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Dedicata a Giorgio Vasari la lancia d’oro di settembre

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Dedicata a Giorgio Vasari la lancia d’oro di settembre

Arezzo – Dedicata a Giorgio Vasari, pittore, architetto e scrittore d’arte, in occasione del quinto centenario della nascita avvenuta nel 1511, la lancia d’oro della 120esima edizione della Giostra del Saracino in programma domenica 5 settembre.
L’opera è stata presentata dal Sindaco Giuseppe Fanfani alla presenza dei rettori dei quartieri, dell’assessore alla Giostra Giuseppe Marconi, del Presidente nazionale di Confartigianato Imprese Giorgio Guerrini, dei rettori dei quartieri, del consulente storico Luca Berti, dell’intagliatore Francesco Conti e del vincitore del concorso del bozzetto Mauro Capitani.
“Una bellissima lancia realizzata da Francesco Conti su ispirazione di Mauro Capitani – ha esordito il Sindaco Fanfani. A entrambi va il ringraziamento da parte della città. La gratitudine anche a Confartigianato Imprese e al presidente Guerrini per aver adottato il trofeo sostenendo quindi la spesa per la realizzazione. Un bel gesto nei confronti di Arezzo”.
“Un atto praticamente dovuto – ha spiegato il Presidente nazionale di Confartigianato Imprese Giorgio Guerrini – considerato che questa lancia è dedicata a Giorgio Vasari, un genio dell’arte ed un grande aretino. Il prototipo dell’artigiano del passato e di quello del futuro”.
E se la novità è l’adozione della lancia da parte di Confartigianato, come di consueto la lancia d’oro è stata realizzata dall’intagliatore aretino Francesco Conti, con la supervisione di Luca Berti, consulente storico dell’Istituzione Giostra su bozzetto dell’artista Mauro Capitani vincitore del concorso d’idee.
Con il suo bozzetto Capitani ha voluto evidenziare l’opera di Giorgio Vasari grande protagonista e portavoce ufficiale del suo tempo ed onorarne l’eclettismo artistico che caratterizzò il tardo classicismo. “Attraverso i putti presenti nell’impugnatura – ha spiegato l’artista Capitani – ho voluto rappresentare la grande opera di Vasari e il Rinascimento di cui è stato grande regista.. Il prisma rappresenta le colonne del Loggiato e sulle facciate ho riprodotto due mani che impugnano rispettivamente una piuma e un pennello a simboleggiare Vasari scrittore e pittore”.
“Ho realizzato l’opera in tiglio – ha spiegato l’intagliatore Francesco Conti. Nell’asta ho inserito alcune decorazioni di casa Vasari con l’aggiunta dei colori dei quartieri. Inoltre ci sono ornamenti della Pala Albergotti custodita nella Badia di Arezzo e attualmente in fase di restauro”.
“Una lancia ambita – ha aggiunto Luca Berti consulente storico della Giostra – essendo Giorgio Vasari una delle personalità più importanti del Rinascimento sia dal punto di vista artistico che culturale. Vasari si è infatti distinto in tutte le attività che ha intrapreso”.
Soddisfatti anche i rettori che si sono complimentati con gli artisti per l’opera d’arte realizzata che andrà ad arricchire il museo del quartiere che primeggerà domenica 5 settembre in Piazza Vasari.

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Scheda Mauro Capitani
Mauro Capitani, pittore, nato a San Giovanni Valdarno nel 1949, vive e lavora a Terranuova Bracciolini. Dopo aver intrapreso la formazione artistica all’Istituto d’Arte, s’iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze e terminati gli studi in scenografia con una tesi in Storia dell’Arte, inizia ad esporre e a viaggiare in Francia, in Australia e in altri Paesi. Dal 1980 le sue opere sono esposte in importanti rassegne, con personali su invito di pubbliche amministrazioni, associazioni ed Università.

