Home Nazionale Garlasco, ‘contro Stasi nessun movente’

Garlasco, ‘contro Stasi nessun movente’

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VIGEVANO – "Un complessivo quadro istruttorio da considerarsi contraddittorio e altamente insufficiente a dimostrare la colpevolezza dell'imputato". Così il gup di Vigevano Stefano Vitelli motiva l'assoluzione per Alberto Stasi accusato dell'omicidio della fidanzata Chiara Poggi uccisa nella sua villetta a Garlasco (Pavia), il 13 agosto 2007.
A novanta giorni dalla sentenza che ha portato all'assoluzione dell'allora fidanzato della vittima, il giudice nelle sue motivazioni ricostruisce il delitto e punto su punto 'demolisce' la ricostruzione fornita dall'accusa. A partire dall'orario della morte, secondo il pm Rosa Muscio, avvenuta dopo le 12:20 e che il gup Vitelli anticipa. "E' più che ragionevole affermare -spiega nella sua sentenza lunga 158 pagine- che la morte della ragazza si collochi nel lasso temporale immediatamente successivo alla disattivazione dell'allarme perimetrale avvenuto alle 9:12 di quella mattina".
Quanto all'aggressione, invece, "le più che abbondanti pozze di sangue che scendono a partire dal quarto gradino consentono di affermare con ragionevole certezza che la durata complessiva dell'aggressione non si è ridotta in un atto fortemente concentrato nel tempo ma ha richiesto almeno alcuni diversi minuti".
A rappresentare una prova per l'accusa anche la telefonata fatta da Alberto al 118 e ritenuta troppo 'fredda'. "E' evidente che un'operazione di lettura con ragionevole certezza dell'effettivo stato d'animo di Alberto Stasi in quei momenti da utilizzare come base per un ragionamento inferenziale di carattere processuale-probatorio sarebbe priva di un valido e plausibile fondamento oggettivo".
A non convincere nella ricostruzione fornita dal pm, però, sono anche altri punti: nei confronti di Alberto secondo il gup non c'è la ragionevole certezza per condannarlo. Quanto al movente non possibile confermare quanto sostenuto dall'accusa: non ci sono le prove per dire che Chiara avesse litigato al sera prima con il fidanzato né che sul suo computer abbia visto immagini compromettenti. ''Chiara Poggi -scrive Vitelli- quella sera (si riferisce alla sera prima del delitto, ndr) sicuramente non poteva aver visto sul portatile in uso al proprio fidanzato né immagini di natura pedo-pornografica, né video di natura pedo-pornografica, né video di natura pornografica''.
Secondo il gup resta un'ipotesi non supportata da dati reali un litigio tra i due fidanzati che avrebbe poi portato, la mattina dopo, al delitto. Contro Alberto, dunque, secondo il gup Vitelli non c'è un movente reale che possa 'incastrarlo' per il delitto della fidanzata. ''La passione di Stasi per la pornografia era conosciuta da Chiara già da tempo. Dunque, l'avere eventualmente visto immagini di contenuto pornografico sul pc in uso al proprio fidanzato quella sera non avrebbe comunque dovuto rappresentare un significativo elemento di novità e di sorpresa per la ragazza''.

Articlolo scritto da: Adnkronos