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Dichiarazione del consigliere comunale Francesco Macrì (PdL)

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Dichiarazione del consigliere comunale Francesco Macrì (PdL)

AREZZO – Cos’è, cos’è stata e cosa sarà l’urbanistica secondo la Giunta Fanfani, a 3 mesi circa dall’adozione del Regolamento Urbanistico avvenuta il 7 novembre 2009? La Giunta Fanfani si trova, a meno di 20 giorni dalla scadenza delle osservazioni, a dover affrontare molte critiche provenienti dagli ordini professionali, dalle categorie, dalle associazioni e dai cittadini. Nel Regolamento Urbanistico, e nelle sue previsioni quinquennali, non scaturisce assolutamente un’idea della città del futuro. Il metodo usato non dà assolutamente conto, merito e neppure un ‘imprimatur’ sufficiente a delineare quello che Arezzo diverrà. A primo impatto vengono ricalcate le ‘zonizzazioni’ di vecchia memoria, in più infarcite di cavilli e penalizzazioni per i cittadini che porteranno inevitabilmente a un ingessamento del territorio e alla impossibilità di alcun tipo di crescita e sviluppo.
Sono stati consapevolmente trascurati gli elementi più caratterizzanti e innovativi posti dalla passata amministrazione: l’aeroporto, la metropolitana di superficie, la nuova stazione ferroviaria, il potenziamento e la creazioni di nuove infrastrutture, sia interne alla città, sia in grado di collegarla al resto del mondo. Novità rimandate sine die per i prossimi cinque anni, sostituite da una mera elencazione di Aree di Trasformazione non qualificanti il territorio, quanto piuttosto ‘aree di atterraggio’ di volumetrie da una parte all’altra. Per di più, anch’esse aggravate dalla solita logica normativa vessatoria che non farà che complicare il necessario rilancio di un settore che da sempre è trainante per l’economia. Mentre la richiesta di perequazione propugnata dal Comune non farà altro che generare turbativa nel mercato immobiliare con aumento dei costi che andranno a gravare sui prezzi finali.
Il risultato sarà che tutti si terranno a dovuta distanza da qualsiasi voglia di investimento in un settore che invece ha bisogno di estrema semplificazione e non di alchimie complicate elevate alla potenza. Non che quello immobiliare sia un mercato da lasciar crescere a dismisura: anche l’amministrazione di centro destra ha ecceduto contribuendo a fare crescere una bolla immobiliare poi conflagrata in una crisi importante. Ma noi siamo in grado di fare tesoro anche degli eventuali errori commessi: la crescita edilizia va dunque abbinata a un corretto recupero e a una sostanziale ricucitura di quanto già esistente nel territorio. Ma secondo logiche comprensibili, proprio ciò che manca a questo regolamento dove tutto viene ricondotto a una progettazione futura, di cui a oggi non si conosce alcun contenuto, soprattutto in riferimento alle Aree Strategiche così tanto sbandierate, la Lebole, la Catona, lo scalo merci e le aree interessate dai cosiddetti ‘schemi direttori’. Queste sì che andavano progettate e pubblicizzate con estrema urgenza, vista la loro strategica importanza e per il fatto di essere il segnale di come la Giunta Fanfani immaginava la ‘città del futuro’.
E già si vedono i primi risultati di questa impostazione: l’area Lebole con i suoi ‘spezzatini’ incombenti ha subito suscitato un ginepraio. Sindacati e associazioni si sono ribellati a una malcelata intenzione dell’amministrazione comunale di favorire gli interessi dei privati, senza avere una minima visione di cosa si voglia fare di quell’area per rilanciarla. Nel mandato passato era stato proposto, tra gli altri, un possibile tipo di intervento che, insieme alla rivalutazione dell’intera area strategica denominata ‘Cittadella degli affari’, comprendeva sia l’area Lebole che il Centro Affari, per creare una ‘porta di ingresso alla città’ di qualità. Si trattò allora con la proprietà e con il Centro Affari non per eseguire ‘spezzatini’ ma pensando altresì di potenziare il raccordo autostradale e collegare le due aree con un tessuto urbanistico continuo, destinandole ad esempio al flusso congressuale (la recente convention del Popolo della Libertà dimostra le potenzialità di questa soluzione) e ricercando destinazioni compatibili (mostre, ricettività). Ma si è preferito, dati i finanziamenti regionali assegnati al Centro Affari, dare la possibilità di ampliare quest’ultimo, lasciando l’area Lebole al di là del raccordo in disuso e in completo abbandono. Non può uno Stefan qualsiasi dare risposte che questa amministrazione, nel suo silenzio, non ha saputo a tutt’oggi dare!
Altro tema: si preferisce discutere e dibattere su come venire incontro ai tanti immigrati che desiderano avere spazi o moschee per professare il proprio credo e non ci si ricorda magari che nella passata consiliatura fu proposto di realizzare una chiesa già progettata nel quartiere Tortaia per i nostri cittadini. Adesso la ritroviamo spostata di 30 metri da un’area di 11.000 metri quadrati a una di 3.000 senza previsione di strutture oratoriali.
Poi, si preferisce portare disinvoltamente e in tempi sospetti nelle more di approvazione del Regolamento Urbanistico, pratiche urbanistiche di maxivarianti, cosi tanto vituperate da Fanfani, in maniera dubbia e inopportuna. E anche di questo non si capisce perché.
Ora il Sindaco ha lasciato la sua delega all’urbanistica nelle mani del giovane, seppur valido, Stefano Gasperini. Dopo tutte queste osservazioni, gli auguro il mio ‘benvenuto’ sperando che sia più lungimirante e realista del vecchio assessore Fanfani! Anche se oramai i tempi sono pressoché scaduti.