Scheda Giorgio Vasari a cura di Luca Berti – Giorgio Vasari (1511-1574)
La ‘lancia d’oro’ della Giostra della Madonna del Conforto (120a edizione) è dedicata a Giorgio Vasari, pittore, architetto e scrittore d’arte, in occasione del quinto centenario della nascita.
Vasari nasce ad Arezzo il 30 luglio 1511, in una famiglia di artigiani immigrata nel corso del Quattrocento da Cortona, nella quale spicca la figura del pittore Lazzaro, bisavolo di Giorgio. Esordisce come pittore ad Arezzo (nella bottega del Marcillat) e a Firenze, completando la sua formazione culturale con viaggi e soggiorni a Bologna, Roma, Mantova, Venezia; è una formazione composita, basata sul primo manierismo fiorentino e sugli esempi di Raffaelo e Michelangelo, arricchita con spunti desunti dall’ambiente veneto. I dipinti di questo primo periodo rivelano una cultura eclettica e conservatrice, che filtra le assonanze con i manieristi attraverso gli schemi del classicismo fiorentino. Più fastosa ed estrosa la sua attività di allestitore di apparati, a Firenze per la venuta di Carlo V e a Venezia.
La cultura tipicamente letteraria ed erudita del Vasari, ebbe modo di esprimersi a Roma, all’ombra della famiglia Farnese, nel ciclo del palazzo della Cancelleria, sua prima grande impresa pittorica (1546). In questo ambiente concepisce le “Vite dei più eccellenti architetti, pittori e scultori italiani”, che vide la luce al momento del suo ritorno a Firenze (1550). Dopo un nuovo soggiorno romano al servizio di papa Giulio III del Monte, Vasari torna stabilmente nel capoluogo toscano, dove diviene la figura chiave per l’attuazione del vasto programma artistico e culturale concepito dal duca Cosimo I per celebrare il successo della sua casa, attraverso un intervento urbanistico, architettonico e decorativo nel centro simbolico del potere fiorentino. Trasforma e decora Palazzo Vecchio, dimora ufficiale e di rappresentanza, crea il complesso degli Uffizi, destinato ad accogliere tutta l’amministrazione medicea, e lo collega con la nuova residenza di Palazzo Pitti. Nella grandiosa opera di decorazione di Palazzo Vecchio, Vasari coordina collaboratori inventivi ed estrosi come lo Stradano, il Gherardi, eccetera. E’ una pittura, quella vasariana, nella quale abbondano i soggetti allegorici e fantastici, che segna il passaggio alla stagione manieristica. Sotto gli auspici di Cosimo I, fonda anche l’Accademia delle arti e del disegno (1561), nella convinzione che lo studio del disegno sia la base di tutte le arti.
Colmo di onori e in posizione ‘accademica’ di assoluto predominio, Vasari continua a svolgere, anche in età avanzata, un’intensa attività sia di pittore (affreschi in Vaticano con Zucchi), che di architetto (Palazzo dei Cavalieri a Pisa; Palazzo delle Logge ad Arezzo, arioso ed imponente edificio, commissionato dalla Fraternita di santa Maria della Misericordia in Piazza Grande).
E, in effetti, Vasari restò sempre legato alla città natale, dove aveva casa nella contrada di San Vito (oggi via XX Settembre), decorata personalmente dall’artista, e dove contrasse matrimonio con Niccolosa Bacci, appartenente ad una importante famiglia del patriziato aretino. La città lo onorò nel 1551 con la concessione della nobiltà e, dieci anni più tardi, del gonfalonierato di giustizia, “primo e più distinto onore”.
Nell’ambito della sua intensa e poliedrica attività, l’opera più meritoria di Vasari è considerata la pubblicazione delle “Vite”. Se per vivacità, entusiasmo e limpidezza del disegno storico (che nel succedersi di tre “età” segue il progresso delle arti da Cimabue a Michelangelo) la prima edizione è stilisticamente più compatta e compiuta, la seconda (1568) resta di fondamentale importanza per il ripensamento critico dell’insieme, l’ampiezza dei fenomeni presi in esame, la problematicità della parte dedicata ai contemporanei.
Vasari muore il 27 giugno 1574 a Firenze, ma quattro anni più tardi, in ossequio alla sua volontà, le sue spoglie sono traslate ad Arezzo e deposte sotto l’altar maggiore della Pieve. La casa-museo di via XX Settembre, “perfetto esempio di dimora privata nel gusto del manierismo toscano”, accoglie il suo prezioso archivio personale e di famiglia.