifuoco

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BANGKOK – Offensiva finale dell'esercito thailandese contro il presidio delle camicie rosse nel centro di Bangkok. Negli scontri è morto anche un giornalista italiano.
Lo ha confermato la Farnesina, secondo quanto hanno riferito fonti del ministero degli Esteri all'ADNKRONOS. Il ministero non ha formalmente diffuso il nome del connazionale, ma è certo che si tratta del fotoreporter Fabio Polenghi. Secondo quanto riporta il sito del Bangkok Post, il direttore dell'ospedale Jongjet Aoajenpong ha detto che il giornalista italiano è stato colpito da un proiettile allo stomaco ed è morto prima dell'arrivo all'ospedale.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha appreso con commozione della tragica notizia. Un portavoce della Presidenza della Repubblica rende noto che gli uffici del Quirinale sono in contatto con l'Unità di Crisi della Farnesina "affinché siano rigorosamente accertate le circostanze e le responsabilità di quanto è accaduto". Cordoglio unanime è stato espresso dalle massime autorità e da esponenti politici di maggioranza ed opposizione.
"Viveva per il suo lavoro", dice sotto choc Isabella Polenghi, sorella del fotoreporter ucciso. "Ha iniziato a 20 anni, viveva per questo", racconta la donna, anche lei fotografa. Una passione comune che aveva portato Fabio, 45 anni, a girare il mondo e a far ritorno, nella sua casa milanese in zona Porta Genova, sempre più raramente.
Intanto, dopo il blitz dei militari, alcuni leader della protesta thailandese delle camicie rosse si sono consegnati oggi al quartier generale della polizia a Bangkok dopo aver annunciato la fine delle manifestazioni che da due mesi bloccano la capitale thailandese. I leader delle camicie rosse hanno cercato di placare gli animi dichiarando che la loro resa non significa la fine della battaglia politica. Ma diversi manifestanti, fra cui molte donne, hanno espresso la loro rabbia per l'intervento dei tank dell'esercito contro il loro presidio con violenti attacchi in diversi punti della città. Assaltati i negozi dei centri commerciali di Central World e Gaysorn, dati alle fiamme diversi autobus. Attaccate anche diverse sedi di televisioni e giornali e un incendio si è sviluppato alla Borsa di Bangkok. Dense colonne di fumo si sono levate per tutta la città.
La protesta è dilagata anche in altre aree del Paese. Simpatizzanti delle camicie rosse hanno preso d'assalto i municipi di diverse città del nord della Thailandia. Il governo ha imposto il coprifuoco nella capitale dalle 20 (le 14 in Italia) di questa sera alle 6 di domani mattina e lo stato di emergenza in altre due provincie nord orientali (24 su un totale di 76), Kalasin e Mukdaharn. Esteso anche qui il coprifuoco.
L'offensiva dell'esercito è scattata questa mattina dopo che nella notte è fallito un tentativo di mediazione portato avanti dal Senato thailandese. Muniti di altoparlanti, i militari hanno intimato lo scioglimento del presidio delle camicie rosse del Fronte unito per la democrazia contro la dittatura (Udd) prima di far partire i carri armati che hanno travolto le barricate di copertoni e bambù erette nell'area di Ratchaprasong. Nel blitz avrebbero perso la vita 5 persone e diverse altre sono rimaste ferite.
Gli italiani presenti nella capitale, ha detto l'ambasciatore d'Italia a Bangkok Michelangelo Pipan, raggiunto telefonicamente da ADNKRONOS, "sono stati invitati da noi con ogni mezzo, per telefono, sms e quant'altro, a restare a casa, soprattutto in questo momento".

Articlolo scritto da: Adnkronos