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Detenuto suicida nel carcere di Sulmona

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L'AQUILA – Ancora un suicidio nel supercarcere di Sulmona (L'Aquila). Stamane gli agenti di polizia penitenziaria hanno trovato in fin di vita un uomo di 54 anni, originario di Roma, vedovo e senza figli, che si era legato al collo un lenzuolo fissato alla grata della cella. L'uomo era rientrato ieri da un permesso premio. Inutili i tentativi degli agenti di rianimarlo, l'uomo è morto dopo poco.
"Il Dap e il suo capo Ionta, non scarichino le loro responsabilità sulla direzione del carcere di Sulmona. Il detenuto che si è suicidato la notte scorsa era un internato nella casa di lavoro dove il lavoro non c'è, era tossicodipendente, malato di Hiv, con problematiche di salute gravissime: che ci faceva in quella struttura, visto che aveva già pagato il suo conto con la giustizia?". E' quanto dichiara la deputata radicale Rita Bernardini, membro della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.
"Giunge voce che irresponsabilmente il Dap voglia scaricare nel supercarcere di Sulmona altre decine di internati provenienti da tutt'Italia – prosegue la Bernardini – si preoccupi, piuttosto, di non condannare a morte e di non torturare i detenuti come avviene ogni giorno negli istituti penitenziari italiani dove è possibile incontrare solo la morte civile, altro che la rieducazione prevista dalla nostra Costituzione".
"L'uomo che si è impiccato a Sulmona – continua la deputata radicale – aveva sicuramente 'bisogno di trattamento', non certo di quello che gli si poteva garantire nel supercarcere abruzzese dove all'ordine del giorno ci sono sovraffollamento, mancanza di mezzi materiali e di risorse finanziarie, carenza di personale di ogni tipo e con una sanità letteralmente allo sfascio. Sulla vicenda presenterò l'ennesima interrogazione che non riceverà la risposta del governo, come è ormai d'abitudine, nonostante il regolamento della Camera fissi in 15 giorni il termine entro il quale deve arrivare la risposta".

Articlolo scritto da: Adnkronos