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Consiglio Comunale: le modifiche allo Statuto

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Consiglio Comunale: le modifiche allo Statuto

Arezzo – Nel corso del 2010 si sono registrate alcune novità legislative che “hanno reso necessaria – ha precisato Giuseppe Caroti – una ‘ripulitura’ dello Statuto attraverso l’abrogazione di articoli in contrasto con le norme di rango superiore”. In particolare, va accennato alla finanziaria 2010 che “rende necessario abrogare gli istituti delle circoscrizioni, del difensore civico e del direttore generale nonché ridurre il numero dei consiglieri, da 40 a 32, e degli assessori, fino a un massimo di 9. Queste modifiche avranno efficacia a partire dal prossimo mandato amministrativo. Ovviamente si tratta di interventi che portano ad altre modifiche a cascata che toccano gli articoli dove comparivano le circoscrizioni, ad esempio in termini consultivi, e gli articoli relativi a petizioni o referendum”.
Altre modifiche importanti provengono dalla legge 69/2009, in materia di dematerializzazione degli atti, a favore dell’uso di tecnologia informatica sia nel caso della pubblicazione degli atti che della loro trasmissione. “Abbiamo dato una mano – ha rilevato Caroti – a che questi principi siano realmente applicati: scatta con queste modifiche statutarie la pubblicazione informatica degli atti, che avrà valore legale, rimanendo facoltativa quella all'albo. Anche la convocazione del Consiglio Comunale, come ogni altra trasmissione di atti, avverrà in maniera informatica, cosa peraltro già presente al Comune di Arezzo grazie ai consiglieri comunali che si sono resi disponibili da un paio di anni a essere convocati per e-mail”.
Scatta invece da subito la possibilità di revoca del Presidente del Consiglio Comunale che non potrà tuttavia essere oggetto di una mozione di sfiducia politica. “La revoca del Presidente – ha ricordato Caroti – potrà essere motivata solo per atti viziati da violazione di legge e dello Statuto comunale nell’esercizio di funzioni inerenti la carica. Mi piace rimarcare tuttavia come questo ufficio abbia in qualche modo anticipato la suddetta previsione: infatti, tale possibilità è stata concessa dal sottoscritto nel 2007 quanto venne iscritta all'ordine del giorno la proposta di revoca avanzata dall'opposizione. Anche in linea con un orientamento giurisprudenziale che pare consolidato, in conferenza dei capigruppo è stato avanzato che la revoca sia votata a scrutinio palese e che sia necessaria la maggioranza qualificata di due terzi dei consiglieri”.
Nel dibattito è intervenuto Guglielmo Borri (Pdl) che ha proposto di adottare la votazione segreta in luogo della palese. L'emendamento è passato sostituendo l'iniziale formulazione.