Home Cronaca Commercio on-line: Vendite di poltrone in ‘nero’

Commercio on-line: Vendite di poltrone in ‘nero’

0
Commercio on-line: Vendite di poltrone in ‘nero’

Empoli (FI) A seguito di accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza di Empoli è stata individuata un’impresa, riconducibile ad un cittadino cinese che, per alcuni anni, ha svolto l’attività di commercio e produzione di poltrone e divani, annotando fatture per operazioni inesistenti, vendendo in nero sulla rete, omettendo di presentare le dichiarazioni fiscali. E’ questo uno dei casi emersi a seguito del monitoraggio della “Rete” che ha portato le Fiamme Gialle empolesi ad individuare soggetti che utilizzano questa nuova modalità di vendita, anche per beni che, notoriamente, sono venduti in negozi con sede fissa. Nei confronti dell’impresa è stata costatata un’evasione di IVA ed II.DD. pari ad oltre1,6 milioni di euro. (IVA euro 250.000 – II.DD. 1.355.000).
L’attività ha preso spunto da un esame delle transazioni economiche che avvengono su un noto portale di aste on-line svolto dalla Guardia di Finanza a livello nazionale. I controlli, in particolare, sono stati incentrati su quei soggetti che effettuano volumi di vendite la cui entità si presenta incompatibile con un regime di vendite realizzate tra privati.

Tra i nominativi individuati vi era anche un cittadino cinese che, negli anni 2006 e 2007, ha effettuato molte delle sue vendite sul portale on-line. Centinaia di poltrone e divani sono stati ceduti a privati per un importo complessivo di euro 455.000. L’account per le vendite on-line era intestato fittiziamente al figlio dell’imprenditore cinese (49enne) la cui ditta si occupava anche di prestazioni per conto terzi nella lavorazioni di poltrone e sofà.

In pratica, i vari componenti dei divani erano importati a bassi prezzi dalla Cina e poi erano assemblati presso il magazzino dell’impresa.

I prezzi erano molto concorrenziali, infatti le poltrone si aggiravano su un costo di circa euro 200 mentre i divani non superavano i euro 1.200. Una volta conclusa la transazione con il privato, la merce era spedita con un corriere espresso. Gli acquirenti sono risultati italiani e stranieri, sparsi in vari paesi europei.

Oltre a vendite in nero sulla rete, l’impresa svolgeva anche una regolare attività commerciale di prodotti analoghi. I ricavi per tali vendite erano abbattuti con l’annotazione, in contabilità, di fatture false emesse da due società “cartiere” gestite da connazionali, ubicate in Firenze ed Empoli. Dal 2004 al 2007 sono state annotate fatture per un importo di oltre euro 900.000, con un’evasione di IVA pari ad oltre euro 140.000. In tale modo la ditta è riuscita a dichiarare redditi più bassi rispetto a quelli reali.

Nel 2007 l’impresa ha cessato del tutto di operare omettendo, per quell’annualità, la presentazione delle dichiarazioni II.DD. ed IVA.
Il titolare della ditta è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria di Firenze per dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti.