Home Politica Consiglio Comunale: La vicenda Aato 4 – Marconi

Consiglio Comunale: La vicenda Aato 4 – Marconi

0
Consiglio Comunale: La vicenda Aato 4 – Marconi

Arezzo – È stato Francesco Francini del gruppo consiliare Popolo della Libertà a illustrare l’atto di indirizzo relativo alla compravendita immobiliare AATO 4/Immobiliare 3000 che ha portato nelle scorse settimane alla revoca delle deleghe a Giuseppe Marconi.
“Sappiamo che il Consiglio Comunale definisce gli indirizzi per la nomina e la designazione da parte del Sindaco dei rappresentanti del Comune in enti, aziende e istituzioni e che l’assemblea dell’Autorità di Ambito Alto Valdarno è composta dai rappresentanti dei Comuni consorziati nella persona del Sindaco pro-tempore o di un suo delegato nominato fra i componenti del Consiglio Comunale o della Giunta. Il vice Sindaco era dunque lì delegato dal Sindaco. L’art. 75, comma 2, dello Statuto del Comune di Arezzo stabilisce che: ‘i soggetti nominati o designati rappresentanti del Comune presso enti, aziende, istituzioni e società dipendenti, controllate o partecipate dal Comune rendono pubblica la propria situazione patrimoniale’. Ovviamente, come per la nomina, in capo al Sindaco va ricondotto anche il potere di revoca di suddetti amministratori e rappresentanti dell’ente.
La premessa è necessaria prima di entrare nel vivo della vicenda: con decreto AATO 4 n. 20 del 14 gennaio 2010, veniva autorizzato il direttore dell’ente a stipulare con la Società Immobiliare 3000, il contratto preliminare di compravendita di una porzione di immobile in via Gobetti 23 ad Arezzo di 411 mq circa oltre a 12 posti auto. Da qui parte un complesso procedimento da cui possiamo verificare la conoscenza dell’alienazione immobiliare da parte di Immobiliare 3000 a cui partecipa il Vice Sindaco Giuseppe Marconi. Revocato dall’incarico soltanto in data 8 novembre 2010. Arrivati a questo punto, il Sindaco ha precisato che si dovrebbe procedere, ex art. 1427 codice civile, all’annullamento del contratto ‘per errore’. In realtà, l’amministrazione comunale dovrebbe promuovere un’apposita iniziativa per la risoluzione del predetto atto, anche in considerazione delle dichiarazioni del Sindaco che manifestano la sopravvenuta carenza di interesse pubblico all’acquisto immobiliare. A dire il vero, pesanti perplessità vanno evidenziate circa la sussistenza originaria di un interesse pubblico e la convenienza alla procedura di acquisizione del bene immobile, stante il superamento per legge dell’organizzazione del servizio idrico integrato mediante gli attuali ambiti territoriali ottimali. Se non si tratta, quindi, di mero errore nel compimento dell’atto di acquisto, può configurarsi un’insussistenza ab origine dell’interesse alla stipula, fermo ogni altro opportuno ed eventuale accertamento sulla convenienza economica dell’operazione contrattuale nel suo complesso considerata. E parlando di 'economia', siamo dinanzi a una operazione immobiliare che 'ha mosso' 1.000.000 di euro, una cifra che si commenta da sola.
Vogliamo allora impegnare il Sindaco e la Giunta ad assumere tutte le iniziative opportune e necessarie per procedere all’annullamento o alla risoluzione del contratto di compravendita della nuova sede AATO 4; a verificare, anche con gli uffici competenti, l’eventuale sussistenza di un danno erariale e di immagine sia per il Comune di Arezzo sia per l’AATO 4 al fine di individuare eventuali responsabilità e procedere a una preventiva diffida e messa in mora dei soggetti che risultassero, in ipotesi, imputabili del danno; a collaborare con la Commissione Consiliare Controllo e Garanzia onde accertare ogni profilo della vicenda della compravendita anche al fine di verificare la trasparenza delle procedure e l’attuazione della presente mozione; a promuovere ogni iniziativa e ad assumere ogni conseguente atto volto a ritirare la delegazione che rappresenta il Comune di Arezzo nel Consiglio di Amministrazione dell’AATO 4 e a provocare le dimissioni dell’intero CdA”.

