Home Politica ‘Fanfani chieda le dimissioni immediate del vice Sindaco Marconi’

‘Fanfani chieda le dimissioni immediate del vice Sindaco Marconi’

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Arezzo – Conferenza stampa del gruppo consiliare Pdl in merito alla vicenda che vede coinvolto il vice sindaco Giuseppe Marconi. Vi ha partecipato anche Gianni Pagliazzi, coordinatore comunale del Pdl.
Apertura del capogruppo Gianni Cantaloni: “È stato correttamente speso il denaro dei cittadini? La domanda è obbligatoria dopo il passaggio di proprietà da Immobiliare 3000 ad Ato 4. Da garantisti quali siamo, non ci mettiamo a tirare monetine a nessuno ma pretendiamo un percorso democratico chiaro e risposte certe all’interno delle istituzioni. Abbiamo chiesto la convocazione della Commissione consiliare controllo e garanzie e la seduta è prevista alle 13 di lunedì 8 novembre. In questa sede il Sindaco deve dire come si sono svolti i fatti. Poi ci sarà il Consiglio Comunale e anche qui deve aprirsi un dibattito sulla vicenda. Diciamo subito che non ci accontenteremo della classica formula: ‘darò risposta scritta entro i termini di statuto’. Allo statuto ci appelliamo semmai noi per trovare sempre nell’ambito delle regole la legittimità di ogni azione che ci sentiremo di adire”.
Per Luigi Lucherini “in politica quando si sbaglia si dovrebbe avere il coraggio di prenderne atto. Ogni volta che mi sono trovato in Consiglio Comunale a criticare il Sindaco e questa amministrazione su scelte specifiche, da Piazza Guido Monaco al Regolamento Urbanistico, ho dovuto sempre sentire repliche da parte di Fanfani che avevano a che fare con i principi della onestà a correttezza amministrativa. Principi imprescindibili che informerebbero l’attività del suo mandato. Siccome se un’operazione del genere fosse stata compiuta dal centrodestra, questi avrebbero scatenato la città, chiedo a Fanfani di essere fedele alle sue solenni enunciazioni: chieda a Marconi di dimettersi!”.
Alessio Mattesini: “Fanfani è responsabile delle deleghe politiche in Giunta e di rappresentanza del Comune presso Ato 4. Come può evitare chiarimenti su questa vicenda ma anche sulla situazione politica generale nella quale oramai Idv e Sinistra hanno certificato la fine dell’esperienza attuale di centrosinistra?”.
Francesco Macrì è stato il più duro: “limitiamoci per il momento a considerazioni politiche. È falsa innanzitutto l’affermazione di chi sostiene che siccome la legge che sancisce la dismissione degli Ato è successiva al preliminare di compravendita tra Ato 4 e Immobiliare 3000, le polemiche sono prive di presupposto. Non è vero: la legge finanziaria 2009 già sanciva, all’articolo 186, lettera e, oltre alla soppressione di circoscrizioni e difensori civici anche quella dei consorzi di funzione degli enti locali. Leggasi Ato 4. Poi se è intervenuta una norma specifica in questo anno, la fattispecie non cambia i termini della questione: chi amministrativa sapeva, praticamente dall’1 gennaio 2010, quando entrano in vigore tutte le finanziarie, che il suo ente andava a sparire. E si procede a comprare un immobile per una spesa simile a favore di un ente che farà tale fine? Tutti dovrebbero dimettersi dall’Ato, altro che solo Marconi! Amministratori e membri dell’assemblea. L’iter avallato da questi soggetti è a dire poco indifendibile: senza considerare che l’immobile in questione non aveva neanche la destinazione d’uso richiesta e si è dovuto provvedere, e questo da parte del Comune, a modificare la precedente. Superficialità e forzature che si aggiungono a un aspetto generale che connota oramai questa amministrazione: non è stata fatta una selezione pubblica, in questo come in altri casi, ma si è sempre ricorso a semi-trattative private. Non basta, mi rivolgo al vicesindaco, dire: non ho votato la delibera quando ha avallato politicamente il 99% di una procedura assai discutibile come ho provato a dimostrare. Adesso tre considerazioni finali. La prima: Fanfani ammaini la bandiera della legalità, unico elemento che nel 2006 lo ha portato a vincere sull’onda di variantopoli e che sembrava caratterizzarne l’operato. Adesso la finzione è sotto gli occhi dei cittadini. La seconda: non posso credere che non ci sia stata una delibera di indirizzo che abbia autorizzato il vicesindaco a portare avanti un’operazione del genere. O meglio: se c’è è grave, ma se non c’è lo è ancora di più. Nel primo caso vuol dire che il Sindaco stesso ha legittimato questa vicenda ab inizio, nel secondo significa che il Sindaco abdica da una funzione di indirizzo politico e di vigilanza su atti qualificanti dei suoi assessori. Terzo: siamo certi che la magistratura farà ora i suoi passi per verificare se sussistono i presupposti per procedere penalmente circa comportamenti o atti rilevanti in questo senso”.