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Confindustria: Italia fuori da recessione

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ROMA – L'economia italiana è fuori dalla recessione e la ripresa mondiale, germogliata un anno fa, ha acquistato impeto. E' il Centro studi di Confindustria a certificare così, nel suo tradizionale rapporto, l'uscita dal tunnel per il Paese.
La previsione di crescita del Pil nel 2010, infatti, si attesta all'1,2% leggermente sotto a quanto previsto dal governo che stima l'aumento per l'anno in corso dell'1,3%. Pil in crescita anche nel 2011 per l'1,6%. Una previsione però che non dimentica la profonda riduzione dei livelli produttivi avuta con la recessione e che ha portato ad un calo del Pil del 6,8% tra il primo trimestre 2008 ed il secondo 2009. Nel IV trimestre 2011, infatti, spiegano ancora gli economisti, la "distanza dal picco precedente sarà ancora del 3,3%". E' per questo che Confindustria stima che occorrerà attendere il 2013 per rivedere i valori di crescita del 2007.
Il Centro studi di Confindustria stima poi che tra il primo trimestre 2008 ed il IV trimestre 2009 sono stati complessivamente 528 mila i posti di lavoro persi. Le previsioni parlano infatti di una disoccupazione ancora molto elevata nei prossimi anni: il tasso dell'8,6% previsto per il 2010 salirà al 9,2% nel 2011. A giocare contro la ripresa del mercato del lavoro, a rallentarne la dinamica, è sopratutto il costo del lavoro per unità di prodotto mentre un forte fattore di attenuazione della crisi occupazionale l'ha giocata, per Confindustria, la Cassa integrazione senza la quale la perdita dei posti di lavoro si sarebbe "raddoppiata". Ma 'simmetricamente' la Cig, spiegano gli economisti, crea anche un bacino di lavoro non utilizzato ma formalmente impiegato che potrà "ritardare la ripresa del processo di creazione di posti di lavoro". E' per questo che il livello dell'occupazione nei prossimi trimestri dipenderà "in modo cruciale" dal processo di riassorbimento dei cassintegrati.
C'è poi il capitolo evasione fiscale che nel 2009 è ammontata a 124,5 miliardi di euro e vale l'8,2% del Pil. Una stima che secondo i calcoli degli economisti di viale dell'Astronomia permetterebbe di "abbattere le aliquote fiscale del 16% in media" riportando la pressione fiscale effettiva dal 51,4% al 43,2%. Non solo. A guadagnarci, con una lotta senza quartiere, anche le retribuzioni: quelle nette aumenterebbe di 1.200 euro l'anno e il costo del lavoro si ridurrebbe di 1.600 euro.
Quanto alla manovra economica del governo da 25 mld avrà un impatto restrittivo sul Pil di circa lo 0,8% nel biennio 2011-2012. Viale dell'Astronomia ritocca dunque verso l'alto i numeri dell'esecutivo, che ieri aveva formalizzato un effetto dello 0,5% tra il 2010 e il 2012. Un effetto negativo che varrà per tutti i paesi europei che hanno adottato manovre correttive. "La vera restrizione delle politiche di bilancio adottata con anticipo dai governi europei comincerà dal 2011, quando la ripresa potrà essere consolidata, e ammonterà nell'area euro a meno dell'1% del Pil, ammesso che le misure annunciate siano integralmente efficaci", spiega ancora il rapporto Csc che annota: "Nulla del genere è nei piani degli Usa, semmai il contrario".
Se comunque la manovra economica messa a punto dal governo sarà completamente effettuata, Confindustria stima che sarà in grado di "piegare" il deficit pubblico al 4,1% nel 2011, dal 5,1% di questo anno anche se il macigno del debito pubblico arriverà al 118,9% del Pil nel 2011. Un aggiustamento finalizzato ad una stabilizzazione, quello previsto nella manovra di bilancio, che gli industriali giudicano "molto impegnativo" anche se il percorso imboccato "è analogo a quello tedesco e molto inferiore a quanto necessario in Francia, Regno Unito e Spagna ma "da solo" non è sufficiente". Serve dunque guardare anche alla crescita, ribadiscono gli industriali, "per un risanamento duraturo" e sena la quale "qualunque debito, pubblico e privato, diventa insostenibile".

Articlolo scritto da: Adnkronos