Dopo che Gugliemo Borri ha annunciato la prossima riunione della Commissione Controllo e Garanzia, di cui è presidente, per giovedì 2 dicembre alle 15, e vi parteciperà anche il Sindaco, Raffaello Giorgetti ha chiesto di rinviare la discussione di questo atto di indirizzo proprio a seguito di questa riunione della commissione dalla quale emergeranno elementi di valutazione ulteriori e tutte le informazioni opportune.
Non di sospensione semmai ma di ritiro dell'atto ha parlato Alessandro Arcangioli, il quale ha annunciato una ulteriore mozione, firmata da tutti i gruppi di maggioranza, alternativa a quella del Pdl “che sposta l'attenzione dei problemi al primo gennaio 2011”: condividiamo la “richiesta di mettere a disposizione il proprio mandato dei due rappresentanti del Comune di Arezzo nel Cda dell'AATO 4”, prendiamo atto “dell'esaurimento della funzione amministrativa, per legge, delle autorità di ambito con conseguente nuova organizzazione dei servizi a livello regionale. Ecco allora la necessità di tutelare finanziariamente gli interessi del Comune di Arezzo e prendere decisioni in cui siano coinvolti democraticamente gli enti locali e di cui sia informato il Consiglio Comunale. E non dimentichiamo che siamo dinanzi a una situazione che non comporta reati ma comportamenti inopportuni. C'è una bella differenza rispetto al passato, visto che abbiamo ristabilito la legalità in questo Comune. E anche questa vicenda è stata chiusa in 5 giorni, con la massima tutela della onorabilità di Marconi e ritirando i membri in AATO del Comune di Arezzo come chiedete nel vostro atto di indirizzo che arriva dunque in ritardo e denota solo un atteggiamento da caccia alle streghe”.
Anche Giovanni Pelini ha rilevato la differenza rispetto al passato: “Marconi non era presente nella seduta Aato che deliberò l'acquisto dell'immobile. Questo è già emerso in Commissione Controllo e Garanzia. Il penalizzato è proprio Marconi a cui è stato chiesto un sacrificio importante. Voglio esprimergli il mio rispetto”.
Gianni Cantaloni ha “appreso tutto solo dai giornali, nazionali peraltro, dalla maggioranza solo silenzi: è nostro dovere di amministratori sapere invece come viene speso il denaro pubblico. I problemi vanno affrontati e le risposte date, specie quando spariscono assessori da 8-9 deleghe. Tra cui quella di vice sindaco, di cui letteralmente non si sa più nulla, salvo che le sue deleghe sono state redistribuite”.
Marco Bianchi ha ricordato “come in passato analoghe interrogazioni sui conflitti di interesse erano state presentate verso il Sindaco Lucherini e altri componenti la Giunta ed erano passate sotto silenzio. Questa nostra disponibilità alla discussione segna, rispetto a questo atteggiamento, una svolta politica”.
Francesco Macrì: “è successo qualcosa fuori dalle istituzioni, siamo stati in presenza di una crisi extra-consiliare di fatto, di silenzi imbarazzati del Pd e della maggioranza. Il Sindaco negli anni ha tenuto alta la bandiera della legalità, della correttezza amministrativa e poi in una questione del genere non ha seguito il suo vice che ha determinato al 99% una procedura che ha portato alla spesa di denaro pubblico in direzione di un immobile di cui era proprietario. Di questo si parla! Di una situazione gravissima dove c'è un ente di cui la legge ha decretato la soppressione, dove c'è una compravendita senza aste pubbliche, vizio di questa amministrazione, relativa a un immobile che addirittura non aveva la destinazione adeguata, destinazione che è stata concessa dal Comune stesso nell'arco di una settimana. E tanti altri aspetti che mi portano a concludere: ammainate la bandiera dell'etica pubblica, e restituite dignità alla politica. Di più: visto che devo supporre che ritenete il vice sindaco un attore che ha agito in solitudine, prendete atto che è stato cacciato e votate in coerenza a favore di questo atto di indirizzo”.
Rossella Angiolini: “premesso che anche noi del centrodestra dovremmo fare un certo mea culpa visto che dopo avere strappato alla sinistra Arezzo dopo 54 anni, gliela abbiamo riconsegnata, ora dobbiamo però riconoscere che il vice sindaco ha agito in modo alquanto leggero. E alla fine della vicenda, doveva dare le sue dimissioni, portare rispetto al Sindaco e non costringerlo a revocarlo. Inoltre se c'era una sede dove doveva chiarire tutte le sue scelte e il suo operato, questa era il Consiglio Comunale non la procura. E venire dinanzi ai consiglieri significa dinanzi ai cittadini. Infine: Paolucci e Bidini, gli altri rappresentanti del Comune nel Cda, dove erano quando si è dipanato tutto l'iter?”.

L'atto di indirizzo è stato rinviato al prossimo Consiglio Comunale su richiesta del relatore Francesco Francini che ha quindi ritenuto di passare alla sua votazione dopo l'audizione del Sindaco Fanfani in Commissione Controllo e Garanzia.