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Gianni Barbacetto ospite in Provincia

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Arezzo – GIANNI BARBACETTO, scrittore e giornalista de Il Fatto Quotidiano e La Repubblica, ne parlerà sabato 27 novembre 2010 alle ore 17.00 nella splendida cornice della Sala dei Grandi del Palazzo della Provincia di Arezzo in piazza della Libertà, 3 all’interno della fortunata iniziativa “Il Giardino delle Idee”.
Le foto più famose sono state quelle della D’Addario, di Barbara Montereale e Noemi.
Le ultime, in ordine di tempo, Karima-Ruby e Nadia Macrì.
Ma quante sono le ragazze, le veline, le escort, che in questi anni sono entrate nelle ville di Arcore, alla Certosa, a palazzo Grazioli?
Quante di queste hanno scattato foto, girato video, conservato ricordi della serata nella memoria dei cellulari?

E’ quanto si è chiesto proprio Gianni Barbacetto in un Suo recente articolo uscito sul Fatto Quotidiano dal titolo "Prendi i soldi, scatta, e ricatta".

Il tema della sicurezza del presidente del Consiglio è da giorni in primo piano.

Il Copasir, il comitato di controllo sui servizi presieduto da Massimo D’Alema, chiede con insistenza di ascoltare Berlusconi.

Per Paolo Guzzanti, ex berlusconiano doc: "Chiunque potrebbe uccidere il premier, somministrargli farmaci, ottenere informazioni riservate".

Quanto è facile, allora, oggi, ricattare Berlusconi?

Barbacetto ricorda che quando il premier era semplicemente un imprenditore televisivo, "fece fare da una sua collaboratrice il giro dei giornali italiani per ritirare le foto che non riteneva adatte a pubblicizzare la sua immagine".

"Oggi sta succedendo qualcosa di simile?" si chiede Barbacetto: “c’è qualcuno che si sta muovendo per bonificare il mercato, facendo sparire foto e nastri dei bunga-bunga?”

Ma che cosa è il Bunga Bunga e soprattutto quant’è facile organizzare un Bunga Bunga a casa propria?

Gli elementi necessari sono pochi e facilmente reperibili: un gruppo di amici e una piscina.

In fondo il Bunga Bunga è una di quelle consuetudini presenti a tutte le latitudini, come la cottura dei cibi e la costruzione di ripari dalle intemperie.

Già praticato dai monaci buddhisti tibetani di scuola tantrica a partire dal XII secolo, da noi è arrivato da poco, tramite i fortunati rapporti di cooperazione Italia-Libia, che ce lo hanno portato nella versione musulmana tipica dell’ambiente dell’harem.

L’Italia democratica e figlia del pensiero illuminista l’ha tradotto in una variante gioviale e apollinea, libera da condizionamenti sociali o religiosi altrove presenti.

Nella versione italiana la presenza di un numero di femmine è comunque superiore ai maschi. Le femmine possono essere donne già “sviluppate” o meno, anzi ai fini rituali è meglio se sono ancora alla fine della fase puberale.

Dopo la libagione il gruppo di amici si dedica alla danza cerimoniale e, nell’abbandono dei freni inibitori, i partecipanti smettono i vestiti e si mostrano come natura li ha fatti.

La danza, che può anche essere sfrenata, finisce con un bagno in piscina, come si nota anche nei rituali anabattisti dove l’acqua lava via i peccati del mondo.

Proporzioni e quantità possono variare a seconda dei casi.

Ognuno può preparare un Bunga Bunga anche all’ultimo minuto adattandosi a quello che ha in casa.

La festa è assicurata anche se si è in pochi e se si unisce un vicino di casa all’ultimo momento, come si suol dire “aggiungi un posto a tavola”.